mercoledì 13 marzo 2019
Il Parlamento Europeo ha dato il via libera all’istituzione del Corpo Europeo di solidarietà, già sperimentato con un programma pilota nel biennio 2018-2020
La sede del Parlamento europeo a Strasburgo in Francia (Ansa)

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Un progetto che diventa stabile nel quinquennio 2021-2027, con fondi e regolamenti autonomi. Cioè con gambe proprie su cui camminare, portando i giovani europei tra il 18 e i 30 anni a fare un’esperienza di volontariato trasnazionale ampliando gli orizzonti del già presente servizio volontario europeo. Con amplissima maggioranza – 513 sì, 95 no e 64 astenuti – e dando un segnale forte ieri a Strasburgo la plenaria del Parlamento Europeo ha dato il via libera all’istituzione del Corpo Europeo di solidarietà, già sperimentato con un programma pilota nel biennio 2018-2020. Ma rispetto ai 376 milioni di fondi stanziati in questa prima fase, adesso l’Europa si è impegnata a inserire nel prossimo esercizio finanziario fondi per 1,1 miliardi di euro, di cui il 20% sono risorse aggiuntive nuove. Anche perché l’idea di avere l’opportunità di aiutare gli altri (fino a 12 mesi) è piaciuta molto agli under 30 del continente, visto che dal lancio dell’iniziativa nel 2016 più di 70mila ragazzi si sono registrati al portale online dedicato e 7mila stanno già partecipando ad attività di inclusione sociale, integrazione dei migranti e sostegno delle comunità locali. Come quella di Norcia – dove è stato applicato per la prima volta il piano pilota – in cui i ragazzi europei hanno aiutato a ripristinare i servizi essenziali dopo il terremoto.

Con l’approvazione di questo regolamento nel Parlamento Europeo «stiamo dando un importante segnale, in tempi spesso bui e oscurantisti per la solidarietà in Europa», spiega non senza soddisfazione l’eurodeputata dem Silvia Costa (gruppo S&D), perché «si compie un importante passo in avanti verso l’istituzione di un nuovo, stabile, programma dell’Unione dedicato per la quasi totalità ad attività di volontariato dei giovani, compresi quelli più fragili». Così come proposto in commissione Cultura, l’assemblea ha approvato anche la divisione delle attività per l’86% al volontariato puro, l’8% a tirocini e lavoro (è stata inserita l’obbligatorietà della remunerazione per evitare abusi) e il 6% agli aiuti umanitari (qui non esiste limite d’età e si stima vi parteciperanno circa 4.500 persone). Più stringente anche il programma di controlli e il 'marchio di qualità' che le organizzazioni partecipanti dovranno dimostrare di avere. «L’augurio adesso è che il prossimo Parlamento Europeo – conclude Costa – riparta da questo testo per avviare i negoziati con i governi al fine di rendere il programma strutturale».

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