giovedì 1 luglio 2021
L’augurio di Bergoglio: «Lo leggo tutti i giorni e quando non esce sento che mi manca qualcosa». In arrivo cinque speciali per riflettere sul futuro del giornalismo
L'Osservatore Romano da 160 anni voce del Papa. Video di Francesco
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«Io lo leggo tutti i giorni e quando non esce la domenica, mi manca qualcosa». Le parole di papa Francesco rilasciate in un’intervista al regista Francesco Zippel per un documentario in realizzazione, sono probabilmente gli auguri più graditi alla redazione de L’Osservatore Romano, che oggi 1 luglio, compie ben 160 anni.

Un anniversario che lo stesso Francesco aveva ricordato nei saluti finali dopo l’Angelus di martedì scorso, solennità dei santi Pietro e Paolo. «Il 1° luglio ricorrerà il 160° anniversario della prima edizione de “L’Osservatore Romano” – aveva detto in quella occasione –, il “giornale del partito”, come lo chiamo io. Tanti auguri e grazie tante per il vostro servizio. Continuate il vostro lavoro con fedeltà e creatività». Del resto lo scorso 24 maggio sempre papa Francesco si era recato in visita a Palazzo Pio, sede delle redazioni dell’Osservatore Romano e di Radio Vaticana-Vatican News, spronando i media vaticani a raggiungere sempre più persone, mettendo in campo «strutture funzionali e creative». Un invito che nasce anche dalla convinzione che L’Osservatore Romano, prosegue il Papa, «è un giornale che offre chiavi interpretative» del magistero papale. Il testo dell’intervista, che è un inedito, sarà pubblicato sul numero datato 1 luglio 2021.

E proprio dall’1 al 5 luglio per festeggiare i 160 anni il quotidiano del Papa esce con cinque inserti speciali, che, spiega un comunicato ufficiale della testata vaticana, «inaugurano una serie di iniziative in programma lungo tutto l’anno di questo anniversario, con altre edizioni speciali ed eventi». Ma, avverte ancora L’Osservatore Romano diretto da Andrea Monda, non intende essere una operazione nostalgia, ma «piuttosto uno slancio propositivo, aperto alle sfide del futuro su cui si è voluto aprire una discussione, porre una domanda» sul futuro dell’informazione. Anche per questo la questione è stata posta ai direttori di diverse testate giornalistiche - italiane e internazionali - e saranno alla base degli inserti speciali annunciati.

Sono quindi stati raccolti i contributi dei direttori dello spagnolo El Pais, del francese Le Monde, degli italiani Avvenire, Corriere della Sera e La Repubblica, del brasiliano Fohla de S.Paulo e della rivista italiana Limes, della testata La Semaine Africaine (Repubblica del Congo-Brazaville) e del mensile della Caritas milanese Scarp de’ tennis. Tutti i direttori «non si sono sottratti e hanno riflettuto e immaginato in modo concreto, costruttivo».

Il mese scorso, alla vigilia del 160° compleanno della testata, ha raggiunto i cento numeri di uscita il mensile femminile «Donne Chiesa Mondo», che esce ogni prima domenica del mese in abbinata al quotidiano. Il comitato di redazione del mensile è attualmente coordinato da Rita Pinci. E proprio dal gruppo di lavoro del mensile femminile verrà da domani affidata la rubrica in prima pagina denominato «La buona notizia», una meditazione settimanale sul Vangelo della domenica.

Nato poche settimane dopo la proclamazone del Regno d’Italia nel 1861, L’Osservatore Romano è stato testimone degli ultimi anni del potere temporale del papato e dell’avvento della questione romana. Costretto a sospendere le pubblicazioni dopo la Breccia di Porta Pia il 20 settembre 1870 per circa un mese, continuò a essere voce del papato. Nel 1884 Leone XIII acquisì la proprietà della testata per la Santa Sede, facendolo diventare la voce ufficiale. Con la sigla dei Patti Lateranensi e la creazione dello Stato della Città del Vaticano la redazione venne trasferita all’interno delle Mura Leonine, sede che ha lasciato nel novembre 2020 per trasferirsi a Palazzo Pio, in territorio italiano.

Pubblicato in 7 lingue, oltre all'italiano

L’Osservatore Romano, in realtà è scritto in sette lingue, che si aggiungono a quella italiana in cui è scritta l’edizione cartacea principale: francese dal 1949, spagnolo dal 1951, inglese dal 1968, portoghese dal 1970, tedesco dal 1971, polacco dal 1980 (ma in questo caso la pubblicazione è mensile) e dal 2007 malayalam, idioma parlato nel sud-ovest dell’India. Si tratta di edizioni settimanali nelle diverse lingue che riassumono gli eventi accaduti.

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