domenica 22 gennaio 2023
Alla consegna dell’Abbondino d’oro, alla memoria del sacerdote ucciso il 15 settembre 2020, l’auspicio del vescovo di Como. Per il via alla causa bisogna aspettare 5 anni dalla morte
Per don Roberto Malgesini l’Abbondino d’oro alla memoria

Per don Roberto Malgesini l’Abbondino d’oro alla memoria - .

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«È necessario attendere, come prevede il procedimento canonico, che trascorrano i cinque anni dalla sua morte, ma stiamo già raccogliendo tante belle e significative testimonianze, con la speranza che, quando Dio vorrà, ci potrà essere il riconoscimento della beatificazione di don Roberto Malgesini. È un prete stimato e amato da tutti».

È questo l’augurio che il vescovo di Como, il cardinale Oscar Cantoni, ha espresso a margine della cerimonia di consegna della massima onorificenza civica del Comune di Como, l’Abbondino d’Oro, assegnata, quest’anno, alla memoria del sacerdote assassinato quasi due anni e mezzo fa. Erano le 7.30 del mattino di martedì 15 settembre 2020. In piazza San Rocco, a Como, sul piazzale antistante la chiesa, mentre stava caricando in auto bevande calde e cibo per il giro delle colazioni fra i poveri della città, don Roberto, 51 anni compiuti il mese prima, veniva ucciso da un senza tetto, Riddha Mahmoudi, al quale non aveva mai fatto mancare il suo aiuto. Conosciuto per la vicinanza e il servizio ai più poveri, fragili ed emarginati, «don Roberto – ha affermato in tante occasioni il vescovo Cantoni, padre spirituale di don Malgesini fin dai tempi del Seminario – è stato prete di tutti e per tutti. Un sacerdote a 360 gradi, con “una vocazione nella vocazione”, frutto di un profondo discernimento». Si è sempre distinto «per l’amorevolezza con cui si presentava, credibile nello stile della sua presenza e per la ricchezza della sua umanità. Un vero testimone di Vangelo, che sapeva vedere nel volto di ogni sorella e di ogni fratello il volto di Gesù».

Quello vissuto ieri mattina, nella cornice della Biblioteca di Como, è stato un momento di sincera commozione, in un luogo significativo per la città (frequentato da tanti giovani e intitolato al magistrato Paolo Borsellino). A ritirare la benemerenza, a nome della famiglia Malgesini, la sorella di don Roberto, Caterina: «dico a tutti grazie, un grazie sincero… Non aggiungo altro, di carattere sono un po’ come mio fratello», un sacerdote essenziale nelle parole e generoso nel fare il bene al prossimo. «Quante persone ho incontrato in Italia e che mi hanno chiesto di don Roberto – ha detto ancora il cardinale Cantoni –. Quanto più passa il tempo, tanto più si mantengono e si sviluppano il suo ricordo, la devozione alla sua persona, la stima per la sua opera». Don Roberto è stato «una pietra di inciampo, non nascondiamolo! Disturbava, anzi inquietava.

A livello ecclesiale e sociale: per come si poneva, per quello che offriva, per il modo con cui sapeva entrare simpaticamente in relazione con le persone. Sempre con grande rispetto, sguardo mite, gioioso e persino un pizzico di umorismo». Non si perdeva d'animo, né era facile allo scoraggiamento: «e, da buon valtellinese, nemmeno desisteva se trovava ostacoli… Dove c'era gente che poteva aver bisogno di lui, lì accorreva. Portando non solo caffè e brioche, ma anche una tenera amicizia, quella capace di alleviare la solitudine o il senso di fallimento in chi nella vita ha perso tutto, soprattutto la dignità ».

Per il cardinale, don Roberto è stato un “folle” di Dio, come lo è stato fratel Biagio Conte, che fu a Como nell’estate precedente l’omicidio di Malgesini. Il sacerdote lo ospitò nella sua casa offrendogli un paio di giorni di riposo durante il pellegrinaggio a piedi che fratel Biagio stava facendo verso Bruxelles, per portare un messaggio di pace e concordia. « I due si sono immediatamente capiti, in perfetta sintonia spirituale – ricorda ancora il cardinale –. Si generò una felice intesa, in un dialogo che continua, ora, nella casa del Padre comune». Don Roberto aveva cura degli altri: «appartiene alla schiera di coloro che si donano, fino a rischiare la propria vita, a imitazione di Gesù, che ci hai amati e ha dato tutto se stesso per noi». © RIPRODUZIONE RISERVATA Alla consegna dell’Abbondino d’oro, alla memoria del sacerdote ucciso il 15 settembre 2020, l’auspicio del vescovo di Como. Per il via alla causa bisogna aspettare 5 anni dalla morte «ma si stanno già raccogliendo tante belle testimonianze» Per don Roberto Malgesini l’Abbondino d’oro alla memoria

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