lunedì 23 dicembre 2019
Dopo giorni di apprensione, la piccola potrà riabbracciare la mamma e rientrare in Italia. Già nel 2016 l'uomo l'aveva portata in Siria, dov'era rimasta per tre anni
Il tribunale di Milano ha aperto un'inchiesta sul rapimento della bambina

Il tribunale di Milano ha aperto un'inchiesta sul rapimento della bambina - Ansa

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È in volo per Copenaghen, la mamma della bambina di 11 anni rapita dal padre, venerdì scorso a Milano e rintracciata, sana e salva, poche ore fa ad Aarhus, la seconda città della Danimarca. Dopo tre giorni di angoscia, la donna, una 53enne originaria dell'Ecuador, ma da anni residente nel capoluogo lombardo, potrà finalmente riabbracciare la figlia, prelevata dal padre, un 42enne di origini siriane, al termine della scuola e subito portata all'estero. Già nel 2016, l'uomo aveva rapito la figlia - al centro di una contesa tra i genitori in via di separazione - portandola in Siria, dove era rimasta per tre anni, riuscendo a rientrare in Italia solo al termine di una complessa operazione di polizia internazionale. La stessa collaborazione che ha permesso di ritrovare la piccola in pochi giorni.

La telefonata alla mamma

Secondo quando raccontato dalla madre al proprio avvocato, la svolta c'è stata nel cuore della scorsa notte. Verso le 2 la bambina ha telefonato alla mamma, che ha subito girato il numero agli investigatori, ricevendo dalla piccola anche la propria geolocalizzazione. Secondo il legale, la chiamata è stata effettuata alla presenza del padre, che avrebbe intenzionalmente facilitato il lavoro degli investigatori, per non aggravare ulteriormente la propria posizione. A suo carico, la procura di Milano ha comunque aperto un fascicolo per sottrazione internazionale di minori.

«Il regalo di Natale più bello»

«Sono orgogliosa per il lavoro e la professionalità della squadra Mobile di Milano e dello Scip della Criminalpol», ha detto il ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, ringraziando la Polizia «che ha fatto il regalo di Natale più bello a una mamma distrutta dal dolore e dall'angoscia per tre lunghissimi giorni».

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