sabato 30 luglio 2016
​Malgorzata, Fatima, José: ecco i racconti dei rappresentanti di ogni continenti che oggi hanno condiviso il pasto con Bergoglio nella Curia arcivescovile. (Antonella Mariani)
«Noi monache di clausura in preghiera e col cuore a Cracovia» (Daniela Pozzoli)
I 13 giovani a pranzo con il Papa: "Menù semplice e tanto dialogo"
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​Zuppa con carne e fiori di zucchine, pierogi (i tipici tortelloni polacchi) con diverse salse, riso e per dessert una cheese cake "buonissima". Da bere, acqua e succo d'arancia. Questo il menù del pranzo che oggi il Papa ha condiviso alla Curia arcivescovile di Cracovia con 13 ragazzi impegnati nell'organizzazione della Giornata mondiale della gioventù, il cardinale Dziwisz e un interprete.

Due per ogni continente, e in più due polacchi. Il Papa ha parlato in spagnolo per tutta la durata del pranzo (1 ora e 20 minuti) e ha voluto che ciascuno dei ragazzi, tutti seduti allo stesso tavolo gli facesse la domanda che gli stava più a cuore. "Voglio ascoltarvi", ha detto ai suoi commensali. Un  incontro senza protocollo, spiegano i giovani: "Siamo riusciti a dialogare con il Papa e questo dialogo costituisce il centro e l'essenza della Gmg", racconta Dorota Abdelmoula, la trentenne responsabile della Comunicazione per il Comitato organizzatore. Malgorzata Krupnik, polacca, da 7 mesi si occupa del sistema informatico di registrazione dei pellegrini. "Abbiamo trascorso tante notti in ufficio a risolvere problemi - spiega - e ora ho avuto la gioia di vedere tutti questi giovani, che per me erano solo numero, in carne e ossa qui a Cracovia. Fatima Leung-Wai, dalla Nuova Zelanda, ha chiesto al Papa quale fosse per lui la sfida più importante. "Ha risposto: vorrei che i giovani non perdessero mai la speranza". Un incontro che tutti i giovani hanno definito molto semplice e informale, a parte i primi attimi di imbarazzo, risolti grazie anche alle parole paterne del Papa. "E' una persona molto umile, come un papà", ha detto Fatima.

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"Il regalo che Dio mi ha fatto è stato di pranzare con il Papa - aggiunge José Pasternak, 36 anni, anche lui impegnato nel sistema informatico, arrivato qui dal Brasile il primo gennaio, come missionario della comunità cattolica Shalom: era seduto proprio accanto al Papa - le sue parole mi sono rimaste nel cuore. Lui era molto contento di stare con noi. Ci ha parlato della vita concreta, e alle nostre domande aveva sempre la risposta giusta. Io gli ho chiesto: cosa dire ai giovani per l'evangelizzazione? Lui ha risposto che più che di parlare c'è bisogno di fare. Ci ha dato bei consigli per l'evangelizzazone dei giovani". I giovani gli hanno chiesto come prega, come si confessa e lui ha risposto serenamente. "Questo pranzo con il Papa è stata la quinta catechesi della Gmg - aggiuge Dorota -. Ora abbiamo la possibilità di condividere le nostre impressioni con tutto il mondo. E' stato un momento di gioia della Chiesa universale"

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