Turisti aggrediti perché ebrei. «Crescente clima di intolleranza»
Prima gli insulti, poi le provocazioni, gli schiaffi e il cane contro una coppia in abiti tradizionali che passeggiava di notte vicino al ghetto. Identificatii responsabili, di origine maghrebina

Nuovo episodio di antisemitismo, a Venezia, città che accoglie da secoli gli ebrei nello storico ghetto. Questa volta l’aggressione è toccata ad una coppia di turisti ortodossi. Era la notte tra il 7 ed il 9 settembre, quando, in Strada Nova, a pochi passi proprio dal ghetto, i due, lui americano, lei israeliana, sono stati affrontati – pare al grido «Free Palestine, free Palestine». Palestina libera – mentre sostavano tranquillamente in un chiosco, da un gruppo di giovani (magrebini, si saprà successivamente). Prima gli insulti, gridati in particolare da un tunisino di 31 anni, regolare in Italia. Poi, quando la coppia, spazientita ed anzi impaurita dalle minacce, si è alzata e ha allungato il passo, il gruppo l’ha prima inseguita e quindi circondata, esibendosi in provocazioni irripetibili. Quindi, uno dei giovani ha dapprima schiaffeggiato l’uomo, un altro ha lanciato a terra una bottiglia e i cocci sono saltati sulla caviglia della donna fino a ferirla. Come non bastasse, il rottweiler con cui la banda si accompagnava è stato aizzato contro la coppia. Sono intervenuti, perché già erano in zona, prima gli agenti della Finanza e poi quelli della Questura. I giovani sono stati identificati. Due sono stati trasferiti al Cpr di Bari, per essere rimpatriati, perché espulsi, essendo irregolari. Il terzo ha ricevuto un foglio di via obbligatoria; aveva, infatti, il permesso di soggiorno.
Le prime denunce, all’avvio delle indagini, sono pesanti: minaccia aggravata dall’istigazione o dalla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi. Il tunisino è stato denunciato per percosse. Risiede a Modena, ma il questore di Venezia Gaetano Bonaccorso gli ha vietato di tornare in città per due anni.
Non è il primo episodio di insofferenza nei confronti di turisti ebrei. Qualche settimana fa, due ospiti di religione ebraica chassidica si trovavano in zona Rialto e avevano incrociato tre uomini, che avevano reagito gettando addosso dell’acqua, poi sputando in faccia all’uomo e quindi aizzando contro il cane, che poi aveva morso alla coscia. La coppia era riuscita a rifugiarsi in noto ristorante ebraico. Due mesi fa un docente dell’Università Iuav di Venezia era stato contestato per una presunta sua “vicinanza” con progetti del “Gaza Reconstruction team” appoggiati dal rettore, Brenno Albrecht. «Episodi come questi di certo ci interrogano sul ruolo di Venezia città dell’accoglienza, mentre emerge un clima di intolleranza che oggi colpisce tutta la collettività veneziana» è la reazione della Comunità Ebraica di Venezia. La Comunità fa sapere di avere «appreso con sgomento e preoccupazione la notizia dell’ennesima aggressione antisemita verificatasi la notte scorsa in pieno centro città ai danni di una coppia di turisti ebrei ortodossi» ed esprime «la propria condanna verso un atto vile e ignobile».
Riconosce altresì «il ruolo fondamentale delle istituzioni e l’impegno delle forze dell’ordine nella tutela di ogni libertà, contro ogni forma di discriminazione, e si augura che i responsabili vengano individuati e assicurati alla giustizia». «Venezia è e deve continuare a essere una città aperta, accogliente e sicura» afferma il sindaco Luigi Brugnaro. «Non è accettabile che chi visita Venezia, chi qui cerca bellezza e cultura, diventi vittima di odio religioso, di intolleranza, di violenza gratuita – è stata la reazione del presidente del Veneto, Luca Zaia –. Venezia è città del dialogo, della pace, della convivenza civile: dobbiamo respingere con fermezza ogni comportamento che nega questi valori. Qui non c’è spazio per la violenza e la discriminazione razziale o religiosa: Venezia e il Veneto sono luoghi aperti, accoglienti, ponte tra mondi e non un confine che separa».
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