domenica 19 gennaio 2020
Il cardinale Becciu, prefetto delle cause dei santi, ha chiuso il centenario dell’Appello ai liberi e forti. «Nell’azione sociale il punto di gravità di una rinnovata partecipazione dei cattolici»
Don Luigi Sturzo, testimone di speranza e di giustizia

Don Luigi Sturzo, testimone di speranza e di giustizia

COMMENTA E CONDIVIDI

Si è concluso sabato a Caltagirone l’Anno Sturziano con la celebrazione eucaristica presieduta nella cattedrale di San Giuliano dal cardinale Giovanni Angelo Becciu, prefetto della Congregazione delle cause dei santi.

La personalità del servo di Dio don Luigi Sturzo è stata approfondita tutto l’anno con iniziative pastorali, spirituali, culturali e sociali, per dare freschezza all’attualità della “profezia” del sacerdote calatino. Sin dall’apertura, il 19 gennaio 2019, è stata coinvolta l’intera comunità per esprimere la corresponsabilità nel promuovere una più organica volontà di bene. Ogni evento ha cercato di offrire gli aspetti spirituali più autentici al fine di far emergere la singolare santità di don Luigi Sturzo.

«La santità è realizzare in noi la somiglianza con Dio – ha detto Becciu nell’omelia – vivendo in maniera conforme alla sua volontà che ci è rivelata nei comandamenti sintetizzati da Gesù nell’unico comandamento dell’amore e che ha due destinatari: Dio e il prossimo. La santità non è una chiamata riservata a poche persone, ma a tutti. Alla santità sono chiamati i fedeli laici, a livello personale e nel rapporto ai compiti che svolgono nella Chiesa e nella società; sono chiamati i coniugi nel reciproco costante amore e come genitori con l’opera educativa; i giovani per coltivare la gioia della presenza di Dio e il senso del dovere; i lavoratori con le opere fatte bene, perfezionando se stessi, aiutando gli altri cittadini a far progredire la società, praticando la carità operosa».

Alla presenza del vescovo di Caltagirone, Calogero Peri, dei vescovi siciliani Salvatore Gristina (Catania), Michele Pennisi (Monreale), Giuseppe Marciante (Cefalù), degli emeriti Vincenzo Manzella e Antonio Scopelliti, Becciu ha aggiunto: «Nel corso della storia, anche nei tempi moderni, ci sono stati uomini e donne che hanno preso sul serio la chiamata alla santità, sforzandosi di vivere in pienezza il Vangelo. Tra questi, oggi ricordiamo con animo grato il servo di Dio don Luigi Sturzo. Questa figura storica del cattolicesimo italiano individuò nell’impegno sociale dei cattolici il punto di gravità di una rinnovata partecipazione dei cattolici alla vita del Paese. Di qui il suo impegno per un programma sociale popolare e di stampo democratico-cristiano».

La testimonianza di Sturzo, grazie a quest’ultimo anno, è divenuta ancor più patrimonio dell’Italia, ma ha varcato pure le frontiere, fonte di ispirazione in diversi Paesi, specie europei. «Il ricordo di questo indimenticabile sacerdote – ha concluso il porporato – stimola a porsi generosamente al servizio della collettività, con una speciale attenzione alle fasce più disagiate, favorendone anche il progresso spirituale. Ci troviamo di fronte ad una possente figura di prete e di statista che incoraggia a coltivare i valori umani e cristiani che formano il ricco e irrinunciabile patrimonio ideale dell’Europa. Esso ha dato vita a una civiltà che nel corso dei secoli ha favorito il sorgere di società autenticamente democratiche».

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: