martedì 4 marzo 2014
Galantino: il parroco ucciso (nella foto) è un martire discreto della carità.  
Una vita per gli ultimi di Antonio Maria MIra
Il vescovo Galantino: «Ha dato la vita per i poveri»
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Quanto emerge dall’inchiesta ci restituisce di padre Lazzaro l’immagine d’un cristiano riservato ma tutto d’un pezzo, di quelli dei quali avrebbero necessità una società senza più punti di riferimento ed una Chiesa bisognosa, in alcune sue componenti, di osare di più per il Vangelo». Don Nunzio Galantino sottolinea ancora il gran cuore del parroco di Lattughelle di Sibari, ucciso a bastonate nella notte tra sabato e domenica, mentre faceva ritorno a casa. Il vescovo di Cassano all’Jonio e segretario generale ad interim della Cei, sin dai momenti successivi alla scoperta del cadavere da parte della donna delle pulizie, domenica mattina nel cortile della canonica, ha difeso l’assoluta trasparenza del sacerdote, respingendo sospetti odiosi che cominciavano a filtrare e che parlavano di amicizie omosessuali, forse anche con il suo presunto assassino. Ma queste voci non hanno trovato alcun riscontro né tra gli amici, né tra i parrocchiani, né tra i confratelli della vittima. Anzi sono state smentite in modo categorico. Tant’è che ieri, durante la conferenza stampa sull’arresto del presunto responsabile del delitto, il 26enne romeno Nelus Dudu, il colonnello Giuseppe Brancati, comandante provinciale dell’Arma di Cosenza, è stato categorico: «Don Lazzaro negli ultimi tempi si era rivolto ai carabinieri della tenenza di Cassano raccontando di essere vittima di ricatti a sfondo sessuale da parte di Dudu al fine di ottenere soldi. Il prete, sulla cui condotta morale nessuno ha mai dubitato, sperava in una redenzione del ragazzo. Per questo – ha spiegato l’ufficiale – non ha mai voluto sporgere denuncia nei suoi confronti». Nonostante le minacce ricevute, nonostante pretese economiche crescenti, non voleva rovinarlo e cercava anzi di rimetterlo sulla buona strada. Aveva confidato il suo disagio solo al vescovo, che gli aveva consigliato di non cedere al ricatto e di rivolgersi ai carabinieri. Il sacerdote l’aveva fatto ma senza formalizzare una denuncia. «Il nostro confratello s’è speso senza riserve per gli ultimi e da uno di loro sarebbe stato ucciso, ma nel suo sangue cresce già la speranza del cambiamento», ha aggiunto il vescovo Galantino, il quale spera di poter parlare subito a papa Francesco di padre Lazzaro. Un uomo che, alla luce della sua condotta morale, Galantino definisce «martire discreto e riservato della carità». Ma la sua bontà non ha fermato la mano assassina del 26enne, che, secondo quando ricostruito dai carabinieri e dalla procura di Castrovillari, domenica avrebbe perso la testa dopo il "no" del prete all’ennesima richiesta di denaro. Il religioso aveva scoperto che l’uomo rubava soldi dalla cassetta delle offerte, arrivando a impossessarsi di circa 5 mila euro. Tra l’altro, poche ore prima di colpire a morte padre Lazzaro con un paletto di ferro strappato dalla recinzione della canonica, Dudu avrebbe malmenato un connazionale, anch’egli accolto dal sacerdote, che aveva tentato di calmarlo difendendo il prete. Anche grazie alla collaborazione di quest’altro romeno, coraggioso e leale, anch’egli accolto benevolmente dall’anziano sacerdote d’origini campane, gli investigatori hanno stretto il cerchio su Nelus Dudu. E su una coppia di romeni, coi quali il 26enne conviveva, indagati a piede libero per favoreggiamento. Secondo l’accusa avrebbero cercato d’aiutare Dudu a crearsi un alibi. E sarebbero colpevoli anche di sollecitarlo a chiedere in continuazione soldi al parroco. Le indagini, comunque, proseguono. Ancora molto rimane da chiarire. E non solo sulla dinamica del delitto.

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