Perché l'omicidio di un ragazzo ha indignato Palermo

di Roberto Puglisi Palermo
Duemila persone domenica sera per la morte del ragazzo fuori dal suo locale. Baby gang, spaccio e violenze nei quartieri della movida restano un nodo irrisolto
October 13, 2025
Perché l'omicidio di un ragazzo ha indignato Palermo
Fiaccolata per il giovane 21enne Paolo Taormina ucciso a Palermo / ANSA
C’è un mazzo di fiori, poggiato all’ingresso di un pub, nel centro storico di Palermo, in una tremenda domenica mattina. Lì, nella notte di sabato, è caduto il corpo senza vita di un ragazzo di ventuno anni, Paolo Taormina, figlio dei titolari. Il suo presunto assassino, Gaetano Maranzano, un ventottenne dello Zen, avrebbe confessato il suo delitto. Paolo è stato ucciso, con un colpo di pistola alla testa. Secondo una prima ricostruzione, sarebbe intervenuto per sedare una lite. La tragedia si è compiuta a due passi dal Teatro Massimo, tempio dell’arte della musica, in una delle zone consacrate alla movida e considerate "a rischio". Baby gang, aggressioni, spaccio, violenze, affollano il weekend. Il tema della sicurezza, in città, è molto sentito. Ci sono figure ovviamente stravolte sul luogo dell’omicidio. C’è la mamma di Paolo, Fabiola, che piange e grida, accanto a quel mazzo di fiori. Ci sono le macchie di sangue sul selciato. Sono ore di dolore e di rabbia, a Palermo.
Le indagini sono rapide. Maranzano viene portato in caserma dai carabinieri e poi fermato. In serata, secondo indiscrezioni, avrebbe ammesso di avere sparato. Il movente secondo il suo racconto? Un litigio, risalente a mesi prima, perché la vittima avrebbe rivolto commenti sgraditi, alla sua compagna. Una traccia tutta da verificare. Al vaglio di chi indaga anche le immagini delle videocamere di sorveglianza della zona. In un filmato si noterebbe il caos all’esterno del pub e qualcuno che alza un braccio verso la vittima.  Ulteriori chiarimenti sulla dinamica verranno dall’autopsia, prevista per oggi. Gaetano Maranzano è figlio di Vincenzo, pregiudicato per tentato omicidio, che sta scontando la sua condanna. Lui stesso avrebbe dei precedenti e non disdegna ‘esibizioni’ su Tik Tok con mega-collane d’oro, adornate da ciondoli a forma di pistola. Dopo l’omicidio, Maranzano ha pubblicato una sua foto, usando come sottofondo un passaggio tratto dalla fiction "Il capo dei capi", sul boss Totò Riina.
Palermo si indigna, reagisce e domenica sera decide di scendere in piazza, per protestare contro un clima di insicurezza. In duemila circa si danno appuntamento a piazza Politeama, non distante dalla scena del delitto, con striscioni e megafoni. Il corteo si dirige verso l’epicentro della tragedia. C’è il sindaco, Roberto Lagalla. Parla con i manifestanti: «Il delinquente è stato assicurato alla giustizia – dice -, è morta una vita e quindi non è sufficiente. Io ho il dovere di tutelare questa città come ho il dovere di tutelare i miei figli. Piango con voi». Il sindaco spiega di avere comunicato con il ministero dell’Interno, per chiedere ulteriori rinforzi nel controllo del territorio. Intanto, però l’irreparabile è già accaduto. Chi conosceva Paolo Taormina lo racconta come un ragazzo buono e generoso, pieno di vita e molto serio nel suo impegno di aiuto alla famiglia, per la gestione del pub. C’era chi lo chiamava affettuosamente «l’americano», per via di un soggiorno negli Stati Uniti. La breve parabola dei suoi ventun anni si è conclusa in una camera mortuaria. Con un mazzo di fiori vicino alle macchie di sangue. Con le parole di Fabiola, sua madre: «Il cuore gli batteva ancora, l’ho sentito respirare».
 
 

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