giovedì 14 novembre 2019
Padre Gaetani (Cism): giusto garantire libertà di scelta. Suor Alfieri: introdurre il costo standard. Mille istituti paritari hanno chiuso ma altri (anche nuovi) stanno offrendo risposte serie a tanti
Il cardinale Gualtiero Bassetti al seminario sulla scuola paritaria promosso da Usmi e Cism (Siciliani)

Il cardinale Gualtiero Bassetti al seminario sulla scuola paritaria promosso da Usmi e Cism (Siciliani)

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La vita delle scuole cattoliche non è facile, perché manca in Italia una vera parità che altri Paesi riescono a garantire tra scuole statali e non statali». Ma anche se «negli ultimi 10 anni hanno chiuso mille istituti», aggiunge subito il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, «non dobbiamo indurci a considerazioni pessimistiche. Ci sono anche tante realtà in cui le scuole aprono per dare risposta alla domanda di educazione cristiana che le famiglie desiderano per i propri figli».

Ancora una volta la Chiesa italiana fa sentire la propria voce per denunciare i rischi che la scuola paritaria sta correndo. Lo fa in un seminario promosso da Usmi e Cism (con il patrocinio del Senato e della Cei), che rappresentano tante congregazioni religiose con un forte carisma educativo e sono promotrici di scuole cattoliche.

Il presidente della Cei dice con chiarezza che «non siamo qui per chiedere privilegi o scorciatoie, e neppure per sottrarci dai controlli doverosi, ma intendiamo tornare a chiedere per i genitori la piena libertà di scelta in campo educativo» che la legge 62/2000 non è riuscita ancora a risolvere.

Lo riconosce anche la presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, nell’intervento che ha aperto l’incontro romano. «La legge 62 – sottolinea la presidente – molto ha fatto per dare vita a principi costituzionali, ma non ha prodotto i risultati sul piano sostanziale». Una legge non completata che ha come riflesso quello di «non permettere a tutti l’accesso ai percorsi educativi ritenuti più validi. Eppure moltissime ricerche dimostrano come una sana concorrenza darebbe la possibilità di valorizzare i percorsi educativi e la professionalità dei docenti. Un aspetto che farebbe bene all’intero Paese».

Invece, avverte padre Luigi Gaetani, presidente nazionale della Cism, «ci troviamo a domandarci se possiamo assistere inerti alla circostanza che il ricco sceglie fra una scuola pubblica statale e pubblica paritaria, mentre il povero obtorto collo deve accontentarsi?». Parole amare per realtà scolastiche che invece «vogliono garantire la libertà di scelta dei genitori in campo educativo».

Gli fa eco don Roberto Dal Molin, referente Cism nell’Unesu: «In Italia il sistema scolastico è egualitario sulla carta, ma nei fatti non rimedia le differenze tra gli studenti legate al contesto familiare e sociale, anzi concorre a incrementarle». Ma «possiamo accettare che delle famiglie si trovino davanti al dilemma di non comprare scarpe nuove per garantire la retta dei propri figli a scuola?» si domanda il cardinale Bassetti, che aggiunge: «Non stiamo parlando di scuole confessionali, ma di vere e proprie scuole aperte a tutti».

Cosa fare allora? Una strada, risponde suor Anna Monia Alfieri delegata dell’Usmi nel Consiglio nazionale della scuola cattolica (Cnsc), «è rappresentata dall’introduzione del costo standard di sostenibilità, che coinvolga l’intero sistema scolastico e riconosca ogni singolo alunno titolare di un buono, garantendo davvero la libertà di scelta dei genitori». È uno degli strumenti indicati nel documento del Cnsc dal titolo "Autonomia, parità e libertà di scelta". «Forse è giunto il tempo di sedersi attorno a un tavolo per dare piena attuazione alla legge 62» chiede il presidente della Cei rivolgendosi al ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti. La scuola cattolica e le sue realtà associative «sono pronte», cosi come le congregazioni religiose presenti in Cism e Usmi. A parlare deve essere adesso il mondo politico e le Istituzioni.

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