«In Libano situazione difficile, grazie alla Chiesa italiana per il suo sostegno»
di Redazionale
Parla Arnout Mertens, Direttore Internazionale dei Programmi JRS (Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati)
“Vorrei ringraziare la Chiesa cattolica italiana per il sostegno per i nostri progetti in Libano. Grazie mille per le donazioni e il sostegno e soprattutto l’accompagnamento”. Sono le parole di Arnout Mertens, Direttore Internazionale dei Programmi JRS (Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati), che fotografa la complessità della situazione che sta attraversando il Paese dei Cedri.
Il Libano mantiene la più alta densità di rifugiati al mondo. Ospita più di un milione e mezzo di siriani, centinaia di migliaia di palestinesi e migliaia di rifugiati da altri Paesi. La maggior parte vive in insediamenti informali o in aree urbane condividendo con fasce sempre più ampie della popolazione difficoltà nell’accesso a cibo, servizi sanitari, acqua potabile, oltre che insicurezza. Le infrastrutture danneggiate e distrutte rendono difficile una ripresa sostenibile. La gran parte dei libanesi vive oggi sotto la soglia di povertà. Dopo un vuoto politico di oltre due anni, finalmente a gennaio è stato eletto il nuovo presidente, Joseph Aoun. Papa Leone lo ha ricevuto lo scorso giugno, auspicando una "nuova stagione" di concordia e stabilizzazione.
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