mercoledì 25 giugno 2014
E sul reddito minino, dopo l’incontro di lunedì con le associazioni dell’Alleanza per la povertà, il Colle incoraggia ma non si impegna a sostenere soluzioni specifiche.
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La Commissione europea promuove la sperimentazione della nuova social card in Italia, nonostante il futuro incerto e nonostante un anno dopo non si sappia ancora quante ne siano state assegnate ai bisognosi. Bruxelles inoltre chiede al governo di estendere prove e monitoraggi a tutto il territorio nazionale. Infatti la carta per le famiglie più indigenti è stata provata solo nei 12 maggiori centri urbani italiani. Si tratta di una delle poche politiche contro la povertà assoluta attuate nel Belpaese, unico nell’Eurozona con la Grecia a non disporre di un reddito minimo per chi è privo di fonti di sostentamento. Lunedì al Quirinale il Capo dello Stato ha ricevuto una delegazione dell’Alleanza contro la povertà - coalizione di associazioni tra cui Acli, Caritas, Ac, Sant’Egidio e Banco alimentare, sindacati e rappresentanze di enti locali - che gli aveva presentato, primo tra le istituzioni dello Stato, la proposta di istituire il Reis, reddito di inclusione sociale. Il presidente Napolitano ha espresso il proprio apprezzamento per l’iniziativa e incoraggiato il dialogo tra l’Alleanza e il Governo Renzi, ma - sottolineano al Colle - non si è impegnato a sostenere soluzioni specifiche in una materia che investe responsabilità proprie dell’esecutivo.Naturale interlocutore dei sostenitori del Reis è il ministro del Welfare Giuliano Poletti. Il quale parteciperà il prossimo 11 luglio alla presentazione del primo rapporto di valutazione delle politiche di contrasto alla povertà della Caritas italiana dove per la prima volta l’organismo pastorale passerà al setaccio i pochi provvedimenti assunti e dove si parlerà di Reis e delle criticità della social card di vecchio (la carta acquisti) e nuovo conio (la carta per l’inclusione). Quest’ultima è partita a luglio 2013 in 12 città con più di 250 mila abitanti selezionate (Bari, Bologna, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Torino, Venezia, Verona). Finora solo Torino, Milano e Bologna sono riuscite a stilare la graduatoria definitiva dei beneficiari. Bari e Palermo sarebbero in dirittura d’arrivo. Il Welfare sostiene che entro fine giugno tutti dovrebbero chiudere, ad eccezione di Roma che stilerà entro settembre una graduatoria provvisoria. Parte delle risorse resteranno comunque inutilizzate. Colpa, secondo gli amministratori locali, dei criteri troppo stringenti di selezione attuati dall’Inps e notati anche dal ministro Poletti. Il ministero spinge dunque per semplificare in futuro. Quanto ai costi, la sperimentazione è stata più volte rifinanziata. Ai 50 milioni iniziali stanziati per le 12 città, se ne sono aggiunti altri 167 provenienti dalla riprogrammazione di fondi strutturali per il Mezzogiorno. A questi si sommano altri 40 milioni per tre anni (in tutto 120 milioni) per estendere la sperimentazione a tutto il Centro Nord. Siamo a 337 milioni, cui erano stati aggiunti altri 300 milioni per il sud, in bilico perché l’ex ministro per la Coesione territoriale, Carlo Trigilia, li aveva annunciati, ma per il cambio di governo non sono stati deliberati.  Luglio è dunque un mese delicato per la lotta alla povertà assoluta, in cui sono scivolate migliaia di famiglie italiane in questi cinque anni di crisi, che hanno visto raddoppiare (da 2,4 del 2007 ai quasi 5 del 2012) gli italiano sotto la soglia della povertà. La spesa per introdurre il Reis è valutata in sei miliardi di euro, ma l’Alleanza chiede gradualità su un orizzonte temporale definito.«Quattro anni - precisa Francesco Marsico, responsabile dell’area nazionale della Caritas italiana - spalmando la spesa a 1,5 miliardi l’anno. Secondo noi il provvedimento è concreto e attuabile». La Caritas tre mesi fa aveva già segnalato le criticità della nuova social card. Per Marsico "ora occorrerà vedere se il governo accoglierà o meno le indicazioni di Bruxelles". Che, nonostante le difficoltà, ha espresso apprezzamento chiedendo che il progetto della nuova social card vada a sostituire il vecchio sostegno in vigore dal 2008, con un approccio che unisca sostegno monetario e programmi obbligatori di attivazione di servizi sociali.
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