Salò revoca la cittadinanza a Mussolini

Il sindaco Cagnini spiega la decisione approvata dal Consiglio comunale della città lombarda. «I nostri valori sono nella Costituzione. Un atto amministrativo dal valore simbolico e storico»
February 25, 2025
Salò revoca la cittadinanza a Mussolini
Fototeca Storica Nazionale Ando /Fototeca Storica Nazionale Ando | Mussolini a Salò nel 1944
L’esposizione permanente sulla Repubblica Sociale Italiana non verrà smantellata. Il Museo si trova a due passi dall’hotel Laurin, che tra il 1943 e il 1945 era il ministero degli Esteri di quel che restava di otto milioni di baionette. Salò resta Salò, la “capitale” del «sedicente governo della repubblica sociale italiana», ma questa capitale volta pagina sull’ultima traccia del fascismo: da stasera sul lago di Garda c’è un salodiano in meno. Il Consiglio comunale ha votato per la revoca della cittadinanza onoraria conferita a Benito Mussolini nel 1924. Dodici “sì”,.3 “no” e un’astensione. Per la minoranza un atto ideologico. Impugnabile? Il segretario generale lo ha escluso. Quell’onorificenza è «immeritata». Così ha detto il sindaco, Francesco Cagnini, che ha gestito lo strappo storico in assoluto silenzio. E che pochi minuti dopo il voto di consiglio ci ha rilasciato questa intervista.
Cosa cambierà a Salò dopo questo voto?
Una cosa è certa. Io domani mi risveglierò civico e cattolico. Vado a dormire con la certezza di aver unito e non diviso la mia comunità e di non aver aderito a nessuna ideologia.
Si aspettava tutto questo clamore?
Francamente no, ma proprio per evitarlo tutta la Giunta ha tenuto un bassissimo profilo su questa vicenda: abbiamo continuato a lavorare sulle delibere che producono effetti concreti, ho incontrato l’Anas per la frana di giugno e ci siamo occupati delle rotonde e della casa di comunità che sta nascendo… Insomma, il Comune non si è fermato in attesa di revocare la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini, che resta un atto amministrativo dal valore simbolico e storico, più che politico. Quanto meno nel senso che si attribuisce oggi alla politica, cioè qualcosa che divide la gente.
Ma Mussolini divide, eccome!
Noi non ce l’abbiamo con Mussolini: come personaggio è già stato giudicato dalla Storia e non spetta al sindaco di Salò riscriverla. Noi abbiamo compiuto una scelta politico-amministrativa dal valore profondamente simbolico, che si iscrive in un percorso che abbiamo avviato da tempo e che aveva questa logica conclusione.
Il sindaco Francesco Cagnini - Alessia Garneri
Il sindaco Francesco Cagnini - Alessia Garneri
Francesco Cagnìni ha 29 anni, i suoi genitori sono nati dopo la Seconda Guerra Mondiale, ha una fidanzata, un lavoro… Ma chi glielo ha fatto fare di cancellare quel nome?
Esatto, il sindaco è nato cinquant’anni dopo la fine della Guerra, con quel mondo non c’entra nulla, ma è stato eletto con oltre il 40% dei consensi al termine di una campagna elettorale complicata con una lista civica che riunisce sensibilità e appartenenze diverse. Ciò che rappresenta, come amministratore e come cattolico democratico è l’adesione ai valori della Costituzione della Repubblica Italiana ed è questa l’unica ragione per cui, per sancire che il Comune di Salò cerca ogni giorno di attualizzare quei valori, la maggioranza ha deciso di revocare una cittadinanza onoraria che il governo fascista impose a centinaia di Comuni come il nostro, a metà degli anni Venti. Ricorderei anche che quell’attribuzione non fu decisa dal Consiglio comunale ma da un commissario prefettizio, in quanto l’assemblea era stata sciolta. Cosa ben diversa dalla cittadinanza onoraria conferita dal Consiglio, nel 1902, a Zanardelli. Ma al di là degli aspetti giuridici, la scelta, ripeto, è simbolica e vuole ricordare a tutti che i valori della convivenza civile sono quelli della Carta costituzionale, come ha richiamato recentemente il presidente Mattarella. Ciò che rende simbolico il voto è il percorso: non si arriva a questa revoca per un puntiglio politico, ma dopo numerose manifestazioni con i giovani della città, ai quali abbiamo spiegato la Costituzione e gliela abbiamo consegnata fisicamente; dopo le cerimonie in onore di Teresio Olivelli, cui è intitolata la nostra scuola e che è morto per la libertà e la fede in un lager; dopo la mostra su De Gasperi, uno dei padri della patria e della liberazione dal fascismo. Questa revoca è il simbolo di un’Italia democratica che vuole vivere davvero i valori espressi dalla Carta costituzionale. E, aggiungerò, non credo che a ottanta anni dalla fine della seconda Guerra Mondiale, ci sia chi consideri Mussolini e il fascismo un “valore” da difendere
Non si direbbe, a giudicare dalle botte che le hanno dato nel 2020…
Nessuno picchiò nessuno. Nel 2019 la minoranza di allora propose la stessa mozione che nel 2020 fu respinta. Volò qualche parola grossa e nulla più.
Quindi non ci fu alcun pestaggio, come invece si racconta?
Leggende metropolitane. Ciò non toglie che andasse affermato un principio: viviamo in una repubblica costituzionale che ha una sua storia e la difende. In tal senso, questa revoca non guarda al passato ma al futuro: alla luce dei valori della repubblica il defunto Benito Mussolini non meritava quella onorificenza e il Comune gliel’ha revocata, con un atto amministrativo che non costa nulla, inserito in un ordine del giorno che contiene decine di punti più importanti.
Quindi è un atto storico che riscrive ma non riscrive?
Scrive una pagina nuova. Per intenderci, Mussolini come personaggio politico non meritava né merita la cittadinanza ma a Salò continuerà a lavorare il centro studi sulla Repubblica Sociale Italiana e il Museo manterrà la permanente sull’ultimo fascismo. Questa però è solo una parte della nostra vita. Quella più importante è il futuro dei giovani di Salò, che vogliamo scrivere sulle righe della Costituzione e di una Repubblica che ha ben altri protagonisti da celebrare, come Olivelli e De Gasperi, appunto.

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