martedì 29 dicembre 2020
Un regolamento del 2017 messo a punto dalla giunta a guida leghista di fatto impediva ai figli degli extracomunitari con reddito basso di accedere al pasto a scuola e al trasporto
Proteste per nuovo regolamento sulle mense e lo scuolabus introdotto nel 2017 a Lodi. Il Comune è stato condannato anche in appello

Proteste per nuovo regolamento sulle mense e lo scuolabus introdotto nel 2017 a Lodi. Il Comune è stato condannato anche in appello - Archivio

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Arriva la parola fine sul caso mense a Lodi che due anni fa aveva suscitato un clamore internazionale. La Corte di Appello di Milano, sezione Sezione delle Persone, dei Minori, della Famiglia, ha respinto totalmente il ricorso presentato dal sindaco leghista Sara Casanova alla sentenza di primo grado e “ha accertato – come si legge nelle sentenza depositata ieri - la condotta discriminatoria del Comune di Lodi” condannandolo al pagamento delle spese processuali, quantificate in 7.500 euro, oltre al rimborso spese forfettario e altri oneri di legge a favore degli avvocati di parte avversa.

Il Comune di Lodi nel 2017 aveva introdotto una modifica al regolamento che imponeva ai soli cittadini non appartenenti all’Unione Europea di presentare, per accedere a prestazioni sociali agevolate, una certificazione relativa al patrimonio di beni immobili rilasciata dagli stati di origine e corredata di traduzione in italiano legalizzata dall’Autorità consolare italiana. Entrata in vigore nel 2018, la norma si era rivelata un’impresa impossibile e, come attesta la sentenza, vessatoria, con l’esito concreto di impedire ai bambini delle famiglie extracomunitarie di accedere alla mensa scolastica e allo scuolabus se non con spese insostenibili dai bilanci familiari.

Un comitato cittadino, promosso in primis dai genitori delle scuole primarie della città e poi allargatosi a realtà civili, religiose e politiche, aveva protestato e quindi avviato una raccolta fondi per sostenere intanto le spese di accesso ai pasti scolastici. Il caso aveva quindi guadagnato un notevole clamore mediatico, superando anche i confini nazionali, fatto che ha consentito al comitato di raccogliere oltre 100mila euro.

L'Associazione degli Studi Giuridici sull’Immigrazione aveva nel frattempo avviato una causa civile contro il Comune di Lodi: il tribunale di Milano il 13 dicembre 2018 aveva riconosciuto l’operato discriminatorio e obbligato l’amministrazione a rivedere il regolamento, decisione contro la quale il Comune aveva effettuato il ricorso rigettato con la sentenza di oggi.

Caduta la necessità di sostenere le spese delle famiglie in difficoltà il comitato nel 2019 ha nel frattempo destinato i fondi raccolti a un bando, realizzato insieme alla Fondazione comunitaria della Provincia di Lodi, destinato a progetti con la finalità di “contrastare le discriminazioni nei confronti di minori italiani e stranieri”.

Il caso ha avuto ancora strascichi recenti a livello locale. Alle fine di novembre scorso il sindaco Casanova era stata fotografata in piazza, davanti al municipio illuminato di azzurro, con la bandiera dell’Unicef in occasione della Giornata internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, scelta che in città aveva scatenato numerose polemiche contro una giunta giudicata quantomeno incoerente.

Quindici giorni fa invece una raccolta firme ha presentato al sindaco la candidatura del coordinamento Uguali Doveri alla benemerenza civica che verrà consegnata il prossimo 19 gennaio, festa patronale di san Bassiano.




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