giovedì 25 maggio 2023
Chiocci al Tg1, Preziosi al Tg2, confermato Orfeo al Tg3. Via libera del Cda. La presidente Soldi vota no. Decisiva l'astensione di M5S. Esulta la maggioranza. Il pd: mancano donne e pluralismo
Dall'alto a sinistra: Gian Marco Chiocci, Antonio Preziosi, Francesco Pionati, Giuseppe Carboni, Jacopo Volpi, Marcello Ciannamea, Angelo Mellone, Paolo Corsini, Adriano De Maio, Simona Sala, Monica Maggioni e Stefano Coletta

Dall'alto a sinistra: Gian Marco Chiocci, Antonio Preziosi, Francesco Pionati, Giuseppe Carboni, Jacopo Volpi, Marcello Ciannamea, Angelo Mellone, Paolo Corsini, Adriano De Maio, Simona Sala, Monica Maggioni e Stefano Coletta - Ansa

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Tutto come previsto. C’è il via libera del consiglio di amministrazione Rai al pacchetto di nomine proposto dall’amministratore delegato Roberto Sergio. E ci sono i nomi che si attendevano. Tre su tutti. Gian Marco Chiocci, sponsorizzato dalla premier Giorgia Meloni, lascia l’agenzia di stampa AdnKronos e sarà il nuovo direttore del Tg1; Antonio Preziosi, il giornalista fortemente voluto da Forza Italia, guiderà il Tg2. Mario Orfeo resta invece al Tg3. Insomma indiscrezioni confermate. E confermata la spaccatura del Cda: non c’è stata unanimità tra i consiglieri. La presidente Soldi ha votato contro il pacchetto sulle testate, così come la consigliera in quota Pd Francesca Bria e il consigliere eletto dai dipendenti Riccardo Laganà. Astensione decisiva, invece, quella di Alessandro Di Majo, in quota M5S. Tre i voti favorevoli, sufficienti per il via libera: quelli dell’Ad Roberto Sergio e dei due consiglieri di maggioranza, Simona Agnes e Igor De Biasio. Ecco allora la Rai meloniana. Ecco il nuovo volto della tv pubblica.

Il Pd attacca: mancano donne e pluralismo

Ed ecco le reazioni politiche anche queste scontate. Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera di Fi, è il primo a esultare: "Scelti professionisti di altissimo profilo. Sapranno fondare sull’esperienza e la competenza la garanzia del pluralismo fondamentale per il servizio pubblico". C'è un coro di sì dalla maggioranza. "Oggi la Rai riparte dopo anni di immobilismo", taglia corto Raffaele Speranzon, componente della Commissione di Vigilanza Rai di Fratelli d’Italia. E l’ex ministro Gasparri: "Nuova stagione all'insegna del pluralismo". Durissima la reazione del Pd. "Nella Rai di Giorgia Meloni, non c'è posto per le donne e non c'è posto per il pluralismo. La lenzuolata di nomine appena varata dal consiglio d'amministrazione, con astensioni e voti contrari, è un pessimo segnale per il servizio pubblico. Un monocolore dove vince il punto di vista della maggioranza di governo", dicono Sandro Ruotolo, responsabile nazionale Informazione, cultura e culture, memoria del Pd, e Stefano Graziano, capogruppo Pd in commissione parlamentare di Vigilanza Rai.

Non ci sono solo i direttori dei tre Tg. Francesco Pionati ai Gr, Paolo Petrecca confermato a RaiNews24, Giuseppe Carboni a Rai Parlamento, Alessandro Casarin confermato alle testate regionali e Iacopo Volpi allo Sport. C'è attesa e c'è curiosità. Soprattutto c'è voglia di capire come sarà il Tg1 "targato" Chiocci.

Chi è Chiocci, nuovo direttore del Tg1

Ma chi è Chiocci? Giornalista d’assalto, una sua inchiesta segnò l’inizio della fine politica del padre politico dell’attuale premier: fu infatti il neo direttore del Tg1 a raccontare sul Giornale le vicende di Fini e della casa di Montecarlo. Poi, da direttore del Tempo, sparò in prima pagina “Mussolini uomo dell’anno”: era il 2017 e quel titolo fece inevitabilmente parlare. Chiocci, padre di di quattro figli, laziale, ha lanciato il vignettista Osho e ha guidato con ottimi risultati l'agenzia di stampa AdnKronos. Molto si capirà nelle prossime ore. Le tensioni, lo strappo nel voto, le divisioni politiche. Intanto dal Cda arriva la voce di Simona Agnes: "Le nomine che abbiamo approvato delineano una Rai, equilibrata, dinamica e pluralista. L'obiettivo è quello di rilanciare la più grande azienda culturale del Paese che da sempre accompagna e racconta la storia dell'Italia".

Lucia Annunziata si dimette da Rai3

Lucia Annunziata si è dimessa in modo "irrevocabile" dalla Rai perché, come ha scritto in una lettera inviata all'ad Roberto Sergio
e al direttore generale, Giampaolo Rossi
, "non condivido nulla dell'operato dell'attuale governo, né sui contenuti, né sui metodi. In particolare non condivido le modalità dell'intervento sulla Rai". Non ci sono le condizioni per una collaborazione, aggiunge la giornalista, conduttrice di Mezz'ora in più su Rai 3,


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