
La sede dell'Organizzazione mondiale della sanità a Ginevra (Svizzera) - IMAGOECONOMICA
«Prevenire, preparare e rispondere alle future minacce pandemiche». Sono questi gli scopi dell’accordo trovato oggi dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), che sarà sottoposto all’assemblea generale degli Stati membri che inizierà il prossimo 19 maggio. «Le nazioni del mondo hanno fatto la storia oggi a Ginevra» ha commentato il direttore generale dell’Oms, Tedros Ghebreysus. Il testo dell’accordo, di 32 pagine, è guidato da principi di «equità, solidarietà e trasparenza» e intende rispettare il «diritto sovrano» degli Stati. «Abbiamo imparato la lezione del Covid. Per sconfiggere una pandemia servono test, trattamenti e vaccini. E servono anche solidarietà e cooperazione globale», ha commentato su X la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen.
A lavorare da oltre tre anni sul documento è stato un Organismo intergovernativo di negoziazione (Inb nella sigla inglese), che ha svolto 13 cicli di riunioni. La bozza, approvata all’unanimità, prevede l’istituzione di un sistema di accesso ai patogeni e di condivisione dei benefici (uno dei punti più dibattuti perché i Paesi in via di sviluppo temevano di essere esclusi dalla disponibilità di test e vaccini, come in parte avvenuto durante l’emergenza Covid-19); l’adozione di misure concrete sulla prevenzione delle pandemie, in un approccio di salute unica globale (One health); la costruzione di capacità di ricerca e sviluppo diversificate geograficamente; la facilitazione del trasferimento di tecnologia e relative conoscenze, competenze ed esperienze per la produzione di prodotti sanitari correlati alla pandemia; la mobilitazione di una forza lavoro per l’emergenza sanitaria nazionale e mondiale preparata, allenata e multidisciplinare; l’istituzione di un meccanismo finanziario di coordinamento; l’adozione di misure concrete per rinforzare la preparazione, la prontezza e le funzioni e la resilienza del sistema sanitario; l’istituzione di una rete globale per la catena di approvvigionamento e la logistica.
L’accordo raggiunto dichiara che gli Stati mantengono la sovranità nell’affrontare materie di sanità pubblica nei loro confini, e stabilisce che nulla nella bozza sarà interpretata nel senso di accordare all’Oms o ad altra autorità la possibilità di dirigere, ordinare, modificare o prescrivere le leggi o le politiche nazionali. Né di imporre agli Stati l’adozione di misure specifiche, come il bando o l’accettazione di viaggiatori, l’imposizione di obblighi vaccinali o di misure terapeutiche o diagnostiche o di adottare lockdown. Si tratta di un punto che è stato oggetto di vivace dibattito. Alla fase finale dei negoziati non erano più presenti gli Stati Uniti, dopo la decisione del presidente Donald Trump di ritirarsi dall’Oms.
Ghebreyesus, oltre a definirlo «un accordo tra le generazioni per rendere il mondo più sicuro» che «dimostra che il multilateralismo è vivo e vegeto», ha ringraziato coloro che hanno guidato l’Inb in questi anni: Precious Matsoso (Sudafrica), Anne-Claire Amprou (Francia), Tovar da Silva Nunes (Brasile), Amr Ramadan (Egitto), Viroj Tangcharoensathien (Thailandia), Fleur Davies (Australia), Roland Driece (Olanda), Kozo Honsei (Giappone), Ahmed Soliman (Egitto).