lunedì 22 giugno 2009
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I tre quesiti referendari sulla riforma elettorale sono nulli poiché non è stato raggiunto il quorum di votanti necessario, pari al 50% più 1 degli aventi diritto, un risultato che è stato definito dalla Lega Nord, tra i più strenui oppositori di queste consultazioni, come "un'altra vittoria". A votare sono andati infatti in media circa il 23% degli elettori, secondo i dati quasi definitivi sull'affluenza diffusi dal Viminale.Per il primo quesito (scheda viola) relativo all'abrogazione del collegamento tra liste e della possibilità di attribuire il premio di maggioranza alle coalizioni di liste alla Camera ha votato il 23,2% degli aventi diritto. Se fosse statoa pprovato questo referendum il premio sarebbe stato attribuito di fatto alla lista che ottiene più voti e non alla coalizione.Stessa percentuale anche per il secondo quesito (scheda beige) relativo al Senato Dove il premio di maggioranza è su base regionale).È di poco più alta invece (23,7%) l'affluenza per il terzo quesito (scheda verde), che riguarda l'abrogazione delle candidature multiple. Questo quesito, a spoglio ancora in corso, ha anche registrato la più alta percentuale di sì.È dal 1997 che nessun referendum abrogativo è risultato valido, per mancanza del necessario quorum.Il referendum odierno ha segnato il record negativo di affluenza nella storia dei referendum e ciò, secondo il ministro dell'Interno leghista Roberto Maroni "merita una riflessione"."Il referendum deve tornare ad essere un modo con cui i cittadini si esprimono nella democrazia rappresentativa. Occorre anche sensibilizzare i promotori, perché il costo di queste consultazioni rimane a carico del contribuente", ha spiegato il ministro al Viminale, aggiungendo che proporrà per questo una modifica sulla legge che regola i referendum "per evitare che uno strumento importante di democrazia diretta diventi inutile".Nei tre quesiti odierni ha prevalso il sì: secondo i dati provvisori, con oltre 50.000 sezioni scrutinate su 61.428, nella scheda viola sul premio di maggioranza alla Camera ha votato a favore l'78,5% e sul secondo quesito al Senato a votare sì è stato il 78,6% degli elettori.Il terzo quesito ha visto il sì di circa l'88,4% dei votanti.Calderoli: vittoria della Lega. La consultazione si è tenuta in contemporanea con il voto di ballottaggio per Province e Comuni italiani, per i quali hanno votato rispettivamente circa il 46% e il 61,2% degli elettori, secondo i dati del Viminale. Roberto Calderoli, leghista e ministro della Semplificazione normativa, sostiene che il fallimento del referendum sia "un'altra vittoria" per il suo partito, fra i più strenui oppositori a queste consultazioni."Per come era stato presentato questo referendum sembrava essere stato concepito per cercare di distruggere la Lega e pertanto, visto il risultato che si sta profilando, possiamo dire che questa è un'altra vittoria per la Lega", ha sottolineato in una nota Calderoli, fautore dell'ultima discussa legge elettorale che lui stesso definì poi una "porcata".Il vicepresidente del Senato Vannino Chiti ha definito una "buona notizia" il fatto che il referendum non abbia raggiunto il quorum."I cittadini non hanno approvato né la pessima legge elettorale - il cosiddetto porcellum - né un suo peggioramento, attraverso l'estremizzazione dei suoi difetti", ha detto Chiti in una nota, che ha auspicato ora un'ampia intesa per una riforma. "Abbiamo bisogno di una legge equilibrata, che assicuri - come è possibile - governabilità e rappresentanza".
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