sabato 27 luglio 2019
Al Festival dell'Alta Felicità molte le voci contro la scelta del governo di proseguire l'opera. Oggi pomeriggio il corteo. Incontro con esponenti dei gilet gialli
Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli

Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli

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La notizia che l'Italia ha inviato ieri sera alla Ue la lettera con cui conferma l'intenzione di proseguire nella realizzazione della Torino-Lione non è stata accolta bene a Venaus tra i partecipanti al Festival dell'alta felicità che alle 13.30 si ritroveranno al punto di informazioni per prendere parte al corteo contro la Tav. Sulla missiva indirizzata all'Inea, l'Agenzia esecutiva per l'innovazione e le reti della Commissione europea, c'è la firma di un dirigente del Mit e non quella del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli, contrario al'opera, e il timbro della segreteria di Palazzo Chigi. «I cinquestelle ci hanno voltato le spalle - spiega Laura D'Aniello, studentessa di Lingue - avevano detto una cosa sulla Tav e ora ne fanno un'altra. Un atteggiamento vergognoso». «Ci sentiamo traditi - ribatte Giuliano Verdicchio, 28 anni, che per partecipare al Festival è arrivato ieri sera a Venaus con la fidanzata dalla Sicilia -. Io credo a questa battaglia perché degli amici mi hanno spiegato quanto è dannosa la Tav. E ho votato Cinquestelle pensando anche a questa situazione che dura da anni ma sono deluso perché alla fine per il Sud il governo non fa niente, per la Tav ha fatto decidere a Salvini». Maria Padovano, invece, 45 anni, ha portato con sé anche sua figlia di 4 anni. «Sono venuta qui - racconta - perché la Tav non ci serve. La Val di Susa deve restare com'è, non ci interessano i soldi ma la Valle deve essere salvata e abbiamo capito che il governo ha preso una posizione che non ci aspettavamo, quindi dobbiamo lottare ancora più di prima». Nell'accampamento che ieri sera si è riempito ancor di più di tende, sono spuntati anche dei cartelli che chiariscono il gelo dei partecipanti nei confronti dei Cinquestelle. «Non ci sono governi amici», recita uno dei cartelli.

Intanto la questura di Torino ha disposto controlli alla stazione di Porta Nuova in vista della manifestazione No Tav di oggi pomeriggio (partenza alle 13.30), con il corteo che proverà ad avvicinarsi al cantiere di
Chiomonte. In particolare, in queste ore gli agenti stanno monitorando i flussi di passeggeri diretti in Val di Susa, identificando eventuali persone sospette.

In attesa della marcia No Tav, proseguono gli appuntamenti del Festival Alta Felicità giunto alla terza giornata con appuntamenti e concerti. Protagonisti del primo dibattito sono alcuni esponenti dei gilet gialli francesi. «La protesta dei gilet gialli ha molte similitudini con la storia del movimento - spiegano alcuni organizzatori - la stessa forza di cambiamento e il potenziale capace di mettere in crisi il governo di Macron e l'establishment francese. Riteniamo importante cercare alleanze con chi si batte per mettere in crisi il sistema. La loro lotta è la nostra lotta. In loro vediamo la possibilità di vedere un cambiamento a livello generale anche per la Val Susa».

Sul palco allestito nell'area del Festival sono intervenute due esponenti dei gilet gialli, Toria e Ines, che hanno raccontato la loro esperienza nel movimento. "Dopo il fallimento degli scioperi contro la riforma per lo statuto dei ferrovieri - spiega Toria - non sono tornata a casa ma ho continuare a combattere e a sostenere i colleghi vittime della repressione del capitalismo, perché il capitalismo non accetta la ribellione" "Sono fiera di far parte di questo movimento - aggiunge Ines - ci batteremo ancora di nuovo e per sempre. La determinazione è essenziale nella lotta e dopo 9 mesi siamo sempre qui".

Mentre i vigili del fuoco sono intervenuti per soccorrere cinque ragazzi partecipanti al campeggio No Tav a Venaus rimasti bloccati in una isoletta nel torrente Cenischia a causa di un'onda di piena. È accaduto ieri e per l'intervento in soccorso ai giovani, che hanno avuto solo momenti di paura, ma non problemi sanitari, è stato attivato un elicottero.

Infine si sposta al 30 settembre la scadenza per non perdere i fondi Ue destinati alla Tav. Secondo
quanto si apprende, la dichiarazione del premier Conte ha di fatto disinnescato la scadenza inizialmente prevista per fine luglio, data entro la quale la Ue voleva conoscere le intenzioni italiane e francesi sull'opera. Ora i due Paesi dovranno aprire un tavolo tecnico per capire come spalmare i fondi: tutto dovrà essere deciso entro il 30 settembre, per non perdere gli oltre 600 milioni di euro già assegnati.



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