martedì 25 aprile 2023
Il presidente della Repubblica oggi sarà in Piemonte: ecco le tappe e il ricordo degli eccidi nazifascisti. Berlusconi: Resistenza pagina straordinaria. Polemiche su La Russa che va a Praga
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, con Guido Crosetto, ministro della Difesa, Claudio Betti, presidente della Confederazione Italiana fra le Associazioni Combattentistiche e Partigiane, e Federico Sepe, presidente dell’Unione Nazionale Ufficiali in congedo d’Italia e Vice Presidente del Consiglio Nazionale Permanente delle Associazioni d’Arma, nella ricorrenza del 78° anniversario della Liberazione

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, con Guido Crosetto, ministro della Difesa, Claudio Betti, presidente della Confederazione Italiana fra le Associazioni Combattentistiche e Partigiane, e Federico Sepe, presidente dell’Unione Nazionale Ufficiali in congedo d’Italia e Vice Presidente del Consiglio Nazionale Permanente delle Associazioni d’Arma, nella ricorrenza del 78° anniversario della Liberazione - Ansa / Ufficio stampa del Quirinale

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Toccherà ancora una volta a Sergio Mattarella tenere unito il Paese nel giorno della Liberazione. Perché mai come quest’anno, con l’avvento di un governo di destra-centro, antiche lacerazioni emergono e ne aprono di nuove.

Il capo dello Stato già ieri ha anticipato i toni che intende dare al primo 25 aprile dell’era Meloni. Bisogna «tenere viva la memoria» delle atrocità nazifasciste, ma soprattutto non dimenticare quanti lottarono e «permisero la liberazione dell’Italia dall’oppressione», ragiona il presidente della Repubblica provando a sottrarre la festa dalle dispute ideologiche.

La rappresentazione plastica di questa divisione tutta politica, che poco ha a che fare con il Paese reale, si spalanca però leggendo l’agenda delle due prime cariche dello Stato. Il presidente della Repubblica sarà in Piemonte, con una tappa simbolica a Boves (vedi box a lato). Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, invece volerà oltre confine, a Praga, per omaggiare la figura di Jan Palach, il giovane cecoslovacco diventato simbolo dell’anti-comunismo perché il 16 gennaio 1969 si suicidò dandosi fuoco per protestare contro l’invasione sovietica. Certo, La Russa a Praga visiterà anche il campo di concentramento di Theresienstadt, ma la “narrazione” della seconda carica dello Stato risulta evidente da sé.

In questa dicotomia prova a non inserirsi palazzo Chigi: nell’agenda di Giorgia Meloni c’è solo il momento strettamente istituzionale del passaggio all’Altare della Patria insieme al capo dello Stato, allo stesso La Russa e al presidente della Camera Lorenzo Fontana. L’appello di Gianfranco Fini, uomo simbolo della svolta moderata di Fiuggi, a pronunciare con chiarezza la parola antifascismo non sembra al momento essere stato accolto. Anche se poi, in serata, Palazzo Chigi specifica che l’agenda “scarna” sarebbe motivata dal rispetto verso il capo dello Stato, che in questa giornata è il riferimento di tutto il Paese. Inoltre, non si esclude che Meloni possa aggiungere un momento privato in uno dei luoghi simbolo della lotta di Liberazione.

In diversi dalla maggioranza provano ad appianare le divisioni. Il presidente della Camera Fontana si è definito «pienamente antifascista». E Salvini afferma che «sarebbe ora che alcune date importanti come il 25 aprile e l’1 maggio unissero e non fossero motivo di polemica». Anche se tocca a Forza Italia tenere il profilo più istituzionale., con Silvio Berlusconi che si fa sentire dall’ospedale per dire che «è la festa di tutti» e che «la Resistenza è una straordinaria pagina su cui si fonda la nostra Costituzione».

In questo clima si inserisce l’Associazione nazionale partigiani (Anpi), che attacca La Russa per la sua scelta: «Jan Palach è sicuramente un eroe della libertà: ma ci sono altri 364 giorni all’anno per ricordarlo. Sarebbe stato più logico portare un fiore alle Fosse Ardeatine o a Marzabotto», attacca il presidente Gianfranco Pagliarulo.

Intanto le città italiane si apprestano a celebrare la Liberazione. L’opposizione conferma le tradizionali occasioni di celebrazione nei luoghi della memoria. La segretaria del Pd, Elly Schlein, parteciperà al corteo di Milano e diversi esponenti della minoranza saranno a Roma al corteo dell’Anpi. Una delegazione di Italia viva andrà in via Rasella, mentre il leader di M5S Giuseppe Conte sarà al museo storico di via Tasso.

Mattarella in Piemonte. Le tappe scelte dal Quirinale

Dopo l’omaggio di prima mattina al Milite Ignoto, il capo dello Stato Mattarella ha scelto di volare oggi in Piemonte per il 25 aprile per tre tappe. Non casuali, ovviamente. Sarà prima a Cuneo, città decorata al valor militare, per visitare la casa-museo Galimberti.

Dal balcone della sua abitazione l’avvocato azionista Duccio Galimberti il 26 luglio 1943, poche ore dopo la destituzione di Mussolini, tenne un discorso contro una «guerra assurda», contro la decisione di Badoglio di proseguirla e contro l’occupazione tedesca già cominciata.

Si sposterà poi a Borgo San Dalmazzo dove, dopo l'8 settembre ‘43, le SS tedesche catturarono 349 ebrei.

L’ultima tappa, infine: a 10 minuti da Cuneo Mattarella raggiungerà Boves, dove il 19 settembre del ‘43 i partigiani catturarono due militari tedeschi.I nazisti, in una trattativa fatta con il parroco Giuseppe Bernardi, garantirono che avrebbero risparmiato il paese in cambio del rilascio dei due ostaggi. Alla fine, invece, tradirono l'accordo: le SS diedero fuoco alle case del paese e uccisero 23 abitanti.

Bernardi, che aveva anche chiesto ad alcune ragazze del luogo di raccogliersi in preghiera davanti alla salma di un soldato tedesco, fu bruciato vivo.
Il suo vice, don Mario Ghibaudo di appena 23 anni, fu giustiziato mentre aiutava vecchi e bambini a fuggire.



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