mercoledì 28 settembre 2022
Gli aumenti di prezzo dell’energia mettono in forte difficoltà gli enti del Terzo Settore. Gallo (Elleuno): «Le bollette da un anno all’altro sono passate da 960mila euro a 2 milioni e 220mila euro»
Rsa, i costi ormai sono fuori controllo
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Dopo i due anni a dir poco complicati vissuti durante la pandemia, per le Residenze sanitarie assistenziali (Rsa) e servizi semiresidenziali nuove difficoltà vengono ora dagli aumenti dei costi dell’energia. «Nel periodo tra ottobre 2021 e luglio 2022 abbiamo pagato bollette per 2 milioni 220.501 euro rispetto ai 960.069 dello stesso periodo dell’anno precedente» riferisce Enrico Gallo, vicepresidente di Elleuno, cooperativa sociale, con base in Piemonte ma presente in dieci Regioni . «Ci auguriamo che, dopo un monitoraggio, il governo intervenga da un lato per consentire di modificare le condizioni economiche dell’appalto; dall’altro per prevedere immediati ristori per una situazione eccezionale».

I prezzi dell’energia sono un problema enorme, segnalato a livello continentale dall’Unione europea delle cooperative (Uecoop), che parla di «costi assolutamente insostenibili». Spiega Gallo: «La maggior parte delle strutture sono pubbliche, con gestione spesso in appalto a enti del Terzo Settore. Le rette per un ospite non autosufficiente sono di circa 100 euro, a seconda delle Regioni, e sono composte da due componenti. La quota sanitaria, quella parte di retta che arriva al gestore direttamente dalle Asl, viene determinata dalle Regioni ed è ferma da quasi dieci anni (solo il Piemonte le ha aumentate di recente). Poi c’è la quota sociale, che viene sostenuta dall’ospite con la partecipazione dei Comuni di residenza. In questo caso l’entità delle rette viene concordata da accordi tra Asl, Comuni e gestori, entro limiti di compatibilità». Sottolinea Gallo: «Non va dimenticato che in dieci anni ci sono stati anche due rinnovi dei contratti, con un aumento del costo del personale, che pesa per il 70 per cento sui bilanci».

Di fronte agli aumenti dell’energia il comparto è in sofferenza e teme fortemente l’arrivo dell’autunno, con l’accensione degli impianti di riscaldamento: «Anche se – ricorda Gallo – anche l’estate con i condizionatori, indispensabili per i nostri ospiti, ha visto un consumo incomprimibile dell’energia elettrica». E i costi dell’energia sono cresciuti del 166% in un anno. La cooperativa Elleuno – con circa 2.500 soci dipendenti e che gestisce una cinquantina di strutture residenziali e semiresidenziali, per un totale di circa 1.200 posti letto – si fa portavoce delle difficoltà dei gestori, che lamentano un’emergenza per i costi: impossibile ridurre riscaldamento a ospiti fragili, così come è impossibile aumentare i costi delle rette. E complessivamente, in tutta Italia, gli anziani ospiti delle Rsa sono circa 300mila.

Di qui la richiesta di un intervento governativo in due direzioni: «Un ristoro degli extra costi dell’energia – sottolinea Gallo – che sono facilmente quantificabili in base al numero di ospiti e dei giorni di degenza. E una revisione delle condizioni stabilite dagli appalti attualmente in essere». «Capisco – aggiunge – che tutti hanno avuto questi aumenti, ma vorrei che si ricordasse che le strutture residenziali e semiresidenziali ospitano persone spesso non autosufficienti, e che spesso non possono essere ospitate nelle loro famiglie. Se le Rsa fossero costrette a chiudere, dove sarebbero ricoverati gli ospiti? Occorre anche evitare un equivoco: le strutture sono spesso pubbliche, ma sono gestite da cooperative sociali come la nostra, e non sono quindi finanziate come un ospedale, ma sulla base delle condizioni stabilite nella gara d’appalto».
Il futuro si presenta estremamente difficile. «Nuovi problemi sorgono dal fatto che il nostro fornitore di energia elettrica ci ha proposto, dal 1° ottobre, contratti di tre mesi con prezzi indicizzati. E vengono chieste fideiussioni bancarie esorbitanti».

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