domenica 19 agosto 2018
Il prefetto del Dicastero vaticano che organizza l'evento: gli interventi punteranno a mostrare che l'amore coniugale cristiano è possibile e bello e il volto concreto delle persone
Il cardinale Farrell in una foto d'archivio

Il cardinale Farrell in una foto d'archivio

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«C’è molta aspettativa attorno al IX incontro mondiale delle famiglie a Dublino, questa grande convocazione del popolo di Dio che vuol essere il frutto maturo di due Sinodi sulla famiglia e dell’appassionato magistero pastorale di papa Francesco raccolto in Amoris laetitia e in tanti altri suoi interventi successivi». Il cardinale Kevin Joseph Farrell, prefetto del Dicastero laici, famiglia e vita, racconta il 'suo' Incontro mondiale con tutto l’entusiasmo ma anche con tutta la trepidazione che derivano da una serie di circostanze irripetibili. Non è solo, questo di Dublino, il primo grande evento internazionale che si trova a coordinare a poco più di due anni dalla sua nomina al vertice del nuovo Dicastero creato nell’ambito della riforma della Curia Romana. Si tratta anche della prima verifica globale dell’Esortazione apostolica sulla famiglia, al termine della lunga stagione postsinodale. E poi non può essere trascurabile il fatto che l’evento si svolga proprio in Irlanda, il Paese di cui Farrell è originario.

Al centro dell’Incontro mondiale ci sarà la ricezione di Amoris laetitia. Più volte il Papa ha detto che il cuore del suo testo è il quarto capitolo sull’amore coniugale. Come verrà declinato questo aspetto a Dublino?

Il capitolo IV è fondamentale perché oggi la parola amore è facilmente equivocata e stravolta, fraintendendola con il semplice sentimento, peggio ancora con la sola attrazione fisica. È quanto mai necessario riscoprire il pieno significato dell’amore, che è innanzitutto volere e compiere il bene dell’altro e rallegrarsi per esso, il contrario del gesto egoistico. L’amore è impegno attivo, creativo ed esige piena responsabilità.

Giusto quindi ribadire la centralità dell’amore nel matrimonio?

Certo, l’amore va messo al centro della famiglia (lo affermava già la Gaudium et spes) e giustamente papa Francesco gli ha dato il massimo risalto collocandolo nei capitoli centrali, il quarto e il quinto, dell’esortazione apostolica. Basta scorrere il programma del Congresso di Dublino, fin dalla cerimonia di apertura che si svolgerà in simultanea nelle 26 diocesi d’Irlanda, per vedere come tutto (relazioni, esperienze, tavole rotonde, incontri di approfondimento) sia disegnato e strutturato soprattutto sui primi capitoli di Amoris laetitia: alla luce della Parola, la realtà e le sfide di oggi fanno appello alla vocazione e alla missione della famiglia. Da qui la famiglia e la fede, la famiglia e l’amore, la famiglia e la speranza.

'Il Vangelo della famiglia gioia per il mondo' è il titolo scelto per l’Incontro mondiale. Scorrendo il programma si ha l’impressione che le testimonianze delle famiglie 'gioiose' - speriamo - siano quasi più importanti delle relazioni. È cosi?

e testimonianze sono più efficaci degli insegnamenti teorici, perché mostrano che l’amore coniugale cristiano è possibile e bello: c’è la gioia di amare ed essere amati, non solo del ricevere, ma soprattutto del donare, del fare il bene, anche se costa sacrificio. Il messaggio dalle testimonianze è indispensabile perché oggi è sotto gli occhi di tutti la grande povertà di relazioni umane, nella famiglia e nella società: relazioni spesso utilitaristiche e di convenienza invece che generose. Le molte esperienze che ascolteremo a Dublino - rappresentative di situazioni e Paesi diversi - mostreranno proprio questo: il volto concreto di persone che, con umiltà e fiducia, si impegnano a crescere; questo appello della vita è rivolto non solo alle coppie che vivono «situazioni di fragilità e imperfezione», ma anche a quelle 'regolari'. Nessuna coppia, nessuna famiglia è perfetta. Tutte sono bisognose della grazia di Dio; tutte sono amate da lui e a tutte la Chiesa offre l’accompagnamento pastorale per il loro cammino.

Nel mondo occidentale siamo di fronte una delle più gravi crisi di natalità della storia. In Africa e in alcune aree dell’Asia la crescita demografica appare invece molto sostenuta. Come verrà trattato questo tema durante l’Incontro mondiale?

La crisi della natalità che fa già intravedere in un prossimo futuro gravi squilibri ed enormi problemi di carattere economico, sociale e culturale soprattutto per l’Europa, dovrebbe indurre a un profondo senso di responsabilità, a una procreazione più generosa, prima di preoccuparsi di quella delle altre aree geografiche. La nostra crisi non va subita con rassegnazione, ma contrastata con fiducia, decisione, intelligenza, spirito di iniziativa, in ambito educativo, culturale, economico, politico. Penso, con fiducia, all’atteggiamento favorevole di molti giovani alla famiglia e alla vita; al successo di importanti iniziative sociali realizzate soprattutto grazie alla mobilitazione di laici e associazioni.

È questo verrà raccontato nel corso dell’Incontro mondiale?

Certo, le giornate di Dublino, il Congresso, la festa delle testimonianze e l’incontro col Papa non hanno lo scopo di scrivere un nuovo magistero dottrinale, tantomeno di modificare quello che è patrimonio della Chiesa, quanto mostrare nella prassi di tanti, come la cultura della vita sia al centro della famiglia, risorsa preziosissima della società, prima ancora che della Chiesa, proprio per l’accoglienza e la cura della vita nascente.

Il referendum irlandese sull’aborto ci ha fatto scoprire che la laicizzazione di quella società, considerata nell’immaginario di tutti di salde tradizioni cattoliche, è ormai avanzatissima. Come verrà affrontato durante l’Incontro il dramma dell’aborto?

La Chiesa deve rendere testimonianza alla verità e alla dignità della persona umana, fin da quando si affaccia alla vita ed è più debole e indifesa; su questo Papa Francesco è testimone esemplare, indicando l’aborto come un gravissimo disordine morale. Recentemente non ha esitato a paragonare la soppressione di bambini che potrebbero nascere con malformazioni, a un 'nazismo in guanti bianchi'. E’ una immagine terribile! Pur non essendo un tema specifico dell’incontro, esso sarà comunque richiamato in alcuni interventi (penso alla relazione del cardinale Tagle: «Scegli la vita: papa Francesco sulla cultura dello scarto», come pure ad alcune esperienze che saranno presentate).

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