San Pio V nel 1929, quando venne consacrata
Novant’anni nella storia della Chiesa sono poca cosa. Possiamo paragonarla, quindi, a una diciottenne: bella, vivace e piena di iniziative. È la chiesa di San Pio V e Santa Maria di Calvairate, in via Ennio angolo via Lattanzio a Milano. Oggi festeggia il compleanno. Fu infatti consacrata il 29 settembre 1929 dal cardinale Idelfonso Schuster. Una chiesa di mattoni ma anche e soprattutto di uomini e donne che si affidano a Cristo e a sua Madre. A celebrare la Messa solenne ci sarà l’arcivescovo Mario Delpini, che confermerà il cammino di questa comunità nella Chiesa, attraverso questi anni, anche difficili.
Dal primo dopoguerra alla Seconda guerra mondiale, alla ricostruzione, all’arrivo di tanti nuovi milanesi immigrati prima dalle regioni limitrofe, poi dal Sud e infine dall’estero, comunitari ed extracomunitari. Un melting pot ricco di potenzialità ma anche con problemi. La parrocchia conta oggi 21.315 residenti (dato al 31 dicembre 2016), a cui si aggiungono diverse centinaia di studenti.
Quando l’arcivescovo Schuster dedicò questa luogo di preghiera a san Pio V era stato appena creato cardinale da Pio XI e con questo gesto volle esprimere un ringraziamento a papa Ratti.
La storia di questa parrocchia è comunque antica e un po’ complicata, in quanto discontinua. La chiesa di Santa Maria Nascente (in Calvairate), oggi non più esistente, si trovava in corrispondenza della vicina piazza Martini. La sua esistenza è attestata da documenti del XIII secolo e dipendeva dalla Pieve di Segrate. Questa zona, oggi piena città, era una volta agricola. Col tempo la popolazione aumentò e il 27 ottobre 1576 san Carlo Borromeo la elevò a parrocchia. L’edificio sacro venne nel frattempo ristrutturato in stile barocco da su progetto di Pellegrino Tibaldi. Nel tempo entrò a fare parte dei territori periferici indicati come i Corpi Santi, poi confluiti nel comune di Milano. Nel 1896 però viene “ridotta” a sussidiaria della nuova grande parrocchia di Santa Maria del Suffragio. Pochi anni ancora e ancora, per questioni demografiche, Santa Maria Nascente in Calvairate l’8 giugno 1919 torna, per decisione del cardinale Ferrari, parrocchia.
L’urbanizzazione va avanti e il nell’ambito della riorganizzazione urbanistica di Milano la piccola chiesa del borgo di Calvairate viene abbattuta. Per sostituirla viene progettata la nuova chiesa di San Pio V e Santa Maria di Calvairate. In realtà il progetto era molto più ambizioso di quanto realizzato, Urbanfile.org (sito di urbanistica) parla infatti di «bella incompiuta». Secondo l’architetto l’edificio avrebbe dovuto avere un aspetto monumentale, molto decorato anche esternamente, e con un tiburio altissimo e un non meno imponente campanile, mai però realizzati per l’alto costo. «Meglio così – dice però sicuro il parroco, don Franco Gallivanone – perché così com’è è un luogo di culto accogliente che invita alla preghiera e comunica un senso di comunità riunita». In effetti il risultato, la chiesa odierna, evoca il romanico, uno stile per certi aspetti umile ma certamente potente nell’invito all’incontro con Dio.
“Oggi siamo chiamati a un atteggiamento di gratitudine e stupore – dice ancora don Franco – perché la comunità resta forte, reale, radicata nel quartiere. Certo le sfide non sono poche. Si va dall’annuncio ai giovani, all’accoglienza dei nuovi arrivati, italiani o stranieri che siano. C’è poi da fronteggiare la povertà, presente in particolare in certe zone, come le case popolari, senza dimenticare la solitudine. Ma molta attenzione va dedicata alle famiglie giovani, che vanno aiutate a formarsi e consolidarsi. Dal fidanzamento al matrimonio e ai figli. Molto importante il dialogo che stiamo portando avanti verso tante coppie con bambini da 0 a 7 anni, anche grazie ad altre coppie di laici”.
La parrocchia è aiutata dalla presenza delle suore, le Figlie dell’oratorio, che hanno anche una scuola materna. Ma intorno all’oratorio, molto attivo, ruotano anche tante associazioni legate alla vita della comunità, ma dotate di una loro indipendenza organizzativa e operativa. Dalla scuola di danza, nata pensando in particolare alle ragazze, fino al centro culturale Arbor e il teatro Oscar. Inoltre stanno andando avanti i lavori per dare una casa agli scout e al gruppo sportivo. Novant’anni portati bene ma che, soprattutto, guardano avanti con speranza, fede e carità.
(Si ringrazia Urbanfile per l'autorizzazione alla pubblicazione delle immagini)