Migranti, Galantino: Europa debole e cieca
di Redazione
Intervenendo ad una tavola rotonda organizzata dalla Cisl il segretario della Cei ha esortato l'Unione ad impegnarsi di più. "Serve un sistema mondiale di corridoi umanitari"

"Un'Europa che è purtroppo molto debole e cieca consente di continuare ad erigere muri". È molto duro il giudizio del segretario della Cei, monsignor Nunzio Galantino, riguardo alla politica europea sui migranti. Per il segretario generale della Cei, è necessario "un ruolo maggiormente incisivo dell'Unione Europea, soprattutto in tema di "integrazione" perché, spiega, "accogliere, nonostante l'Italia lo faccia anche piuttosto bene, non basta: non si possono salvare le persone e poi non offrirgli una possibilità di futuro". Servono corridoi umanitari"Noi dobbiamo impedire che il Mediterraneo continui ad essere cimitero dei migranto, così come lo ha definito Papa Francesco. Dobbiamo imparare a vedere Dio nei migranti che tutti vogliono cacciare". A chiederlo sono i vescovi italiani per bocca del loro segretario generale, monsignor Nunzio Galantino, intervenuto oggi a una tavola rotonda sul tema promossa dalla Cisl. "Dobbiamo avere il coraggio - ha invocato il presule - di creare un sistema mondiale ed europeo di corridoi umanitari, già possibile sul piano giuridico, verso i Paesi disponibili all'accoglienza evitando solo così la crescita di una tratta di esseri umani oggi gestita da mafie e terrorismo. I muri che in parte dell'Europa si stanno continuando ad alzare non fermeranno chi è intenzionato a fuggire. Si cercheranno altre strade, rafforzando in questo modo i trafficanti di uomini". In Italia solo 160mila rifugiatiSecondo Galantino si deve "trovare il modo di convivere con chi è già arrivato o sta arrivando" e questo significa anche inquadrare il fenomeno nelle sue giuste dimensioni". Il segretario della Cei ha invitato tutti a non enfatizzare i numeri. I rifugiati a fine 2015 erano più di 16 milioni in tutto il mondo, con un aumento del 12 per cento rispetto all'anno precedente. Ma nessuno stato europeo è nella top ten dei principali paesi di accoglienza. Infatti, "al di là e oltre percezioni soggettive turbate da fattori estranei al fenomeno reale l'impatto di immigrati e rifugiati rispetto alla popolazione è in realtà davvero molto basso". Nei primi due paesi europei per tasso di accoglienza: la Svezia e Malta, il rapporto si ferma a 16-17 immigrati ogni mille abitanti. In pratica sono gli unici due Paesi in cui i rifugiati superano l'1% della popolazione perchè Malta è notoriamente terra di sbarco, mentre la Svezia è considerata una meta ideale perché predilige l'asilo politico come strumento di accoglienza. L'Italia è agli ultimi posti in Europa per incidenza dei rifugiati sulla popolazione con un tasso di 1,9 ogni mille abitanti e un tasso del 3 per cento di richiedenti asilo. Oggi sono accolti in Italia circa 160 mila tra richiedenti asilo e rifugiati di cui 30 mila nelle strutture ecclesiali. "Forse - ha detto Galantino - possiamo e dobbiamo fare tutti di più!". Misure concrete per limitare le partenze L'indicazione di monsignor Galantino e della Cei è quella di "lavorare per risolvere le ragioni economiche e politiche che determinano le partenze e quindi creare situazioni positive nei luoghi di provenienza attraverso la cooperazione internazionale". In merito il vescovo ha citato il Migration Compact di cui "tanto si è parlato proprio in questi ultimi giorni" e "le belle esperienze di cooperazione internazionale della Chiesa forte di 40 anni di progetti e microrealizzazioni di Caritas Italiana e della Focsiv, con 12000 operatori, volontari e missionari nei Paesi più poveri del mondo".
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