Pensioni, fisco, lavoro: tutto quello che è entrato in manovra e che cambierà dal 2026
La riduzione dell’Irpef è la misura cardine, ma sul pacchetto fiscale “pesa” la quinta rottamazione. Bonus e Imu, svolta per le paritarie. I 3,5 miliardi per le imprese, mini-stangata su banche e assicurazioni. Misure penalizzanti per le pensioni, segnali positivi per il lavoro

Centodieci senza lode, tanti sono i voti a favore e molte di più le polemiche che hanno portato al via libera del Senato alla manovra, con 66 contrari e due astenuti. «Tutto è bene ciò che finisce bene», tira un sospiro di sollievo Giancarlo Giorgetti. La sua legge di Bilancio riveduta, riscritta, ripensata e corretta nel maxi-emendamento firmato dal Governo ha superato lo scoglio. Il passaggio alla Camera dopo Natale è ormai poco più che formale, per consentire l’approvazione entro la fine dell’anno ed evitare l’esercizio provvisorio. Ma erano anni che conflitti tanto aspri all’interno della stessa maggioranza non avevano messo a rischio il provvedimento cardine per la vita dell’esecutivo. Tanto più che il sì è stato condizionato allo stralcio di ben 5 punti, i quali - secondo indiscrezioni - avrebbero sollevato dubbi anche al Quirinale. Ecco tutte le misure in vigore dal 2026.
Pensioni: sale l’età, addio a Opzione donna. I giovani penalizzati sul cumulo
Già le prime sorprese sono amare. La “linea Maginot” del centrodestra sulla previdenza si sbriciola: l’età pensionabile (67 anni), ferma da anni, salirà di un mese nel 2027 e di altri 2 mesi nel 2028. E “Opzione donna”, l’unico canale di quiescenza anticipata fatto apposta per il gentil sesso (ne hanno usufruito 190mila lavoratrici), pur introdotto dal leghista Maroni nel 2004, va definitivamente in soffitta. Per fortuna sono state cassate, dopo forti polemiche, altre norme penalizzanti: l’estensione della “finestra” per le uscite anticipate e la stretta sul riscatto della laurea. Di buono c’è solo che gli assegni minimi crescono di 20 euro al mese. Sono tagliati però - per circa 40 milioni - i fondi per garantire l’accesso anticipato alla pensione per i lavoratori precoci. Dal 1° luglio 2026, poi, i dipendenti del settore privato alla prima assunzione saranno obbligati col “silenzio-assenso” (quindi se non daranno diversa indicazione entro 60 giorni) a versare il Tfr nei Fondi pensione; nello stesso tempo, però, si vieta di usare le somme di questi fondi per accedere alla pensione di vecchiaia in via anticipata (cioè a 64 anni) con almeno 20 anni di contributi e se si è pienamente nel regime contributivo: una norma voluta dal Governo Meloni appena un anno fa e ora cancellata perché, ha spiegato il ministro Giorgetti, «non sembrava interessare molto». Eppure l’uscita a 64 anni per legge resta possibile solo con assegni da circa 1.700 euro, cioè per chi avrà carriere continue: quindi il cumulo avrebbe fatto comodo. Sempre in tema di Trattamento di fine rapporto, si estende la platea delle aziende che dovranno conferire il Tfr all’apposito fondo dell’Inps: dall’anno prossimo dovranno farlo anche quelle con 60 dipendenti, poi toccherà alle imprese con 50 e - dal 2032 - alle più piccole, con 40 addetti.
Fisco: giù l’Irpef fino a 50mila euro. Ma salgono ben sette tributi
È la misura-cardine della legge: l’imposta per antonomasia, l’Irpef, viene tagliata per poco meno di 3 miliardi l’anno. Si riduce dal 35% al 33% il dovuto sui redditi fino a 50mila euro lordi (ne beneficiano, quota parte, anche i redditi più alti; l’effetto si annulla soltanto sopra quota 200mila euro). L’aliquota ridotta di due punti alleggerisce così l’Irpef da un minimo di 20 euro (1,6 euro al mese) per chi guadagna 29mila euro l’anno fino a 440 euro, come beneficio massimo. Accanto a questa, però, ci sono altre norme che rappresentano invece un inasprimento. In primo luogo le accise sul gasolio, quelle che Meloni stessa chiedeva di ridurre quando era all’opposizione, sono equiparate (per motivi ambientali, è la giustificazione) a quella sulla benzina e salgono di 4,05 centesimi al litro: sono attesi 500 milioni l’anno. Altri 320 milioni (e 640 poi a regime) arriveranno nel 2026 dall’art. 20 che prevede il balzello di 2 euro per ogni pacco in arrivo da Paesi extra-Ue di valore inferiore a 150 euro. Un miliardo e mezzo nel triennio è previsto dal classico aumento delle sigarette: 15 centesimi da gennaio, poi altri 11 dal ‘27 e ancora 14 nel ‘28. Incassi (per 115 milioni) anche dall’Rc auto, con l’aumento del 10% dell’aliquota per la polizza infortuni e assistenza stradale. E c’è il raddoppio, dallo 0,1 allo 0,2%, per la Tobin tax su ogni transazione finanziaria sui mercati, che la Lega una volta voleva abolire. Sale pure la tassa di soggiorno nelle grandi città d’arte, dove i sindaci potranno chiedere fino a 12 euro al dì a chi pernotta, con un “extra” di 5 euro nei Comuni “olimpici” (a Venezia si potrebbe arrivare a 15 euro a notte). Più modesto, infine, il gettito atteso dal ritocco delle imposte sulle criptovalute, che salgono dal 26 al 33%.
Famiglie e scuola: prima casa fuori dall’Isee. Fondi per i caregiver e aiuti agli istituti paritari con il bonus (e l’Imu tolta)
Esce dal computo dell’Isee (ma solo per la richiesta di alcuni benefici, come l’assegno unico per i figli) la prima casa d’abitazione, fino a 200mila euro di valore nelle 12 città più grandi; per tutte le altre il tetto è innalzato a 91.500 euro ed è previsto poi un aumento di 2.500 euro per ogni figlio convivente successivo al primo. Sono stanziati 20 milioni per il bonus sui libri scolastici di medie e superiori assegnato, tramite i Comuni, alle famiglie con Isee sotto i 30mila euro. In tema scolastico, però, la novità più rilevante è l’arrivo (grazie a un emendamento di Noi moderati), sempre con lo stesso tetto di reddito Isee, di un bonus fino a 1.500 euro per studente destinato ai nuclei che scelgono la scuola paritaria per le medie o il primo biennio del ciclo superiore. Su proposta della Lega si chiarisce inoltre definitivamente che gli istituti non statali, che svolgono attività non commerciale e che richiedono una retta inferiore al “costo medio per studente”, non sono tenuti a versare l’Imu. È potenziata poi la retribuzione all’80% per i primi tre mesi di congedo parentale ed è estesa ai 14 anni (prima era 12) l'età del figlio per fruire del congedo facoltativo. Arriva un fondo di 20 milioni per il sostegno abitativo ai genitori separati e uno per i “caregiver” familiari, con una dotazione di 1,15 milioni di euro per il prossimo anno. Rifinanziata per il biennio 2026/27 la carta “Dedicata a te” sui beni alimentari. Ci sono, infine, 18 milioni in più per il fondo di contrasto alla violenza contro le donne.
Banche e assicurazioni: per loro la stangata maggiore. Aumenta anche l’Irap “discussa”
Dopo le modifiche in commissione Bilancio, banche e assicurazioni pagano ancor più il contributo maggiore a questa manovra: circa 11 miliardi di euro nell’arco dei tre anni. Per gli istituti di credito arriva l'aumento dell'Irap di due punti percentuali, lo slittamento delle Dta (cioè i crediti fiscali differiti nel tempo, che quindi fanno pagare di più nell’immediato) e la possibilità di attingere alle riserve con aliquote ridotte nei primi due anni. Viene anche ulteriormente ridotta la deducibilità sulle perdite pregresse. L'aumento dell'Irap (da cui sono escluse le holding industriali, le società di gestione dei fondi comuni di investimento e quelle di investimento a capitale variabile) vale anche per le assicurazioni. Settore, quest’ultimo, a cui vengono chiesti altri 1,3 miliardi attraverso il versamento di un acconto pari all'85% del contributo sul premio delle assicurazioni dei veicoli e dei natanti dovuto per l'anno precedente.
Rottamazione: arriva la “quinta” sulle cartelle. Versamenti spalmati su 9 anni
La cosiddetta “pace fiscale” è la misura-bandiera della Lega, che l’ha fortemente voluta. Scatta così una nuova rottamazione, la “quinquies”: si potranno estinguere i debiti maturati per somme non pagate e notificate tramite cartella esattoriale dal primo gennaio 2000 al 31 dicembre 2023. Si potrà fare con un pagamento unico o spalmato su 9 anni e 54 rate bimestrali da minimo 100 euro. Per i pagamenti rateali il tasso d’interesse è stato ridotto in commissione dal 4 al 3%. A questa nuova sanatoria (senza interessi) si potrà aderire entro aprile del prossimo anno e il primo pagamento è previsto da luglio 2026. Secondo la relazione tecnica, la misura potrebbe generare un gettito complessivo di 9 miliardi di euro nel periodo 2026-2036. Diversamente dalle rottamazioni precedenti, il contribuente decadrà dal beneficio se ometterà il versamento di due rate, anche non consecutive. Su un altro fronte, sale da 8 a dieci euro la soglia esente dalle tasse dei “buoni pasto”.
Imprese: previsto un pacchetto da 3,5 miliardi
Dall’anno venturo arriva l'iper-ammortamento su base triennale: la misura vale per gli investimenti in beni strumentali effettuati fino al 30 settembre 2028 su prodotti “made in Eu”, quindi europei. Saltano le aliquote agevolate per gli investimenti “green”. Dopo il tira e molla degli ultimi giorni, è stato confermato un pacchetto da circa 3,5 miliardi (quello che ha fatto “lievitare” l’importo della manovra) con maggiori risorse per il credito d'imposta chiesto in relazione a “Transizione 5.0” e la vecchia “Transizione 4.0” i cui fondi erano andati esauriti (con nuovi fondi per 1,3 miliardi in totale) e alla Zes (532,64 milioni), la zona economica speciale unica per il Meridione. Dal 2028 viene introdotta la ritenuta d'acconto per i pagamenti tra le imprese, con un'aliquota ridott allo 0,5% il primo anno e che salirà poi all'1% dal 2029. Vengono incrementate le risorse stanziate per il 2027 e il 2028 per gli incentivi relativi ai processi di aggregazione. Non mancano però anche dei tagli: viene colpito il fondo per lo Sviluppo e la coesione, con le risorse ridotte di 300 milioni di euro per il 2026 e di 100 milioni per ciascuno degli anni 2027 e ‘28. Non sono stati decurtati, ma slittano al 2032 e 2033 780 milioni di euro programmati per gli investimenti connessi al Ponte sullo Stretto di Messina.
Casa: sale la cedolare secca. I bonus confermati
La cedolare secca sugli affitti brevi è stato il primo terreno di scontro in maggioranza. Alla fine si è raggiunta la quadra su questo schema di aliquote: sul primo immobile resta il 21%, la tassa sale al 26% solo dal secondo immobile mentre dal terzo scatta la tassazione prevista per l’attività di impresa vera e propria. Quanto ai bonus per la casa, il comparto edilizio farà i conti con il primo vero anno in cui il superbonus 110% sarà solo e soltanto un ricordo (nonostante continui ad avere effetti di trascinamento sui conti pubblici). Per il 2026 è confermato però il bonus ristrutturazioni al 50% per la prima casa. Il beneficio resta al 36% per le altre abitazioni. Prorogato anche il Sismabonus, nell’ambito di una generale conferma delle misure economiche e produttive per le aree sismiche del Centro Italia. Resta in vista il bonus mobili, con uno sconto del 50% fino a 5mila euro. Dal punto di vista regolamentare, si segnala che anche gli immobili condonati potranno accedere agli incentivi edilizi. Vengono inoltre stanziate risorse per il “Piano casa” (ma non più di 200 milioni circa e con il nodo dei tempi di attivazione dei fondi) e arriva un contributo per il sostegno abitativo destinato a genitori separati o divorziati.
Lavoro: agevolati gli utili “partecipati” e gli aumenti di produttività
l fondo per detassare i premi di produttività nelle aziende resta di 200 milioni annui, ma è esteso (senza disporre però risorse aggiuntive) anche alle “somme erogate a titolo di partecipazione agli utili”. E nella relazione tecnica si cita esplicitamente la legge 76 del 2025, quella promossa dalla Cisl che chiedeva appunto che ora fosse finanziata. Per ambedue le voci si prevede di applicare un’imposta ridotta in modo significativo all’1%, entro il tetto di 5mila euro. Un’altra norma significativa riguarda gli ultimi aumenti stabiliti nei rinnovi contrattuali: saranno tassati al 5%, ma se ne amplia l’efficacia perché cresce il tetto di reddito. L’applicazione dell’imposta sostitutiva è passata infatti dalla previsione originaria di 28mila euro a quella di 33mila euro; e la misura, pensata all’inizio per i rinnovi siglati nel 2025 e 2026, è stata estesa nell’esame in commissione all’anno 2024. Novità di un certo rilievo anche per il comparto della sicurezza. Viene incrementato di 20 milioni annui dal 2026 il fondo per la “specificità” del personale delle Forze armate, delle forze di polizia e dei vigili del fuoco. Arrivano 114 milioni per l’anno prossimo in modo da incrementare i servizi di tutela dell'ordine anche in relazioni alle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina. E scatta un anno più tardi l'innalzamento dell'età pensionabile per le forze dell'ordine.
Editoria e cultura: mix tra nuovi fondi e tagli. Sport, si punta ancora sull’azzardo
Dal 2027 arriva, finanziato con uno stanziamento di 180 milioni, il “Bonus Valore Cultura”, che sostituirà l’originaria “18App” varata dal governo Renzi: si tratta di una carta elettronica per i maturandi finalizzata all'acquisto di libri, biglietti di concerti o di musei. L’assegnazione sarà automatica, senza bisogno di presentare domanda. Alla fine è stata ridotta la stretta sui fondi del ministero della Cultura destinati al cinema, che è passata dal taglio iniziale di 150 milioni l’anno venturo a uno di “soli” 90 milioni. Arrivano inoltre 60 milioni per il fondo unico per il pluralismo, impiegato per sostenere gli editori di quotidiani e periodici cartacei. Niente più tagli alle tv locali (erano stati previsti in un primo tempo per 20 milioni), mentre a partire dal 2026 si riduce il finanziamento alla Rai derivante dal canone per esercizi pubblici e commerciali. Nell’ambito sportivo e olimpico (ma con ricadute sulla ludopatia) viene istituito l’ennesimo “gioco”: si chiama “Win for Italia Team” e servirà a sostenere i progetti olimpici della squadra tricolore. Aumentano i fondi per l'America's cup a Napoli: vengono accresciuti di altri 2 milioni il prossimo anno e di un milione nel 2027. Viene rifinanziato con 5 milioni il Fondo sport per gli studenti universitari, destinato all'erogazione di borse di studio per alti meriti sportivi.
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