Il Papa in dialogo con i vescovi sul Cammino sinodale in Italia

Leone XIV concluderà giovedì l'assemblea generale della Cei che si apre ad Assisi. Al centro la riflessione per individuare priorità e sfide dopo quattro anni di ascolto e partecipazione
November 17, 2025
Il Papa in dialogo con i vescovi sul Cammino sinodale in Italia
Papa Leone XIV e i vescovi italiani lo scorso 17 giugno a Roma
«Come vescovo di Roma e primate d’Italia, per me è significativo rinnovare il forte legame che unisce la Sede di Pietro al popolo italiano». Leone XIV aveva descritto in prima persona lo speciale rapporto fra il Papa e la Penisola. Lo aveva fatto davanti al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nella sua visita di Stato al Quirinale lo scorso 14 ottobre. Parole che valgono tanto più quando si guarda al legame con la Chiesa italiana. Legame che Leone XIV ha inteso far emergere in questi primi sei mesi di pontificato incontrando già a giugno l’intero episcopato del Paese nell’udienza alla Conferenza episcopale italiana; e che adesso torna a sottolineare concludendo ad Assisi la 81ª Assemblea generale della Cei. A differenza di quanto accaduto anche negli ultimi anni, il Pontefice non aprirà l'evento che comincia oggi lunedì nella Domus Pacis, a due passi dalla Porziuncola, ma lo chiuderà giovedì mattina nella Basilica di Santa Maria degli Angeli. Un segnale: come a dire che il Papa intende raccogliere i frutti dell’impegno della Chiesa italiana, attraverso un incontro franco e ampio con i vescovi.
E nelle mani di Leone XIV verrà consegnato idealmente quanto emerso dal Cammino sinodale che in Italia era stato sollecitato da papa Francesco. Quattro anni di ascolto, confronto e partecipazione che sono stati condensati nel Documento di sintesi “Lievito di pace e di speranza” approvato con 781 “placet” su 809 votanti il 25 ottobre a Roma dall’Assemblea sinodale formata dai delegati di diocesi e realtà ecclesiali. Un testo con 124 proposte per rinnovare la Chiesa italiana che, come annunciato dal cardinale presidente della Cei, Matteo Zuppi, viene ora «assunto dai pastori» per «individuare priorità, coinvolgere forze vecchie e nuove e per dare corpo alle parole». Sinodalità e collegialità, l’una accanto all’altra, secondo quanto prospettato da papa Leone che ha richiamato più volte entrambe le “coordinate” e ha invitato a un «principio di comunione».
Le quattro giornate dell’Assemblea generale – che iniziano con l’Introduzione del cardinale Zuppi – hanno proprio al centro la riflessione sulle linee di indirizzo e sulle decisioni che scaturiscono dal Cammino sinodale. Un appuntamento, quello dell’episcopato italiano in Umbria, “slittato” da maggio di quest’anno ad adesso, dopo quanto accaduto nell’Assemblea sinodale di aprile quando il Consiglio permanente aveva ritirato il dossier delle proposizioni da far approvare, ascoltando «un laicato maturo» e il «dibattito libero che aveva dato vita a un dissenso costruttivo», è scritto nella sintesi. Ad Assisi i vescovi sono chiamati a confrontarsi su priorità, delibere e note elaborate a partire dal testo votato. E poi verranno delineati gli orientamenti pastorali per i prossimi anni, da discutere nell’Assemblea generale di maggio 2026.
Alcuni punti fermi sono già venuti alla luce. Anzitutto, «uno slancio rinnovato nell’annuncio e nella trasmissione della fede» con «azioni pastorali capaci di intercettare chi è più lontano e con strumenti idonei al rinnovamento della catechesi e dei linguaggi dell’annuncio», aveva detto Leone XIV nell’udienza di giugno alla Cei. Una parte significativa del Documento di sintesi è dedicata a questo ambito. Nell’ultima fase del Cammino l’Iniziazione cristiana è stata indicata da un terzo delle diocesi italiane come la priorità tra tutte. C’è poi la «partecipazione attiva dei laici alla vita ecclesiale», aveva esortato il Papa nel pellegrinaggio giubilare delle diocesi della Toscana. Il testo del Cammino riserva ampio spazio alla corresponsabilità ecclesiale, ma anche alla necessità di un’adeguata formazione sia per il clero sia per i laici, come proposto dal Papa nei giorni scorsi alla Pontificia Università Lateranense. E proprio nell’ateneo dei Papi Leone XIV ha invitato la Chiesa a un nuovo impegno culturale: «Oggi abbiamo urgente bisogno di pensare la fede per poterla declinare negli scenari culturali e nelle sfide attuali, ma anche per contrastare il rischio del vuoto culturale che, nella nostra epoca, diventa sempre più pervasivo». Sfida che si affianca al ruolo che oggi giocano «l’intelligenza artificiale» e «i social media» in grado di trasformare «profondamente la nostra esperienza della vita», aveva detto il Papa nell’udienza all’episcopato italiano, e che nel Documento finale viene recepita con attenzione, insieme con l’urgenza di «abitare la società e il suo cambiamento», ovvero di un più forte impegno sociale dei cattolici italiani.
L’Assemblea sinodale di ottobre racconta anche di alcuni temi che sono considerati divisivi. Si tratta di quelli su cui è stato espresso un dissenso non trascurabile: da 100 a 188 voti contrari su alcune proposte che riguardano il riconoscimento e l’accompagnamento delle persone omosessuali, le giornate contro la omotransfobia, i percorsi di formazione che tengano conto dell’identità di genere, la revisione dei testi liturgici, la valorizzazione delle donne (in particolare per i contributi al diaconato femminile), l’ipotesi di nuovi ministeri istituiti (dall’animatore della comunicazione al ministero della cura, dell’ascolto, dell’accompagnamento).
Come dice il titolo della sintesi, in cui si punta l’accento sulle dimensioni della pace e della speranza care a Leone XIV e sull’immagine del lievito suggerita nella Messa di inizio pontificato, i vescovi italiani intendono inserire l’eredità del Cammino sinodale nel solco del magistero del nuovo Papa. Lo dimostra ancora l’agenda dell’incontro di Assisi in cui è prevista sia la presentazione dei documenti “Educare alla pace”, sia l’approvazione del documento “L’insegnamento della religione cattolica: laboratorio di cultura e dialogo”. Leone XIV aveva incoraggiato a giugno la Cei a fare di ogni comunità una «casa della pace». E anche nella cittadina umbra i vescovi terranno una preghiera per la pace presieduta da Zuppi che si svolgerà mercoledì alle 19 nella Basilica inferiore, di fronte al corpo di san Francesco, e che si concluderà con un appello.
Altra “bussola” per la Chiesa italiana è la tutela dei minori e dei vulnerabili. Un percorso nel segno della trasparenza, della prevenzione, della vicinanza che si amplia anno dopo anno e che sarà al centro dei lavori di martedì, aperti dall’arcivescovo Thibault Verny, presidente della Pontificia Commissione per la tutela dei minori. Alle 19.15 dello stesso giorno è in programma nella Basilica di Santa Maria degli Angeli la preghiera per le vittime e i sopravvissuti agli abusi presieduta dall’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, Ivan Maffeis, vescovo delegato del Servizio regionale umbro per la tutela dei minori, in occasione della quinta Giornata nazionale di preghiera per le vittime e i sopravvissuti agli abusi. 

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