giovedì 10 febbraio 2022
Il gup di Firenze ha fissato l’udienza preliminare il 4 aprile. Il senatore annuncia per il 5 l’uscita di un suo libro «con i dossieraggi contro di me» e parte al contrattacco
Matteo Renzi e Maria Elena Boschi

Matteo Renzi e Maria Elena Boschi - Ansa

COMMENTA E CONDIVIDI

Il "giglio magico" davanti al gup il 4 aprile per il caso Open. La procura di Firenze ha chiesto il rinvio a giudizio per 11 persone nell’ambito dell’inchiesta sulla Fondazione, tra cui Matteo Renzi, Maria Elena Boschi, Luca Lotti e l’imprenditore Marco Carrai. Pronto da tempo, in attesa della notifica, il leader di Iv parte al contrattacco, con la denuncia alla procura di Genova dei magistrati fiorentini che indagano sul caso, considerati «pm non credibili».

Il senatore di Rignano era in attesa della notifica e la replica è già scritta in un libro che verrà pubblicato il giorno successivo all’udienza, il 5 aprile, e conterrà «tutti i tentativi di dossieraggio, per esempio dei servizi, contro di me», anticipa Renzi a "Porta a porta". Nell’inchiesta, i magistrati fiorentini hanno messo sotto i riflettori i flussi di denaro finiti alla fondazione, nata per sostenere le iniziative dell’ex premier come la Leopolda, già ai tempi in cui era sindaco di Firenze, e hanno contestato a vario titolo i reati di finanziamento illecito ai partiti, traffico di influenze, corruzione, autoriciclaggio ed emissione di fatture per operazioni inesistenti.Per l’accusa, Open avrebbe agito come una vera e propria articolazione di partito, e in particolare della corrente del Pd legata a Matteo Renzi. Nelle casse dell’ente dal 2014 al 2018 sarebbero finiti 3,5 milioni di euro in violazione delle norme sul finanziamento ai partiti. Renzi è accusato di finanziamento illecito ai partiti, in concorso con l’avvocato Alberto Bianchi, i componenti del Cda Marco Carrai, Luca Lotti e Maria Elena Boschi e con l’imprenditore Patrizio Donnini.

Per il leader di Iv si tratta di contestazioni senza fondamento: «Io non ho commesso reati, spero che i magistrati fiorentini possano in coscienza dire lo stesso». E qui parte la contraerea renziana, che ieri stesso ha presentato formale denuncia penale nei confronti dei magistrati Creazzo, Turco e Nastasi. «L’atto firmato dal senatore – spiega il suo staff – sarà trasmesso alla Procura di Genova, competente sui colleghi fiorentini, per violazione del’articolo 68 Costituzione, della legge 140/2003 e dell’articolo 323 del codice penale. Renzi ha chiesto di essere ascoltato dai pm genovesi riservandosi di produrre materiale atto a corroborare la denuncia penale contro Creazzo, Turco, Nastasi».

Di fatto Renzi solleva dubbi sulla condotta dei magistrati, che avrebbero «violato tre leggi»: l’articolo 68 Costituzione, che prevede che «i membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell’esercizio delle loro funzioni»; la legge 140 del 2003 che detta le disposizioni per l’attuazione del suddetto articolo e in materia di processi penali nei confronti delle alte cariche dello Stato; e l’articolo 323 del codice penale che punisce l’abuso d’ufficio.

L’ex premier chiede di essere ascoltato dai pm genovesi, deciso a produrre materiale atto a corroborare la denuncia, come spiega il suo ufficio stampa, che elenca i contenuti della denuncia renziana: «Creazzo, sanzionato per molestie sessuali dal Csm», «Turco, che volle l’arresto dei genitori di Renzi, poi annullato dal Tribunale della Libertà» e «Nastasi, accusato da un ufficiale dell’Arma dei Carabinieri di aver inquinato la scena criminis nell’ambito della morte del dirigente Mps David Rossi». Insomma, incalza il senatore toscano soddisfatto di potersi difendere a processo, «io non ho commesso reati, spero che i magistrati fiorentini possano in coscienza dire lo stesso».

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: