venerdì 6 marzo 2020
L'invito del presidente della Cei e le disposizioni delle conferenze episcopali italiane, dagli oratori alle Messe
In preghiera

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La Chiesa si allinea pienamente alle disposizioni del governo in materia di contrasto alla diffusione del coronavirus. E il presidente della Cei, cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, scrive: «È necessario osservare al massimo le precauzioni che via via vengono richieste, ma vorrei soprattutto invitarvi alla preghiera».

Per tutta la giornata di ieri, dopo la nota diffusa in mattinata dalla Cei, si sono susseguiti i comunicati di diverse conferenze episcopali regionali, mentre da Oltretevere, il direttore della Sala Stampa, Matteo Bruni, ha fatto sapere: «Relativamente all’attività del Santo Padre, della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano dei prossimi giorni, sono allo studio misure volte ad evitare la diffusione del Covid-19, da implementare in coordinamento con quelle adottate dalle autorità italiane».

Piena collaborazione con le disposizioni di Palazzo Chigi, anche da parte dei vescovi.

La Cei ha riepilogato le direttive precise sia per le regioni (Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna) e le province (Savona, Pesaro e Urbino) più colpite, sia per il resto d’Italia. Quanto alle prime, «alla luce del confronto con il Governo – si legge nella nota – la Cei chiede che durante la settimana, non ci sia la celebrazione delle Messe». Invece «nelle aree non a rischio», assicurando il rispetto delle indicazioni emanate dall’esecutivo («la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro»), «la Cei ribadisce la possibilità di celebrare la Messa, come di promuovere gli appuntamenti di preghiera che caratterizzano il tempo della Quaresima».

Il testo diffuso ai giornalisti assicura che «la Chiesa in Italia condivide questa situazione di disagio e sofferenza del Paese e assume in maniera corresponsabile iniziative con cui contenere il diffondersi del virus». Attraverso i suoi sacerdoti e laici impegnati, si legge nel comunicato, «continua a tessere con fede, passione e pazienza il tessuto delle comunità». Infine i vescovi italiani assicurano «la vicinanza della preghiera a quanti sono colpiti e ai loro familiari; agli anziani, esposti più di altri alla solitudine; ai medici, agli infermieri e agli operatori sanitari, al loro prezioso ed edificante servizio; a quanti sono preoccupati per le pesanti conseguenze di questa crisi sul piano lavorativo ed economico; a chi ha responsabilità scientifiche e politiche di tutela della salute pubblica».

Sono concetti sui quali ritorna anche Bassetti. «In questi giorni in cui sarà necessario restare di più in famiglia – scrive infatti il cardinale in una lettera aperta – con la presenza a casa dei vostri ragazzi e dei vostri giovani, data la chiusura delle scuole, si dia più spazio alla lettura della Parola di Dio e alla preghiera. La Parola di Dio vi aiuterà a comprendere, come riferimento essenziale per la vostra vita, lo sguardo del Padre “che vede nel segreto”».

«Tornate a pregare fratelli – esorta ancora il presidente della Cei –; col Vangelo, con la corona del Rosario, con quelle invocazioni semplici, che una volta chiamavano “giaculatorie”». Per questo il cardinale si rivolge ai monasteri, a tutti i consacrati e le consacrate.

E ai sacerdoti raccomanda: «Pregate incessantemente per il vostro popolo; la preghiera di intercessione è uno dei primi compiti che ci viene affidato dalla Chiesa». Anche alle famiglie dice: «Se la famiglia vuole “essere” chiesa, non potrà mai allontanarsi dalla preghiera».

In sostanza, conclude il porporato, «tutti dobbiamo scendere nel profondo di noi stessi, perché è nel nostro intimo che il Signore ci raggiunge. Se ogni giorno non ci convertiamo e la nostra vita si trascina in un continuo grigiore, è perché manca o non è sufficiente la preghiera».

L’invito alla preghiera è contenuto anche linee guida che, in coordinamento con quelle della Cei, diverse conferenze episcopali regionali (e anche singoli vescovi) hanno pubblicato per i loro territori. In particolare si sono pronunciati i vescovi di Toscana (l’arcivescovo di Firenze, cardinale Giuseppe Betori, ha anche deciso di interrompere la visita pastorale in alcune parrocchie della diocesi), Sardegna, Campania, Puglia, Piemonte-Valle d’Aosta, Basilicata, Umbria (il presidente, Renato Boccardo, arcivescovo di Spoleto-Norcia, ha indetto una preghiera speciale e una processione per sabato prossimo) e Calabria. Mentre i vescovi delle zone cosiddette gialle (Lombardia, Emilia Romagna e Veneto) si riuniscono oggi.

Le disposizioni sono più o meno le stesse per tutti. Sì alle Messe e agli appuntamenti di preghiera della Quaresima nel rispetto della distanza minima di sicurezza, sospensione invece (almeno fino al 15 marzo) per gli incontri di catechesi, le attività di oratorio e tutti gli altri eventi che comportano affollamento di persone. Sospesa o rimandata a dopo Pasqua la benedizione delle case. Nelle Messe niente scambio della pace, comunione sulla mano, acquasantiere vuote. Per le esequie solo i parenti stretti. Particolare attenzione si raccomanda per gli anziani e si invita all’adorazione.

Disposizioni analoghe sono state emanate, tra gli altri, anche dal Vicariato di Roma, e dalle diocesi di Bolzano-Bressanone, Caltanissetta, Mazara del Vallo e Iglesias (sospese tutte le manifestazioni pubbliche, feste patronali e processioni). Mentre il vescovo di Grosseto, Rodolfo Cetoloni, in una lettera al popolo di Dio ricorda che «non siamo soli» e invita a «non chiudersi in se stessi, dimenticando altri problemi di dolore, ingiustizia, povertà».

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