
Moderati no, la parola non piace a nessuno, ma serve una «casa comune» al centro, per le forze di opposizione. A Matera Beppe Sala non scioglie la riserva su nomi e modalità, ma non lascia dubbi sulle sue intenzioni: «“L’importante è partecipare” vale per l’atletica, in politica serve vincere».
Sarà anche vero quel che dice il padrone di casa, Angelo Chiorazzo - vicepresidente della Regione Basilicata, promotore di “Basilicata casa comune” - che la "città dei sassi" da «vergogna nazionale» è diventata capitale europea della cultura, ma il sindaco di Milano, al secondo e ultimo mandato, non è venuto con intenzioni turistiche. «Senza Forza Italia il centrodestra non vince, manca una forza così dall’altra parte», spiega. «I tre partiti principali dell’opposizione sono tutti andati a sinistra. I voti si potranno spostare dentro quel “basket”, che è saturo, ma non potranno mai diventare maggioranza». La fotografia della nuova situazione la regala la sua città, dove ci sono «70mila case popolari, ma ora quelli che in teoria starebbero un pochino meglio, finiscono per stare paradossalmente peggio, perché una casa non ce l’hanno e una famiglia non possono mantenerla».
Il “laboratorio Basilicata” (in prima fila nella sala c'era anche il deputato Paolo Ciani, di Demos) guarda anche al nuovo Pontefice che si richiama alla Rerum novarum, simbolo di un rinnovato impegno dei cattolici dopo il “non expedit”. «Qui invece il paradosso - dice Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio - è che si sta perdendo il gusto della partecipazione, per far posto a un sistema plebiscitario con al comando l’uomo o la donna forte». Se Leone XIII indicò la strada per non smarrirsi nella rivoluzione industriale, Leone XIV saprà indicarla, a laici e cattolici (dicono all’unisono Sala e Riccardi) nella rivoluzione dell’intelligenza artificiale. Un progetto inclusivo ed “europeo”, quello che Chiorazzo lancia da Matera, ricordando l’emozionante e memorabile discorso che tenne qui David Sassoli da presidente del Parlamento Europeo.