venerdì 24 febbraio 2023
Al monastero Maria Tempio dello Spirito Santo le suore hanno scelto di non dare esecuzione alle disposizioni del Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata dopo una visita apostolica
Le suore benedettine del monastero Maria Tempio dello Spirito Santo di Pienza

Le suore benedettine del monastero Maria Tempio dello Spirito Santo di Pienza - Fb

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Il Monastero “Maria Tempio dello Spirito Santo” di Pienza, che ospita da qualche anno un gruppo di monache benedettine di clausura, è da qualche giorno al centro di una vicenda piuttosto inusuale. Lo scorso 13 febbraio, infatti, la Diocesi di Montepulciano-Chiusi-Pienza (guidata dal cardinale Paolo Lojudice, che è anche arcivescovo di Siena - Colle di Val d'Elsa -
Montalcino) ha notificato alle religiose dei decreti emessi dal Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, risultato di una Visita Apostolica che si è svolta mesi fa. Le disposizioni assunte dalla Santa Sede prevedevano, tra l’altro, un cambio alla guida del Monastero e l’arrivo di una nuova Abbadessa.

Le monache, in particolare la ormai ex Abbadessa, hanno scelto però di non dare esecuzione alle disposizioni dei decreti, chiudendosi all’interno del Monastero e arrivando addirittura a pubblicare un duro comunicato contro le disposizioni del Vaticano e anche contro la Diocesi di Montepulciano-Chiusi-Pienza.

Quest’ultima, è stata così obbligata a pubblicare un atto di significazione (notifica ufficiale ndr) e diffida, redatto dall’avvocato Alessandro Pasquazi in qualità di Consulente legale della Diocesi e della Federazione Picena delle Monache Benedettine, chiamata a guidare la comunità.

Il monastero Maria Tempio dello Spirito Santo di Pienza

Il monastero Maria Tempio dello Spirito Santo di Pienza - Fb

Nell’atto si legge che le religiose presenti nel Monastero, in particolare suor Diletta Forti, alla quale è stato revocato il titolo di Abbadessa, “hanno posto in essere una serie di comportamenti totalmente disallineati con la loro scelta di vita, in aperta violazione con le norme regolatrici del Codice di Diritto Canonico e del loro Ordine cui, per loro libera scelta, hanno prestato sincera ed incondizionata obbedienza”.

“A donne o uomini che decidano, liberamente e consapevolmente, di abbracciare la via religiosa – si legge ancora nell’atto –, non è certamente consentito contestare pubblicamente ed attraverso ‘comunicati’ legittimi atti assunti dalla Sede Apostolica eseguiti in conformità del diritto. La stessa Federazione Picena delle Monache Benedettine si rammarica di questi atteggiamenti ed invita fraternamente al rispetto delle regole monastiche”.

Quello che la Diocesi auspica, però, è un percorso che porti a una soluzione della problematica che metta d’accordo tutti: “Si cerca una via di dialogo che possa far compiere a ciascuno le scelte più giuste per salvaguardare la vocazione di ognuno e il carisma della comunità”. Chiaramente, però, rispettando le disposizioni in vigore.

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