lunedì 31 luglio 2023
L'influencer francese, 30 anni, specializzato in foto da altezze vertiginose, è morto precipitando dal 68mo piano di un edificio di Hong Kong. Si riapre il dibattito sull'emulazione dei giovani
Una turista si fa un selfie al Colosseo

Una turista si fa un selfie al Colosseo - IMAGOECONOMICA

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Morire per un selfie e qualche follower in più. È successo oggi quando l’influencer francese Remi “Enigma” Lucidi, esperto in scatti estremi, è volato giù dal 68mo piano di un grattacielo ad Hong Kong. Una fine terribile, un rischio calcolato (male) per il trentenne scalatore e acrobata esperto, amante delle imprese estreme e dei selfie scattati ad altezze vertiginose, a rischio di essere arrestato.L'ultima sua "avventura" si è interrotta drammaticamente al 68mo piano della Tregunter Tower, un elegante complesso al centro di di Hong Kong, con un volo e la "morte sul colpo" dell'uomo. A darne notizia è stato il South China Morning Post. Nel palmares, puntualmente raccontato dai selfie che postava sui social, Lucidi poteva vantare imprese impossibili portate a termine sui grattacieli di mezzo mondo. Chi lo conosceva e aveva condiviso con lui esperienze estreme, assicura che era un ottimo scalatore ma anche un attento calcolatore del rischio.

Lucidi si era recato alla Tregunter Tower con la scusa di andare a visitare un amico al 40 piano, informazione che si è rivelata falsa ma troppo tardi perché un agente potesse fermarlo. Dai riscontri delle telecamere di videosorveglianza, lo scalatore avrebbe raggiunto il 49 piano e proseguito la sua corsa fino alla sommità della struttura. l'acrobata è stato visto vivo per l'ultima volta mentre bussava alla finestra di un attico al 68 piano della torre, giovedì sera. Vedendolo fuori dalla finestra, la collaboratrice domestica, spaventata, ha quindi chiamato la polizia si crede, infatti, che sia rimasto intrappolato fuori dal 68mo piano e stesse bussando alla finestra in cerca d'aiuto prima del volo fatale. Una storia umanamente triste, ma che è anche un campanello d’allarme.

Resta il fatto che la passione per gli scatti fatti da altezze vertiginose, va sempre più di moda, e non solo fra esperti ma fra tanti ragazzi qualunque che rischiano di farsi male o la vita per dimostrare al mondo il loro presunto coraggio. Si ripropone il problema degli scatti estremi, dopo il terribile schianto del 14 giugno scorso a Casal Palocco quando il suv Lamborghini guidato dall’influencer Matteo di Pietro, componente del gruppo di youtubers da 600mila followers The Borderline (specializzati a filmare le loro imprese estreme), lanciato a folle velocità è uscito di strada travolgendo e uccidendo il piccolo Manuel di 5 anni.

Secondo una ricerca della Fondazione iO dal 2008 al 2021 sono morte 379 persone mentre si scattavano foto in situazioni di pericolo di cui 141, oltre il 37%, erano turisti. Questo dato dimostrerebbe che i viaggiatori sono particolarmente propensi a mettersi in situazioni di pericolo pur di scattare una foto “mozzafiato”. Il Paese con il maggior numero di morti è l’India per distacco (100), seguita dagli Stati Uniti (39) e dalla Russia (33). L’Italia è all’undicesimo posto.

Nelle classifiche dei morti per selfie il primo posto spetta a chi si scatta una foto o si filma mentre guida un'automobile, al secondo posto chi precipita dall’alto (da chi scatta selfie sui grattacieli al turista caduto dal Machu Picchu qualche anno fa), seguono poi coloro che si scattano un selfie in stazione e finiscono sotto al treno, e chi invece si immortala accanto ad animali feroci.

Ma cosa spinge al rischio? Secondo gli psicologi, nel mondo dominato dai social l’incoscienza del rischio attira i “like” facendo sentire gratificati coloro che compiono imprese considerate “eccezionali” nel loro immaginario. C’è un uso deteriore delle tecnologie: non c’è solo la sfida alla sicurezza, ma un narcisismo acrobatico. Che, nel caso dei professionisti, in realtà spesso è remunerato dagli sponsor. Inutile dire che la scritta che appare su Tik Tok “queste azioni sono compiute da professionisti. Non imitarle” sia una foglia di fico che non fa altro che stimolare all’imitazione. Di Remi Enigma, rimane solo l’ultimo drammatico scatto pubblicato sui social e il suo smartphone ritrovato in cima al grattacielo. Troppo poco in cambio di una vita.

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