sabato 27 luglio 2019
Migliaia di manifestanti a Chiomonte. Alcuni violano la zona rossa e riescono a entrare nel cantiere. Scontri con la polizia e lacrimogeni, 48 denunciati. L’ira contro il M5s: «Ci avete venduti»
Fotogramma

Fotogramma

COMMENTA E CONDIVIDI

Gli scontri iniziano attorno alle 17 e si capisce subito che saranno duri. Prima il corteo di migliaia di manifestanti (per gli organizzatori 15mila), si divide in due parti: una prosegue lungo la strada consueta, l’altra si disperde nei boschi. Sono quelli che salgono fra le piante che ingaggiano battaglia. Il via viene dato da chi tenta, mentre vengono lanciate pietre, di aprire la pesante cancellata posta a sbarramento del sentiero che da Giaglione conduce al cantiere Tav di Chiomonte. Giovani incappucciati che di valsusino sembrano avere poco o nulla. Dopo un lavoro durato una mezz’ora, il varco viene aperto dando via libera verso il cantiere.

Intanto, nei boschi è una pioggia di lacrimogeni ai quali si risponde lanciando pietre. Un agente viene leggermente ferito. Forzando la cancellata, i No Tav violano la cosiddetta zona rossa, una fascia di rispetto tra boschi, prati, sentieri e strade carrozzabili in cui è vietato mettere piede. Per questo 48 di loro, tra cui esponenti del centro sociale Askatasuna di Torino, saranno denunciati. Poi il corteo si divide ancora e una parte di esso arriva fino allo sbarramento finale del cantiere: divisi da una rete, da un lato un centinaio di manifestanti, dall’altro i poliziotti che lanciano lacrimogeni. È lì che si scatena, quando tutto pare finito, il lancio di petardi e bombe carta contro le forze dell’ordine. «Abbiamo raggiunto l’obiettivo: volevamo raggiungere il cantiere e ce l’abbiamo fatta» dice poi una storica attivista No Tav.

Violenza dunque, che stona con quanto dicono alcuni del movimento. «La violenza io l’ho vista da una parte e dall’altra», dice per esempio Paolo Anselmo che parla in modo pacato ma deciso e che fa parte del gruppo "Cattolici per la vita della Valle". Aggiunge: «È comunque da condannare».

Mentre Alberto Perino, capo storico del Movimento, aggiunge: «Le cose che sono successe sono quelle normali di una resistenza popolare». Lo stesso che però a inizio corteo diceva: «Io spero sia una manifestazione bagnata ma partecipata, fatta con la testa e non con la pancia perché chi oggi tira una pietra, sappia che lo fa solo per fare un regalo a Salvini».

E Alberto Prieri (un altro dei punti di riferimento del movimento): «Noi per prima cosa non vogliamo nuocere alle persone, agli animali e alle piante. Purtroppo essendo molto aperti e liberi, è inevitabile che vi siano infiltrazioni di persone violente. Occorre lavorare perché vi sia sempre una tensione alta ma mai situazioni irreparabili».

Sabato, però, prima delle bombe carta e dei lacrimogeni è stato il giorno dell’elaborazione del lutto per il movimento. Della delusione e della rabbia nei confronti del M5S. Sempre Perino: «Questo governo ha fatto quello che hanno fatto gli altri. Ci hanno traditi come tutti gli altri e ce lo aspettavamo».

Ma è mischiandosi al popolo della Valle che si capisce di più. Valerio Colombaroli ha 70 anni e da 31 fa parte del Movimento No Tav. Si commuove raccontando lo stato d’animo con il quale vive questi giorni: «Vede – spiega –, abbiamo avuto degli alti e bassi, sconfitte e vittorie. Ma la vita non deve essere fatta di tradimenti. I 5 Stelle erano il nostro riferimento politico e adesso non posso accettare una pugnalata alle spalle così». E poi aggiunge: «Il problema è che loro parlavano di onestà, ma quando vai a Roma tutto cambia. Loro non hanno avuto dignità politica ma spariranno».

Torna a parlare Anselmo: «Il governo ci ha lasciati sconcertati. Prima dei 5 Stelle siamo nati noi e loro si sono appoggiati a noi e noi abbiamo creduto in loro. Adesso siamo allibiti». Poco importa che Luigi Di Maio scriva su Facebook a caratteri cubitali: "Noi non ci arrendiamo! Noi pensiamo al paese, non facciamo regali a Macron". A Di Maio Perino risponde, tra gli applausi: «Ci avete venduti, come tutti gli altri. Non prendeteci più in giro».

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: