giovedì 25 maggio 2023
Milano, Napoli, Palermo e ora anche Livorno: reazioni fuori controllo negli ultimi tre giorni per contenere fenomeni di emarginazione e tensioni sociali
Un "fermo immagine" dell'episodio accaduto a Milano

Un "fermo immagine" dell'episodio accaduto a Milano - Fotogramma

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Spari, pestaggi, manganellate, rabbia e forti tensioni che coinvolgono tutori dell’ordine e cittadini. Città in subbuglio. A Milano, Napoli e Palermo, negli ultimi tre giorni, reazioni “fuori controllo” per contenere singoli fenomeni di emarginazione e un’inquietudine sociale che, se non viene compresa, rischia di degenerare nella paura e in altre violenze. Un quadro preoccupante si aggiunge dunque all’emergenza criminalità che ghermisce da tempo soprattutto le metropoli.

Il pestaggio di Milano

Nel capoluogo lombardo, mercoledì, quattro agenti della Polizia locale hanno immobilizzato una transessuale di origini brasiliane prendendola a calci e a manganellate al torace e alla testa, come risulta dalle immagini girate con un telefonino da studenti universitari che abitano nella zona e che, postate sui social, hanno destato scalpore e sdegno. L’intervento di polizia è avvenuto in una via vicino al parco Trotter: la persona in questione, in evidente stato di alterazione psichica, infastidiva i bambini all’ingresso di una scuola e minacciava i vigili di infettarli con l’Aids. Da qui la risposta delle guardie municipali che per fermare le intemperanze della transessuale hanno utilizzato anche lo spray al peperoncino. Il procuratore di Milano Marcello Viola e l’aggiunto Tiziana Siciliano, in base alla relazione del comando di piazza Beccaria, hanno aperto un’inchiesta per lesioni aggravate dall’abuso della funzione pubblica e iscritto gli agenti nel registro degli indagati. «Nelle città c’è tanto disagio, tante persone poco equilibrate, tante situazioni delicate – ha commentato il sindaco Giuseppe Sala -, è una questione di cui si parla poco, si parla tanto di immigrazione e poco di quante persone problematiche ci sono in giro: è qualcosa di cui i sindaci delle grandi città sono consapevoli e su cui serve che lo Stato abbia la volontà di lavorare.

Rischio linciaggio a Napoli

All’ombra del Vesuvio martedì scorso, mattinata di terrore. Un vigile urbano ha tirato diversi colpi di pistola contro un clochard di origini nordafricane che l’aveva aggredito con una spranga di ferro procurandogli fratture alle braccia e un trauma cranico e una prognosi di 40 giorni. Il fatto è avvenuto in una strada affollata accanto al Duomo, di fronte all’ingresso del museo dove è custodito il tesoro di San Gennaro. L’immigrato, nonostante fosse finito a terra ferito a una gamba ha continuato a inveire contro i poliziotti rischiando di essere linciato dai passanti. L’agente della Municipale del servizio Tutela emergenze sociali e minori era impegnato nelle operazioni di bonifica dei porticati con l’Asl 1. Avrebbe agito per legittima difesa secondo il sindaco Gaetano Manfredi che è andato a trovarlo in ospedale. Antonio De Iesu, già questore di Napoli, oggi assessore alla Legalità e alla Polizia municipale, annuncia che "l’Amministrazione comunale sta accelerando le procedure per la sperimentazione della pistola ad impulsi elettrici, che offrirà alla Polizia municipale uno strumento più efficace per affrontare soggetti violenti e aggressivi, evitando l'uso di armi da fuoco". Mentre l'assessore al Welfare, Luca Trapanese, ha affermato che “chi finisce per strada perde la sua identità (amicizie, oggetti personali, abitudini, libertà di movimento, relazione con la città) e quindi l'episodio di oggi è il risultato della mancata presa in carico negli anni delle persone fragili con problemi di dipendenze e mentali. Non ci sono vittime e colpevoli ma una sola certezza: è necessario costruire una rete che dia risposte personalizzate che non si risolvono in un posto letto in un dormitorio".

Il grido di Palermo

E, sempre martedì, nel centro di Palermo, tensioni e scontri con tre poliziotti feriti, durante un corteo “non ufficiale” (ma al quale hanno partecipato un migliaio di cittadini) organizzato per commemorare le vittime delle stragi di mafia in occasione del 31esimo anniversario dell’eccidio di Capaci. Cento manifestanti, come risulta anche in questo caso da un video, hanno forzato il presidio che la questura aveva disposto sbarrando la via con furgoni blindati di polizia e carabinieri per impedire che il corteo, nonostante il percorso concordato con le autorità, proseguisse oltre. Le violente scaramucce hanno provocato il ferimento di un funzionario di Ps e di due agenti che hanno riportato lesioni guaribili dai 10 ai 15 giorni. Per fortuna la situazione non è trascesa. "Il riposizionarsi delle forze dell'ordine con i blindati di traverso non ha prodotto altro che una drammatizzazione della situazione, di cui potevano approfittare elementi estranei ­- è il giudizio di Mario Ridulfo e Mario Rappa, segretario generale e responsabile Legalità della Cgil palermitana -, ai pacifici manifestanti va la nostra piena solidarietà così come anche ai lavoratori delle forze dell’ordine rimasti feriti nella calca, sia per essere stati coinvolti, sia per essere stati inutilmente utilizzati. Per il sindacato «la situazione determinatasi di fatto è il prodotto di una cattiva gestione dell’ordine pubblico di cui il questore è certamente responsabile ma anche “vittima” per le evidenti interferenze che sono state determinate da altri livelli istituzionali».

Calci in faccia a Livorno

Un altro video girato nella città tirrenica sta facendo il giro del web: si vede un carabiniere che sferra un calcio in faccia a un giovane arrestato per aver rubato in un negozio del cibo per cani e due cuffiette per cellulari. Nel filmato si sentono anche le urla del ragazzo che si lamenta: "Così no, così no, mi state facendo male". "Si tratta di una condotta assolutamente non in linea con i valori dell'Arma, il comportamento del militare verrà immediatamente giudicato con il massimo rigore sotto ogni aspetto, a partire dal trasferimento istantaneo a un incarico non operativo" hanno dichiarato i vertici dei carabinieri. Il video in questione - spiegano ancora i militari - riporta solo una parte di un'attività più complessa di un arresto ma questo non giustifica l'azione compiuta".



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