mercoledì 27 marzo 2024
Più Europa si divide: Pizzarotti attacca l’intesa con Iv. La fumata bianca ancora non c’è, ma il simbolo è pronto. Bonino punta a candidarsi, Renzi valuta il passo di lato. I nomi Nicolini e Caiazza
Il simbolo della nascente lista Stati Uniti d'Europa

Il simbolo della nascente lista Stati Uniti d'Europa - Web

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L’intenzione è tutta confermata, ma la fumata bianca finale ancora non c’è. L’unione centrista-riformista degli Stati Uniti d’Europa aggiunge un altro mattone alla costruzione dell’accordo plurilista tra +Europa, Italia Viva,i Libdem Europei di Andrea Marcucci, il Psi di Enzo Maraio, i Radicali italiani e Volt per dar vita a una formazione “di scopo” a trazione europeista, secondo la prima idea di Emma Bonino. Ieri pomeriggio nella sede di +Europa, vicino largo Argentina, si sono definite le regole d’ingaggio, sono circolati i primi nomi dei candidati ed è stato anche definito il simbolo: la scritta “Stati Uniti d’Europa” in grande su uno sfondo blu e arancio con le stelle che richiamano l’Europa e, sotto in piccolo, i loghi dei 5 partiti radunati. Veti e liti interne non danno tregua, però. Oltre a Carlo Calenda che ribadisce il suo no al “tutti insieme” («Azione non farà mai una lista di sopravvivenza, e poi noi siamo già sopra il quorum» del 4%, ha detto ieri l’ex ministro dello Sviluppo, oggetto di nuovi attacchi da parte dei renziani), è soprattutto dentro +Europa che gli animi sono accesi attorno al progetto, A innescare la miccia, come noto da tempo, è Federico Pizzarotti, l’ex sindaco di Parma oggi presidente del partito come esponente della componente di Energie Nuove: «Ci preme sottolineare che la direzione nazionale non ha mai approvato questa lista, né ha mai discusso una formale proposta congiunta», si legge in una nota diffusa da Pizzarotti, che derubrica il dialogo con il partito di Renzi a un’iniziativa presa «a titolo personale».

Lo statuto di +Europa ha una complessità che frena ancora l’intesa piena, ma questo avvertimento non genera troppe apprensioni nella fazione di matrice radicale che, forte del segretario Riccardo Magi, di Benedetto Della Vedova (ieri ambedue presenti all’incontro, mentre per Iv c’era la senatrice e coordinatrice nazionale Raffaella Paita) e di Bonino, si dice sicura di controllare l’assemblea e la direzione del partito. «Ho ricevuto un mandato che ora sarà riversato all’interno della prossima riunione di direzione. Non c’è nessuna forzatura», ha risposto Magi al collega di partito Pizzarotti che, stando ad alcune voci, sarebbe indotto alla frenata anche da un’interlocuzione in corso con il corregionale Enzo Richetti, deputato di Azione.

Non è, peraltro, l’unico “giallo” di giornata. Il segretario della Dc, Totò Cuffaro (che nel suo passato ha una condanna, scontata, prima della riabilitazione dopo che è stata dichiarata estinta l'interdizione perpetua dai pubblici uffici), ha parlato di un incontro a Roma con Renzi e il deputato siciliano Davide Faraone, ma Iv smentisce: «Non c’è mai stata una discussione sulla candidatura alle Europee di Cuffaro perché non l’ha mai chiesta», ha riferito Faraone. Porte chiuse pure all’ex leghista no-vax Francesca Donato. Poi c’è il tema Calenda, affrontato anche dalla stessa Bonino smorzando i toni: «Se lui vuole andare da solo perché dopo un anno e mezzo non sopporta Renzi, va da solo. Preferisco quest’altra alleanza. Sempre nella speranza che Calenda torni. La lista di scopo è sempre aperta», ha ribadito. «Faremo una lista con la migliore classe dirigente disponibile. Se Emma Bonino prende quella strada lo dovrà spiegare ai suoi elettori, che sono molto sensibili sul tema dei diritti civili. Io con Renzi ho già dato», ha replicato Calenda.

Per i nomi e la quadra finale, dopo i rispettivi passaggi interni, si dovrà attendere la settimana prossima. Ma, com’è ovvio, qualche ragionamento è già stato impostato. Pare che Bonino vorrebbe che il senatore Renzi, a questo punto, non si candidasse, ma l’ex premier mette nero su bianco: «Io non metto veti su nessuno,m ma non accetto veti», facendo capire però al contempo di essere disposto anche a candidarsi in una sola circoscrizione o a un “sacrificio” totale. D’altronde egli stesso non sarebbe entusiasta di una candidatura Bonino, che invece c’è. Come ci sono i nomi di Giusi Nicolini, ex sindaca di Lampedusa, nelle Isole, dell’avvocato Giandomenico Caiazza per il Centro e di Teresa Bellanova, l’assessore campano (e già europarlamentare) Nicola Caputo e Maraio per il Sud. E Paita conclude: «La lista si farà. E chi oggi ci crea problemi tra due settimane ci chiederà di farne parte».

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