Neocatecumenali, 10mila tra ragazzi e ragazze rispondono alla «chiamata»

«Se qualcuno, qualche ragazzo sente che Dio lo sta chiamando, come presbitero o come itinerante, a una vita consacrata tutta a lui, si può mettere in piedi e salire qui sopra». È così che un piccolo fiume prima di ragazzi e poi dopo il secondo appello anche di ragazze, quasi 10mila in tutto secondo gli organizzatori, si è riversato sul palco di Tor Vergata il giorno dopo la fine del Giubileo dei Giovani, lunedì scorso. E quelli che non ci stavano più sono rimasti ai piedi dell’installazione. Si tratta degli appartenenti al Cammino Neocatecumenale che hanno manifestato un anelito vocazionale, invitati a farsi avanti pubblicamente da Kiko Argüello, 86 anni, iniziatore del movimento (insieme a Carmen Hernández, morta nel 2016 e oggi serva di Dio)

La scena, più che inusuale al giorno d’oggi quando si tratta di chiamata a una vita di consacrazione a Dio, è avvenuta nel corso dell’Incontro vocazionale che il Cammino Neocatecumenale ha organizzato come è solito fare dopo le Giornate mondiali della gioventù. E la partecipazione è stata imponente, sulla scia della partecipazione massiccia al Giubileo: 120mila giovani provenienti dalle comunità del Cammino di 109 paesi, sempre secondo gli organizzatori.

L’incontro è stato presieduto dal cardinale Baldassare Reina, vicario del Papa per la diocesi di Roma, alla presenza di altri cinque cardinali, una trentina di vescovi, un centinaio di sacerdoti e ovviamente dell’equipe responsabile a livello internazionale del Cammino, che include oltre a Kiko Argüello, l’italiano padre Mario Pezzi, 82 anni, e la spagnola María Ascensión Romero, 65 anni.

«Questa prima chiamata andrà poi verificata e maturata nei vari centri vocazionali – si legge in un comunicato del movimento - ma aver risposto oggi al passaggio del Signore, può dare inizio ad un cambio di vita che, come diceva Kiko, corrisponde al disegno di Dio: farti santo, farti santa».