mercoledì 31 luglio 2019
Scendono a terra 15 minori: trattenuti 116 naufraghi e i militari della Guardia costiera italiana. Negato finora lo sbarco. Salvini: non assegno il porto, fino a che non c'è redistribuzione in Europa
La Procura indaga. Nave Gregoretti bloccata ad Augusta da 6 giorni
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Dalla nave Gregoretti della Guardia costiera italiana sono scesi in quindici ma la sostanza non cambia: le altre 116 persone sono trattenute arbitrariamente a bordo da oltre 100 ore. Va ricordato che il trasbordo dal motopesca Accursio Giarratano e l'altro soccorso erano avvenuto 6 giorni fa, giovedì 25.

La Procura di Siracusa ha aperto un fascicolo sulla vicenda della nave Gregoretti della Guardia Costiera per "carenze nell'assistenza sanitaria"; intanto il comandante, secondo quanto riportato dall'Agi, è stato convocato negli uffici giudiziari per essere sentito dagli inquirenti. Il Procuratore capo di Siracura Fabio Scavone ha spiegato che è in corso un'ispezione a bordo: "Stiamo verificando le condizioni igienico sanitarie della nave e naturalmente quelle delle persone a bordo", va precisato che a disposizione dei 116 vi è un solo bagno chimico. "Attendiamo l'esito della loro ispezione, frattanto abbiamo sentito il comandante della nave ma solo per conoscere alcuni aspetti legati alla tempistica in relazione agli spostamenti - ha aggiunto Scavone - in merito alla vicenda dei minori, la situazione è fluida peraltro sono 15 e non 16 perché nel corso della deposizione uno di loro ha ammesso di essere maggiorenne".

L'unico via libero che è stato dato finora dal Viminale è per le persone che si sono dichiarate minorenni (tutte fra i 15 e il 17 anni), gli altri 116 restano a bordo della motovedetta della Guardia costiera ormeggiata al molo militare del porto di Augusta.

La linea del ministro dell'Interno, Matteo Salvini, resta sempre la stessa: fino a quando l'Europa non si farà carico della suddivisione delle persone recuperate in mare dalla nave italiana nessuno avrà il permesso di scendere. La Gregoretti, prima dell'approdo ad Augusta alle 3 di domenica, anche in vista del peggioramento delle condizioni meteo, sabato aveva fatto rotta verso la Sicilia orientale, raggiungendo un punto di ancoraggio fuori il porto di Catania, dove era stata rifornita di viveri e medicinali.

Intanto la Commissione europea ha fatto sapere che "a seguito della richiesta dell'Italia ha iniziato i contatti per sostenere e coordinare tutti quegli Stati membri che intendono prendere parte agli sforzi di solidarietà riguardo ai migranti ancora a bordo" della nave. Così un portavoce dell'esecutivo comunitario ha fatto sapere che "questi contatti sono ancora in corso".

Dalla Germania la disponibilità ad accogliere: "Il governo federale e il ministero degli Interni tedesco hanno reso noto venerdì della scorsa settimana in Commissione europea la disponibilità a prendere migranti": ha spiegato un portavoce del ministero dell'Interno tedesco, rispondendo a una domanda sulla Gregoretti.


La Croce Rossa italiana domenica aveva consegnato indumenti e kit per l'igiene personale ai naufraghi che si trovano ancora sulla nave Gregoretti. Mentre ancora Catania, sabato in tarda serata era stata però fatta sbarcare una donna incinta all'ottavo mese di gravidanza. Con lei sono scesi a terra anche il marito e due figli piccoli.

Si rischia di assistere a nuovo caso Diciotti: uno braccio di ferro tutto politico tra Italia e Unione Europea, consumato ancora una volta sulla pelle delle persone soccorse nel Mediterraneo centrale.

A bordo dell'imbarcazione della Guardia Costiera italiana ci sono ancora 131 naufraghi, dopo l’evacuazione di 6 naufraghi in condizioni critiche a Lampedusa e un'altra famiglia è scesa nel porto etneo. 50 delle persone erano stati avvistate e soccorse dal motopesca "Accursio Giarratano" che per quasi 24 ore aveva prestato soccorso e atteso a sera l'arrivo della motovedetta della Guardia costiera italiana prima di rientrare in porto a Sciacca (Agrigento). "Non li avremmo mai lasciati alla deriva, torneremo a casa dalle nostre famiglie dopo che avremo conosciuto la loro sorte" aveva spiegato il comandante Carlo Giarratano.
Le altre 91 persone erano state, invece, soccorse dalla nave Gregoretti dopo che alcuni pescatori tunisini avevano segnalato un gommone in avaria.

Dopo che i porti italiani sono stati chiusi per le navi umanitarie delle Ong straniere, e per quelle di Mediterranea Saving Humans con bandiera italiana, questa volta a rimanere in attesa di istruzioni per l'approdo è una nave della Guardia Costiera italiana a cui, stando alle dichiarazioni del ministro dell'Interno Matteo Salvini, il Viminale sta negando l'autorizzazione a entrare in porto. "C'e un soccorso di 140 immigrati - ha dichiarato il titolare del Viminale - con le nostre motovedette e ho già dato indicazioni che non venga assegnato un porto prima che non ci sia sulla carta la redistribuzione in tutta Europa di tutti i 140 a bordo".

Sembra dunque che da un lato Salvini abbia negato l'approdo della nave a Lampedusa e dall'altro abbia messo in moto la burocrazia europa. Il governo - fa sapere il Viminale - "ha ufficialmente interpellato la Commissione europea affinché coordini le operazioni di ricollocazione degli immigrati che attualmente sono a bordo di una nave della Guardia Costiera italiana. Si tratta di 135 persone. In attesa di risposte ufficiali, non è stato indicato alcun porto di sbarco".

Deportati e nuovi «ostaggi». Mentre la nave Gregoretti resta bloccata

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