lunedì 16 novembre 2020
Musica sacra, studi giuridici e Banco alimentare: era una personalità di grande spessore umano e intellettuale quella del religioso cappuccino ciociaro, morto per il Covid a 69 anni
il cappuccino padre Maurizio Di Girolamo

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Padre Maurizio Di Girolamo, 69 anni, guardiano del convento dei frati Cappuccini di Alatri, è il secondo religioso morto in Ciociaria a causa del coronavirus, dopo l'abate di Casamari dom Eugenio Romagnuolo, deceduto nell'aprile scorso. In pochi giorni, a inizio novembre, il Covid si è portato via oltre al religioso anche tre suore in un convento di Arpino. Padre Di Girolamo si trovava ricoverato da alcuni giorni in terapia intensiva all'ospedale di Frosinone. Nato a Terracina, dove si sono svolti i funerali, padre Maurizio era figura molto conosciuta anche al di fuori dei confini del Lazio. Persona mite e modesta, non ha mai fatto sfoggio della sua grande cultura che, oltre agli studi teologici e filosofici, lo aveva portato a compiere studi giuridici (era stato anche cancelliere in alcuni tribunali del Frusinate) e musicali. Quest'ultima in particolare era la sua passione, tanto che ad Alatri aveva fondato e dirigeva il Coro dei Crociferi. Intensa la sua animazione pastorale, soprattutto tra i giovani della Gifra, Gioventù francescana, e il suo spendersi per gli ultimi, anche come responsabile del Banco alimentare cittadino. Era stato in vari conventi a Roma e a Torino, prima di tornare ad Alatri, dove peraltro aveva compiuto gli studi liceali, qui occupandosi anche della cura di alcune parrocchie.

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