Per finanziare lo sport in manovra spunta un nuovo "gioco" d'azzardo

Dalle fondazioni antiusura alla Caritas sono nette le critiche contro l'ennesima lotteria "Win for Italia Team"
December 19, 2025
Per finanziare lo sport in manovra spunta un nuovo "gioco" d'azzardo
La tabaccheria nel quartiere popolare del Lagaccio, che ha venduto una quota del sistema vincente al Superenalotto, Genova, 17 febbraio 2023. ANSA/LUCA ZENNARO
Netta contrarietà di Caritas italiana, delle fondazioni antiusura e del mondo delle associazioni alla decisione del Governo di introdurre con la manovra economica il nuovo "gioco" d’azzardo, “Win for Italia Team”, per finanziare il mondo dello sport e in particolare il Coni. Una decisione che «desta preoccupazione», definita «inaccettabile» perché «non si può finanziare lo sport ampliando l’azzardo» e quindi da ritirare. Quanto previsto dall’articolo 36ter della Manovra è un gioco numerico a totalizzatore nazionale. Il montepremi sarà pari al 65% della raccolta, mentre al Coni andrà il 26,50%, il resto al concessionario e ai rivenditori. Sugli incassi il Governo mette le mani avanti. «Tenuto conto che si tratta di un gioco di nuova istituzione, non vengono stimati effetti in bilancio», precisa la relazione tecnica, memore degli errori di previsione fatti in occasione dell’introduzione di altri “giochi”.  Esulta il presidente del Coni, Luciano Buonfiglio, che parla di «un risultato incredibile, una benedizione che conferma l’impegno del Governo a sostegno dello sport». Non la pensa così Caritas Italiana che in una nota molto dura esprime «forte preoccupazione» in quanto «la finalità dichiarata di promuovere e rilanciare la pratica sportiva non può giustificare l’estensione di una pratica di azzardo che, nei territori e nelle comunità, produce conseguenze sociali rilevanti e spesso drammatiche»
E per l’ennesima volta torna a ripetere che «l’azzardo non è un gioco: è una pratica che genera dipendenza, impoverimento e sovraindebitamento, colpendo in modo particolare le persone e le famiglie più fragili». Dunque, denuncia il direttore don Marco Pagniello, «legare il sostegno allo sport all’ampliamento dell’azzardo è un cortocircuito culturale e sociale». Infatti, sottolinea, «lo sport ha una vocazione educativa, inclusiva, comunitaria. L’azzardo, invece, alimenta solitudine, debito e fragilità. Nei nostri Centri di ascolto incontriamo ogni giorno persone schiacciate dal sovraindebitamento, spesso aggravato proprio dall’azzardo. Non possiamo far finta che questo legame non esista». Per Caritas Italiana, «particolarmente preoccupante è l’impatto sui giovani e sui minori. In questo quadro, associare l’azzardo allo sport rischia di rafforzarne la legittimazione culturale proprio presso chi dovrebbe essere maggiormente tutelato».
«Sostenere lo sport è una priorità», conclude don Pagniello, «ma farlo attraverso l’estensione dell’azzardo significa spostare il costo sociale sulle spalle dei più fragili». Denuncia analoga arriva dalla Consulta nazionale antiusura San Giovanni Paolo II, che raccoglie decine di fondazioni. Di fronte a «un’emergenza sociale ormai conclamata», si continua a considerare l’azzardo «come leva fiscale, ignorandone le conseguenze sulle famiglie». Inoltre è «ancora più grave» associarlo «all’evento sportivo per eccellenza come le Olimpiadi». Lo sport, si legge nel documento, «dovrebbe rappresentare vero divertimento e svago che mette al centro l’impegno individuale e di squadra nel rispetto delle regole e dell’altro», mentre «l’azzardo non ha nulla di tutto questo». Un fenomeno «indicato come una delle principali cause di indebitamento e che spesso sfocia nell’usura» come mostrano gli accessi in aumento alle Fondazioni. In un momento in cui migliaia di famiglie sono in difficoltà, è la denuncia, «il Paese avrebbe bisogno di tutt’altro: educazione finanziaria, percorsi di prevenzione dell’indebitamento, strumenti per un accesso al credito più efficaci, politiche di tutela dei più vulnerabili. Non di un nuovo gioco che rischia di diventare l’ennesima porta d’ingresso verso la rovina economica e psicologica». Da qui l’appello al Governo affinché «faccia un gesto che risponda al vero spirito delle Olimpiadi rispettando la tregua olimpica, ritirando questa misura». Stessa denuncia arriva dalla campagna “Mettiamoci in gioco” promossa da decine organizzazioni del Terzo settore e dai sindacati. «C’è da “scommettere” che, una volta terminate le Olimpiadi, questo gioco sarà in qualche modo reso strutturale nella già sterminata offerta d’azzardo». Ci sono, infatti, i precedenti.
Nel 2009 con il decreto Abruzzo «che aprì le porte alle Vlt per finanziare la ricostruzione». O nel 2024 con la quarta estrazione settimanale del Lotto per l’alluvione in Romagna. Questa volta, è l’accusa, il “paravento” per giustificare l’ennesimo aumento «non è di natura sociale e solidale, ma sportiva. Un’operazione che tenta di ammantare l’azzardo dei colori dello sport piegandone il significato a fini puramente economici». La Campagna denuncia inoltre l’uso ricorrente della Manovra per interventi sul settore, ricordando lo scorso anno la cancellazione dell’Osservatorio sull’azzardo e del fondo specifico per il contrasto alla dipendenza. Ad insorgere sono anche le opposizioni. Pd e M5s hanno presentato subemendamenti per eliminare il nuovo “gioco”. «Il meccanismo è elementare e brutale: più persone giocano, più perdono, più lo Stato incassa. Lo sport viene tenuto in piedi non da investimenti pubblici strutturali, ma dalla diffusione di una dipendenza», denuncia il dem Stefano Vaccari, coordinatore dell’Intergruppo parlamentare per la sensibilizzazione sui rischi del gioco d’azzardo.

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