giovedì 21 dicembre 2023
Parere contrario sulla ratifica della modifica del Fondo salva stati. Lega e FdI hanno votato contro, FI si è astenuta. Opposizioni all'attacco: governo in confusione
I deputati di Fdi cercano di raggiungere i banchi del M5s

I deputati di Fdi cercano di raggiungere i banchi del M5s - ANSA

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È sempre no dalla maggioranza al Fondo salva stati, ma Forza Italia non è d'accordo e si astiene. La commissione Bilancio della Camera approvato il parere contrario sulla ratifica della modifica del Mes, coi voti contrari di Lega e FdI, mentre i forzisti non hanno votato. Il parere, riformulato in parte rispetto a quello inizialmente presentato dalla relatrice di FdI, non è stato comunque approvato. Assenti in commissione gli esponenti del M5s. L'esame poi è passato immediatamente all'emiciclo di Montecitorio grazie a una inversione dell'ordine del giorno. E l'Aula della Camera ha di nuovo respinto il trattato, votando quindi contro il meccanismo di stabilità. I voti a favore sono stati 72, 184 i contrari, 44 gli astenuti, bocciando il primo articolo del testo. Tensione alle stelle tra Fdi e M5s, ma tutte le opposizioni contro il governo. Ma Palazzo Chigi fa sapere che «la modifica al Mes era di relativo interesse».

Fonti di Palazzo Chigi riferiscono che il Governo, che si era rimesso al Parlamento, ha preso atto del voto dell'Aula di Montecitorio sulla scelta di non ratificare la modifica al trattato Mes, sottolineando che «si tratta di un'integrazione di relativo interesse e attualità per l'Italia, visto che come elemento principale prevede l'estensione di salvaguardie a banche sistemiche in difficoltà, in un contesto che vede il sistema bancario italiano tra i più solidi in Europa e in Occidente». In ogni caso, fanno sapere, «il Mes è in piena funzione nella sua configurazione originaria, ossia di sostegno agli Stati membri in difficoltà finanziaria. La scelta del Parlamento italiano di non procedere alla ratifica può essere l'occasione per avviare una riflessione in sede europea su nuove ed eventuali modifiche al trattato, più utili all'intera Eurozona».

La giornata comincia in commissione Bilancio dove la relatrice di Fdi Ylenja Lucaselli rassicura: «Non ci saranno reazioni negative dei mercati», anche senza la ratifica dell'Italia «il Mes resta», si parla solo del «Salva-banche e per fortuna il sistema bancario italiano gode di ottima salute», dice la relatrice del ddl sulla ratifica della modifica del Mes. «Qua alla Camera per sei mesi non se parlerà più. Alla domanda su cosa potrebbe accadere al Senato, risponde: Non sono li, al Senato è un altro discorso».

I leghisti ribadiscono il loro no: «Sul Mes la Lega non ha mai cambiato idea in vent'anni - dice il vicepremier Matteo Salvini - perché è uno strumento inutile se non dannoso che porterebbe un lavoratore italiano a dover mettere dei soldi per salvare una banca tedesca. Non penso sia utile e siccome il Parlamento è sovrano, il Parlamento vota in base all'interesse nazionale italiano: i tedeschi fanno gli interessi tedeschi, noi quelli degli italiani». Salvini commenta mentre inaugura un ponte a Sasso Marconi, perché in aula non si fa vedere nessun ministro. Ai banchi del governo solo sottosegretari.

Di diverso avviso Forza Italia e Noi Moderati, che si astengono. «La maggioranza è unita e compatta - si affretta però a precisare il capogruppo azzurro in commissione Bilancio della Camera Roberto Pella- e la nostra astensione è coerente con la nostra storia e non pregiudica la compattezza della maggioranza». Alla fine in commissione a favore della ratifica del Mes vota Pd, Iv e Azione. Contro Fdi, Lega e M5S. Ad astenersi FI, Avs e Noi Moderati.

Dure le reazioni di tutte le opposizioni. Lo scontro si posta subito in aula dove si sfiora la rissa tra Fdi e M5s. Mentre parla Maurizio Lupi di Noi Moderati, il deputato Tommaso Tondo del M5s stelle lo interrompe. Lupi lo invita a calmarsi. Dai banchi di Fratelli d'Italia partono i deputati Salvatore Caiata, Mauro Rotelli e Gerolamo Cangiano, che si dirigono minacciosi verso i banchi dell'opposizione. Si frappongono i commessi, mentre il vicepresidente Fabio Rampelli invita a far tornare l'ordine in assemblea. Il voto finale conferma l'orientamento della Commissione. L'aula boccia.

Critico il Pd. «Il pacchetto di Meloni in Europa è diventato un pasticciaccio. Tra Mes e Patto di Stabilità il governo è in confusione ideologica», attacca la vicepresidente dem del Parlamento Europeo Pina Picierno. «Sarebbero servite alleanze e rigore, partendo dalle proposte della Commissione e dalla condivisione con le principali forze europeiste, invece che presentarsi a Montecitorio e palazzo Madama per offendere le opposizioni. La destra è contro l'Europa e la finzione moderata si sta scoprendo per quella che è: una maggioranza confusa sul ruolo di primo piano che il paese ha sempre avuto e sulle riforme necessarie per un'Unione più forte e coesa».

Il leader del M5s Giuseppe Conte in aula attacca: «Meloni ha detto che avevamo fatto passare il Mes col favore delle tenebre. Ha mentito al Parlamento. Solo oggi decidete su Mes e ve ne assumete le responsabilità. Noi lo abbiamo rifiutato quando tutti volevano costringere l'Italia. Nel 2020 abbiamo lavorato per migliorarlo e renderlo un accordo comunitario e non intergovernativo. Oggi avete portato alla chetichella la votazione in Aula, ma gli italiani non sono così stupidi. Mascherate i vostri fallimenti e il Mes rimarrà, grazie a voi, un accordo intergovernativo, e non comunitario».

«La maggioranza compie una scelta anti nazionale», dichiara il deputato di +Europa Benedetto Della Vedova: «Chiedo alla presidente Meloni di venire in aula: perché questa è solo una diatriba interna alla maggioranza, che porta ad un errore clamoroso. Le motivazioni sono sbagliate e il patto di stabilità che ha firmato Giorgetti prevede l'analisi di sostenibilità del debito pubblico: altro che Mes! Voi siete peggio di Orban, che si ferma un millimetro prima del baratro in Europa, voi siete ignavi».​

Critica anche Italia Viva: «Avevano parlato di politica del pacchetto - dice Davide Faraone, capogruppo alla Camera - ma o hanno rifilato un pacco agli altri Paesi europei, o più probabilmente hanno votato contro il Mes perché ieri hanno ricevuto un pacco dai Paesi europei. , dopo il voto contrario dell'Aula alla ratifica del Mes. In tutte e due le ipotesi Giancarlo Giorgetti ne esce ampiamente delegittimato».

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