Salvini: il Ponte farà rientrare giovani. Allarme per l’impatto sul territorio

Il vicepremier in Calabria, a Santa Trada, dove “poggerà” l’opera: «Operai al lavoro a settembre, espropri più generosi». Caminiti, sindaca di Villa San Giovanni: temiamo per sopravvivenza del
August 6, 2025
Salvini: il Ponte farà rientrare giovani. Allarme per l’impatto sul territorio
Studio Pirrotta / fotogramma.it |
Dopo il “via libera” istituzionale del Cipess, Matteo Salvini porta il Ponte sullo Stretto dritto nella campagna elettorale calabrese, iniziata pochi giorni fa con le dimissioni e ricandidatura del forzista Roberto Occhiuto. Dalla collina di Santa Trada, sopra Villa San Giovanni, punto d’origine calabrese dell’opera, il vicepremier e ministro delle Infrastrutture si concede una lunga passerella tra battute e rassicurazioni. «Nel ‘400 c’erano i “no cupola” contro Brunelleschi, negli anni ‘50 una minoranza non voleva l’autostrada del Sole», dice mettendo in conto le proteste.
Che già sono in atto. E proseguiranno. Stasera i “no Ponte” si raduneranno a Messina sotto lo slogan «vogliamo l’acqua e non la guerra», con riferimento al fatto che l’opera potrebbe rientrare, con qualche forzatura, in quelle opere infrastrutturali classificabili come “sicurezza”. In realtà le prime grane per il Ponte sono già in tribunale, per opera dei ricorsi degli ambientalisti. E nelle prossime settimane ci si attende che i Comitati si oppongano anche alla delibera del Cipess. Non solo: l’avvio del cantiere, previsto a settembre, passa per lo spinoso nodo degli espropri, con la promessa di «incentivi» che fa irritare Patto del Nord, partito antagonista del Carroccio nelle Regioni settentrionali. Inoltre, l’Ue deve ancora fornire la Valutazione ambientale.
In più, ci sono le rimostranze degli enti locali. Il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà, Pd, stigmatizza la «passerella elettorale» del vicepremier e lamenta le mancate risposte del Mit alle osservazioni del Comune. Ma se la reazione del primo cittadino dem può essere classificata come “politica”, quella di Giusy Caminiti, sindaca di Villa San Giovanni, entra nel merito di problematiche concrete. «Il cantiere impatterà sul perimetro della città in maniera imponente. Non siamo preparati a questo. E non è corretto - dice in un’intervista al Corriere della sera - lasciare le case prima degli studi di fattibilità». Per la prima cittadina, nota anche per la sua esposizione contro la ‘ndrangheta, il tema è la «sopravvivenza» della sua comunità.
Salvini tira dritto. Non chiude e non apre all’ipotesi di intitolare il Ponte a Silvio Berlusconi. Ma il suo è soprattutto un discorso elettorale per i cittadini calabresi: «La politica ha mantenuto una promessa che i siciliani e i calabresi sentivano farsi da secoli. Ora la palla passa agli ingegneri, agli architetti, ai tecnici». «Gli espropriati - promette - saranno indennizzati di più - aggiunge - e da settembre vedrete gli operai al lavoro». Grazie a quest’opera, dice, «i giovani non saranno costretti a scappare» perché il Ponte, effettivamente finito sotto i riflettori del mondo, «porterà migliaia di posti di lavoro» che, porteranno anche a rientri dal Nord e dall’estero, secondo le stime del Mit.
E poi, «si risparmierà tempo in macchina e in treno, si inquinerà di meno e cambierà completamente il volto sia di Messina che di Reggio Calabria». Come già detto a margine del Cipess, il Ponte avrà anche una sua metropolitana di tre fermate.
E le possibili infiltrazioni mafiose? Quando si è parlato del Ponte in Parlamento, il Colle è andato in allarme per l’ipotesi di derogare alle procedure ordinarie di controllo, che sono più severe di quelle previste per le opere straordinarie e urgenti. «Ci sarà attenzione quotidiana - dice Salvini -. Le Prefetture sono già al lavoro, il ministero dell’Interno monitorerà, ci sono le Procure... nemmeno un euro deve finire nelle tasche sbagliate». E poi, «se non si possono fare opere pubbliche in Italia per colpa della criminalità organizzata, allora non potrei più costruire nemmeno scuole o ospedali».
Già, i controlli del Viminale, vecchio e insuperabile amore di Salvini. Per il vicepremier, infatti, la realizzazione dell’opera vale quanto il suo operato agli Interni per fermare gli sbarchi, durante il governo Conte. Un ricordo che il capo della Lega porta sempre con sé.
Insomma, il primo colpo di piccone per il Ponte sembra vicino. La promessa è che analoga accelerazione ci sarà anche sull’alta velocità per Reggio Calabria, altro cavallo di battaglia storico nelle elezioni regionali.
Mentre sui social fioccano vecchi video in cui lo stesso Salvini protestava contro il Ponte, e altri, freschi, in cui afferma che in caso di terremoto «devastante» proprio il Ponte resterà in piedi, resta il significato politico della visita. Per Salvini il bis del forzista Occhiuto non è un problema, c’è il suo placet. Almeno qui il centrodestra non ha un rebus da risolvere.

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