martedì 29 giugno 2021
Il summit dei ministri di Esteri e Sviluppo chiuso con un impegno ambizioso. Di Maio ottimista: «Tutti d’accordo, sul clima dobbiamo cooperare». Sereni: «Costruire insieme un modello più sostenibile»
Accoglienza del ministro degli Esteri Luigi Di Maio e della vice ministra Marina Sereni ai capi delegazione Sviluppo durante il G20 a Matera

Accoglienza del ministro degli Esteri Luigi Di Maio e della vice ministra Marina Sereni ai capi delegazione Sviluppo durante il G20 a Matera - ANSA

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Obiettivo “fame zero” entro il 2030. Il vertice dei 50 ministri degli Esteri e dello Sviluppo del G20, per la prima volta in Italia, si chiude con la Dichiarazione di Matera sullo sviluppo sostenibile globale, sostenuta dai tre pilastri della presidenza italiana,

people, planet,

prosperity o – come dice

il ministro degli Esteri Di Maio soddisfatto per la convergenza dei partecipanti

– «persone, pianeta e prosperità». Un’unanimità diplomatica che non annulla i distinguo della Cina, che sul riscaldamento globale parla di «responsabilità comuni, ma differenziate», e chiede la rimozione delle barriere su commercio e investimenti.


Al vertice di Matera a Palazzo Lanfranchi è Di Maio ad accogliere i colleghi dei Paesi G20, di Onu e Ue. Riunione quasi in presenza, tranne per Cina, Brasile e Australia. Russia e Corea del Sud inviano i viceministri. Nell’agenda c’è il rilancio del multilateralismo e un approfondimento sulle politiche di inclusione di giovani e donne, commercio, transizione energetica. Una sessione di lavoro è tutta per il finanziamento dello sviluppo sostenibile.

Ed è la viceministra degli Esteri Marina Sereni a presiedere la sessione specifica dei ministri dello Sviluppo. Se «la priorità è fermare il virus», ricorda, «non dobbiamo perdere di vista le cause profonde di questa crisi e di quelle incombenti, costruendo insieme un modello di sviluppo più sostenibile». Sereni solleva il tema della mobilitazione di «tutte le risorse possibili per finanziare lo sviluppo sostenibile e garantirne un impatto positivo».

«La riduzione della povertà, la sicurezza alimentare e sistemi alimentari sostenibili – è l'impegno dunque dei ministri degli Esteri e dello Sviluppo del G20 nella Dichiarazione di Matera – sono fondamentali per porre fine alla fame, incoraggiare la coesione sociale e lo sviluppo della comunità, ridurre le disuguaglianze socioeconomiche, sia tra i paesi che all’interno, sviluppare il capitale umano, promuovere l’uguaglianza di genere e l’emancipazione dei giovani e promuovere la crescita economica inclusiva globale e lo sviluppo sostenibile». Adottando la Dichiarazione di Matera si impegnano a «rispettare le priorità della sicurezza alimentare intensificando gli sforzi per garantire un’alimentazione sicura e adeguata per tutti», preservare «l’agrobiodiversità e fare affidamento su scienza, innovazione, pratiche commerciali avanzate e comportamenti responsabili che integrano le conoscenze tradizionali, la cultura alimentare locale e le migliori pratiche» per l’obiettivo Onu “fame zero nel 2030”.

A fine giornata Di Maio sfoggia ottimismo: «Al di là delle differenze e delle distanze di alcuni Paesi, siamo tutti d’accordo che sul cambiamento climatico dobbiamo cooperare. Anche dove ci sono differenze – ammette – dobbiamo cercare con tutte le forze di affrontare insieme lo stravolgimento climatico e rendere sostenibili le nostre società». È stata proprio la pandemia ad evidenziare che «multilateralismo e cooperazione sono fondamentali per rispondere alle sfide globali». È la posizione dell’Europa: per la commissaria Ue per i partenariati internazionali, Jutta Urpilaine, «è giunto il momento di agire in modo collettivo e coordinato». La Dichiarazione di Matera, spiega, «chiede a tutti noi di passare a un sistema alimentare sostenibile, resiliente e inclusivo». Oggi si replica a Bintisi, con una specifica seduta riservata ai soli dei soli ministri dello Sviluppo dei 20.


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