mercoledì 2 ottobre 2019
Acquisiti documenti e computer. L'Espresso: nel mirino compravendita di immobili e flussi finanziari. Sospesi 5 tra dirigenti e impiegati. Fonti interne: operazione trasparenza
Una veduta del Vaticano (Archivio Ansa)

Una veduta del Vaticano (Archivio Ansa)

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Un nuovo scandalo finanziario in Vaticano? Il punto di domanda è obbligatorio - e dovrebbe essere anche bello grosso - di fronte alle notizie di origine giornalistica che oggi hanno dato seguito al comunicato ufficiale, questo invece proveniente dalla Sala Stampa della Santa Sede, che lunedì aveva informato circa una verifica in corso all’interno delle Mura Leonine. Si tratta in pratica dell’acquisizione di documenti e computer, operata nella stessa mattinata di lunedì presso alcuni uffici della Segreteria di Stato e della Autorità di Informazione Finanziaria (Aif) dello Stato della Città del Vaticano, autorizzata con decreto del Promotore di Giustizia del Tribunale, Gian Piero Milano e dell’aggiunto Alessandro Diddi. Il tutto in seguito alle denunce, sottolineava il comunicato, «presentate agli inizi della scorsa estate dallo Ior e dall’Ufficio del Revisore Generale, riguardanti operazioni finanziarie compiute nel tempo».

Oggi un articolo de L’Espresso.it dal titolo forte («Vaticano, clamoroso scandalo milionario») asseriva che per «operazioni finanziarie compiute nel tempo» si devono intendere «alcune compravendite immobiliari milionarie all’estero, in particolare immobili di pregio a Londra, e alcune strane società inglesi che avrebbero partecipato al business» e che «gli investigatori starebbero analizzando anche alcuni flussi finanziari dei conti su cui transita l’Obolo di San Pietro». Il pezzo riportava anche un provvedimento di sospensione cautelativa dal servizio riguardante cinque persone: monsignor Mauro Carlino, capo ufficio informazione e documentazione della Segreteria di Stato, il direttore dell’Aif, Tommaso Di Ruzza, Vincenzo Mauriello*** e Fabrizio Tirabassi, minutanti presso la Segreteria di Stato, e Caterina Sansone, addetta di amministrazione della stessa Segreteria di Stato.

Quest’ultima informazione non è stata né confermata né smentita dalle fonti ufficiali della Santa Sede, ma in ambienti vaticani si fa notare che monsignor Carlino non aveva alcuna autorizzazione per compiere operazioni finanziarie, ma solo compiti di amministrazione. Gli stessi ambienti sottolineano che la notizia dell’indagine non deve necessariamente portare alla conclusione di colpe e di scandali gravi, ma va inserita nel quadro della più ampia trasparenza possibile raccomandata da papa Francesco a tutti i livelli. Intanto, si fa notare, è una richiesta di chiarimento partita dall’interno del Vaticano e non da autorità "estere" (e con la strana particolarità che è stato l’organo controllato - lo Ior - a chiederla nei confronti del controllante, l’Aif).

Inoltre il tutto si iscrive nella attività di controllo e di revisione sui conti e sul bilancio che fa parte dell’ampia riforma della Curia promossa dal Pontefice e tuttora in corso. Le prassi del passato, viene ricordato, anche a motivo del costante dialogo in corso con gli organi Ue (Moneyval ad esempio) preposti alla correttezza delle transazioni finanziarie, chiedono di essere incanalati dentro parametri confrontabili con l’esterno e dall’esterno leggibili con chiarezza. Ove questo non sia immediatamente riscontrabile, si procede a verifica. Senza che per questo debbano per forza essere immaginati scandali e gravi responsabilità personali.

*** AGGIORNAMENTO DEL 16 FEBBRAIO 2022

Il procedimento penale a carico di Vincenzo Mauriello è stato archiviato."Si ritiene che non siano stati raccolti gli elementi necessari per poter esercitare l'azione penale", si legge nel decreto. "Dalle evidenze istruttorie - precisano i legali in una nota - è emerso che le linee dell'operazione di investimento immobiliare di Londra erano state definite in una riunione in Segreteria di Stato svoltasi nel giugno 2014. Una riunione a cui Mauriello non aveva partecipato. Anche nelle fasi successive a quella nella quale fu deliberata l'operazione immobiliare e, in particolare, quelle che hanno condotto al perfezionamento della stessa, non è emerso alcun suo coinvolgimento personale. Mauriello si è limitato all'acquisizione delle informazioni sul conto di Raffaele Mincione".

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