Roma, non ce l'ha fatta l'operaio rimasto ferito nel crollo. Il lavoro è un'emergenza
Oltre al crollo della Torre dei Conti si sono registrate in poche ore altre 5 vittime nei cantieri e nei campi. Di Bella (Anmil): «Ogni vittima è una sconfitta»

È stato estratto vivo dai vigili del fuoco dopo undici ore, ma le sue condizioni erano così gravi che Octay Stroici, l’operaio sessantaseienne originario della Romania rimasto intrappolato dopo il doppio crollo di questa mattina, 3 novembre, della Torre dei Conti in largo Corrado Ricci, in via dei Fori Imperiali, a Roma, è morto poco dopo essere stato estratto dai pompieri, dopo le 22.30. «Era cosciente», ha detto il comandante dei vigili del fuoco di Roma, Adriano De Acutis. Ed è stato caricato subito sull’ambulanza, dove i sanitari gli hanno praticato il massaggio cardiaco, per poi portarlo al Policlinico Umberto I dove nella notte è deceduto. In un punto stampa, dopo la partenza dell’ambulanza, è intervenuto anche il prefetto di Roma, Lamberto Giannini, che aveva sottolineato l’eccezionalità dell’operazione di estrazione del ferito, soprattutto dopo il secondo crollo che aveva reso i soccorsi molto più difficili. Soccorsi ai quali hanno preso parte 140 soccorritori. «Sono durati tanto, perché continuavano a verificarsi altre frane con la caduta di calcinacci».
Il primo crollo è avvenuto intorno alle 11.20. Il secondo verso le 13. Sotto le macerie sono rimasti quattro operai. Uno di loro è stato estratto subito e portato all’ospedale San Giovanni di Roma in codice rosso per un trauma cranico, ma è stato dimesso in serata. Altri due sono stati recuperati con un’autoscala dalle impalcature di sostegno su cui erano rimasti bloccati, e hanno rifiutato il trasporto in ospedale. Ad avere la peggio è stato appunto un romeno di 66 anni, lavoratore per una ditta edile con sede in Prati, che, cosciente, è rimasto intrappolato sotto le macerie per oltre 10 ore.
La Procura di Roma nel pomeriggio aveva aperto un’inchiesta. Nel fascicolo dei pm di Piazzale Clodio, oltre al reato di lesioni colpose, anche quello di disastro colposo.
Ma mentre l'Italia restava con il fiato sospeso per la sorte dell'operaio sepolto dalle macerie della Torre dei Conti a Roma, altri cinque lavoratori perdevano la vita nel giro di una manciata di ore. A Crevoladossola, in provincia di Verbania Cusio Ossola, è deceduto Tarcisio Valci di 56 anni. L'uomo è precipitato dal cassone di un camion mentre stava lavorando alla Ossola Marmi e Graniti, società del settore lapideo. Intervenuti sul posto, i medici del 118 hanno tentato a lungo di rianimarlo, purtroppo invano. Da una decina di metri è, invece, caduto Ancara Pakash, operaio 31enne di origine indiana, che ha perso la vita in una cava di Nuvolera, in provincia di Brescia. Secondo quando ricostruito dagli inquirenti, l'uomo ha perso l'equilibrio mentre lavorava a un blocco di marmo, precipitando nel vuoto. Il terzo lavoratore morto in questa tragica giornata è Franco Gallittu, 51 anni, deceduto mentre era alla guida del trattore nelle campagne tra Tergu e Nulvi, in provincia di Sassari. L'imprenditore agricolo ha perso il controllo del mezzo che si è schiantato contro un albero, precipitando in una scarpata. Gallittu è stato sbalzato fuori, finendo schiacciato sotto il mezzo. A San Giorgio Piacentino ha perso la vita un 64enne che è stato travolto da un muletto di una ditta di materiali edili. Infine, all'ospedale “Clinica Villa dei Fiori” di Acerra, in provincia di Napoli, dopo due mesi di agonia è morto Larco Iazzetta, operaio di Afragola di 63 anni, caduto lo scorso 10 settembre dal quarto piano di una palazzina in costruzione nel quartiere di Scampia.
«È stato l’ennesimo lunedì nero, uno di quelli che lasciano addosso una sensazione di smarrimento e rabbia – dichiara il presidente nazionale Anmil, Antonio Di Bella – perché gli infortuni si ripetono nello stesso modo: una sottovalutazione del rischio, un errore, un istante, e la vita svanisce sul posto di lavoro. Non possiamo accettare che nel 2025 la sicurezza resti ancora una voce secondaria nei bilanci e nelle coscienze. Ogni morte è una sconfitta per tutti e noi dell’Anmil non ci arrenderemo finché ci sarà anche solo una vittima dell’insicurezza nei posti di lavoro». Intanto, nei primi nove mesi dell'anno, le denunce di infortuni mortali (esclusi gli studenti) presentate all'Inail sono state in totale 777, in aumento dello 0,9% rispetto alle 770 dello stesso periodo del 2024. Il dato emerge dagli open data dell'Istituto aggiornati a settembre. In particolare, si registra un aumento dei decessi in occasione di lavoro (570 casi, con un incremento dell'1,2%) ed una stabilità di quelli in itinere (207 casi), ovvero nel tragitto casa-lavoro, denunciati all'Inail. Nel complesso, le denunce di infortunio in occasione di lavoro (sempre al netto degli studenti) nei nove mesi sono state 310.726, in diminuzione dello 0,2% rispetto allo stesso periodo del 2024. Gli infortuni in itinere sono stati 71.594, in aumento del 2,4%: in totale 382.320. In aumento del 9,7% le patologie di origine professionale denunciate, pari a 71.682.
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