mercoledì 11 febbraio 2015
​Il segretario dei Consiglio dei cardinali, monsignor Marcello Semeraro, alla vigilia del Concistoro illustra il cammino intrapreso per volontà di Francesco.
Padre Lombardi: non esiste nessuna bozza
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​"La Riforma della Curia va nella direzione di una Chiesa povera"; è uno dei passaggi della lunga intervista del Servizio Informazione Religiosa (Sir) al segretario del Consiglio dei 9 cardinali (il cosiddetto C9) che sta studiando il progetto, monsignor Marcello Semeraro. Bisogna, ha suggerito il presule,  "leggere il processo di Riforma della Curia Romana anche nella linea di quella 'Chiesa povera' di cui il Papa parla sin dal principio del suo ministero sulla Cattedra di Pietro". Chiusa oggi l'ottava riunione del Consiglio, domani, giovedì, monsignor Semeraro, in qualità di relatore alla plenaria dei cardinali, presenterà le proposte elaborate nei mesi scorsi e che dovrebbero rendere più efficienti gli uffici. Nel Concistoro, dunque, il 12 e 13 febbraio verrà presentato il cammino compiuto finora dal C9 a poco più di un anno dall'inizio della sua attività. "Dopo una prima fase dedicata alla raccolta d’informazioni e pareri - ha detto monsignor Semeraro al Sir - si è passati alla fase di studio e, quindi, a quella della formulazione di proposte”. La terza fase deve essere ancora completata, Ma alcune ipotesi si stanno delineando, come "la possibilità di raccogliere alcuni Pontifici Consigli in due più grossi Dicasteri”. Si parla di due grandi poli: laici-famiglia-vita e carità-giustizia-pace. Si tratta di un "ri-pensamento in vista di uno snellimento e di una semplificazione della Curia Romana, progettato pure nella fiducia che alcuni accorpamenti di Pontifici Consigli diano a essi una maggiore rilevanza, anche esterna, e dunque una maggiore incidenza". La riforma della Curia, continua il presule, potrebbe prevedere anche la creazione di nuovi Dicasteri, se le circostanze lo richiedono, tenendo conto che "la prima istanza è l’efficace corrispondenza alla missione salvifica della Chiesa”.

"A me piace leggere il processo di riforma della Curia anche nella linea di quella ‘Chiesa povera’ di cui il Papa parla sin dal principio del suo ministero sulla Cattedra di Pietro".

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