Un Giubileo per tutti? Quasi: a Roma ci sono ancora troppe barriere
Tra i tanti pellegrini arrivati nella capitale per il Giubileo dei giovani, in molti lamentano le difficoltà di accesso ai mezzi pubblici.

Se il Giubileo è occasione di grazia e di incontro, per alcuni pellegrini lo è diventato anche di fatica, improvvisazione e disservizi. A pagare il prezzo più alto sono stati i giovani con disabilità o problemi di mobilità, costretti a superare barriere in una città che, pur attrezzandosi per l’evento, mostra ancora troppe falle, soprattutto nei trasporti pubblici. Don Nino Russo, parroco di San Biagio a Gallico (Reggio Calabria), è arrivato a Roma accompagnando il gruppo dei suoi giovani nonostante un infortunio alla caviglia che lo ha costretto a muoversi in carrozzina. Ma le difficoltà non si sono fatte attendere: «La metropolitana ha pochissime fermate attrezzate con ascensori o elevatori. Il personale è in affanno e i macchinari non sempre funzionano. Alla fermata di Numidio Quadrato, vicino alla chiesa dove alloggiamo, la pedana per disabili è incellophanata, disattivata. Nessuno può metterla in funzione. Sono costretto a scendere dalla carrozzina e affrontare le scale, sostenuto da due persone, mentre altri salgono la carrozzina a mano». Un disagio grave, soprattutto se confrontato con l’efficienza di altri contesti: «In Vaticano, invece, è tutto perfettamente funzionante. C’è cortesia, disponibilità, strutture adeguate. Ma nella metro servirebbe uno sforzo molto maggiore. Per fortuna ho avuto l’aiuto dei miei giovani: senza di loro sarebbe stato impossibile. Hanno superato con me ogni ostacolo».

Anche Manila, giovane pellegrina della diocesi di Milano, ha affrontato il Giubileo in carrozzina a causa di un problema al ginocchio sorto poco prima della partenza. La sua esperienza riflette la stessa realtà vissuta da molti: «Alla fermata Giulio Agricola, la situazione non è sempre gestibile. Non c’è un ascensore attivo, né un modo sicuro per uscire. Mi alzo dalla carrozzina, i miei amici mi sorreggono mentre faccio le scale, poi risalgono la carrozzina. Lo stesso accade con gli autobus: senza i miei amici sarei bloccata».
Oltre ai problemi di accessibilità, si segnalano anche altri disservizi di accesso ai mezzi pubblici: molti pellegrini stanno riscontrando difficoltà con i lettori QR Code installati da Atac per il passaggio rapido dei badge dei pellegrini. Nelle stazioni più frequentate ci sono addetti che sbloccano i tornelli. Ma in quelle periferiche il rischio è di rimanere fuori. Lo raccontano Angelo e Lavinia, due pellegrini calabresi che mercoledì sera si sono trovati nella fermata Gardenie della Metro C: «Il QR code non veniva accettato. Fortunatamente il nostro parroco aveva dei biglietti cartacei e ci ha aiutati a passare.
Ma altri pellegrini sono rimasti indietro e hanno dovuto ripiegare sull’autobus». A questi si aggiungono i guasti tecnici: nella stessa serata, alla fermata San Giovanni (Metro C) non tutte le scale mobili erano funzionanti, complicando ancora di più l’accesso per chi ha disabilità o difficoltà motorie.
Chi arriva a Roma per il Giubileo dei Giovani lo fa spesso con slancio, ma anche con spirito di sacrifico. Ma non tutti trovano la città di Roma ospitale allo stesso modo, tra le testimonianze raccolte, emerge con chiarezza un messaggio: la bellezza dell’evento non può compensare la fatica inutile generata da barriere strutturali, disservizi o mancata assistenza. È urgente che la Città di Roma si misuri anche con l’accessibilità reale, per non lasciare indietro nessuno, soprattutto chi già vive ogni giorno una sfida in più. Come ha detto don Nino: «La mia fede mi aiuta a non mollare. Ma serve una città più giusta e più attenta. Solo così il Giubileo potrà davvero dirsi “per tutti”».
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