lunedì 23 febbraio 2015
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San Gregorio Narek, nato ad Andzevatsik, che allora era in Armenia e oggi è in Turchia, intorno all'anno 950 e morto a Narek (allora Armenia, ora Turchia) circa nel 1005 diventa "dottore della Chiesa universale". Lo ha deciso Papa Francesco he lo ha comunicato nel corso di un'udienza concessa sabato al cardinale Angelo Amato, prefetto della congregazione delle Cause dei santi. Nel corso della udienza, informa oggi la sala stampa della Santa Sede, "il Santo Padre ha confermato la sentenza affermativa della sessione plenaria dei cardinali e vescovi, membri della cogregazione della causa dei santi, circa il titolo di Dottore della Chiesa universale che sarà prossimamente conferito a San Gregorio di Narek, sacerdote monaco. Gregorio fu un insigne teologo e uno dei più importanti poeti della letteratura armena. Fedele alla tradizione della sua Chiesa, è stato un grande devoto della Vergine, e secondo la tradizione Maria gli sarebbe anche apparsa. Egli la cantò con accenti ispirati. Tra le sue composizioni sono degne di nota il “Discorso panegirico alla Beata Vergine Maria” e la Preghiera 80 intitolata “Dal fondo del cuore, colloquio con la Madre di Dio”. In questa ultima il Santo, sommerso da molti motivi di disperazione, espresse con amore ardente, la certezza di essere aiutato dalla Madre del Giudice. Gregorio di Narek morì nel 1005. La Chiesa Armena lo annovera già tra i Dottori. La Chiesa latina ne riconosce la santità definendolo “insigne per la dottrina, gli scritti e la scienza mistica”, come recita il Martirologio Romano ricordandolo al 27 febbraio.

È stato anche reso noto che il 12 aprile Papa Francesco celebrerà, nella Basilica di San Pietro, la Messa in occasione del centenario del genocidio armeno.

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