giovedì 19 maggio 2016
Campane a lutto e lenzuola bianche: la protesta di Procida.
«Salvate il pronto soccorso»
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Tensione e tanta preoccupazione a Procida, la piccola isola del Golfo di Napoli, per il nuovo piano di ridimensionamento dell’unico presidio ospedaliero locale, il Gaetanina Scotto. Si prevede infatti la soppressione del pronto soccorso attivo 24 ore e la sua sostituzione con un punto di primo intervento per la cosiddetta osservazione breve, con tre posti letto a fronte dei nove attuali. «Che vuol dire – commenta don Lello Ponticello, parroco e decano dell’isola – che il malato, chi ha bisogno di essere curato, sarà mandato a Napoli». I procidani sono perciò in mobilitazione permanente e si sono costituiti in un Comitato Cittadino. Le parrocchie e gli operatori pastorali, le associazioni e i movimenti sono non solo solidali con la popolazione contro la decisione della Regione Campania, ma partecipano con iniziative alla protesta. Ieri il primo segno: campane a lutto e lenzuola bianche ai balconi. Il Consiglio comunale è in seduta continua e sono all’esame di sindaco e consiglieri le dimissioni in blocco. La certezza è che «ci faremo sentire in ogni sede » e che «appoggeremo tutte le proteste dei cittadini, comprese quelle più plateali» anche il blocco del porto. «Sarebbe un taglio grave e inamissibile – afferma Dino Ambrosino, sindaco di Procida – che metterebbe a repentaglio le vite degli isolani e dei turisti, costringendo a dirottare in terra ferma ogni emergenza di tipo sanitario». Sulla base del decreto ministeriale 70/2015, il Commissario per la sanità in Campania, Joseph Polimeni, non ha tenuto in considerazione l’ipotesi di una deroga, in ragione dell’insularità di Procida, e ha deciso, continua il sindaco, «di penalizzarci, anche rispetto alle altre due isole campane, Ischia e Capri. Ma noi non ci stiamo». Di qui una serie di lettere di protesta, compresa quella inviata ufficialmente al governatore della regione Campania, Vincenzo De Luca, mentre il neonato comitato di cittadinanza attiva, affila le armi e prepara una manifestazione pubblica.  «L’attuale organizzazione del nostro ospedale – spiega il sindaco Ambrosino – prevedeva l’accorpamento con il Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli: attraverso la turnazione dei medici in servizio, abbiamo un Pronto soccorso attivo 24 ore sui 24, con specialisti in chirurgia, medicina, ostetricia. Oggi, con il dissennato piano di ridimensionamento, resterebbe solo il presidio dell’anestesista, e ogni emergenza sarebbe dirottata in terra ferma in idroambulanza o eliambulanza. Vorrebbe dire perdere almeno un’ora, che in casi del genere, può risultare fatale. È per questo che alzeremo la voce». Trent’anni fa l’isola si batté dopo la morte di una giovane procidana, penalizzata dall’assenza di un presidio organizzato e funzionale.  E ora gli 11mila abitanti non sono disposti a rinunciare alle stesse conquiste legate al diritto alla salute. Rispondendo all’appello, il governatore Vincenzo De Luca ha assicurato che nessun problema sorgerà anche nel caso in cui, nell’ambito della riorganizzazione, si dovesse procedere alla chiusura del Pronto Soccorso. «I servizi verranno garantiti» ha precisato.
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