lunedì 6 marzo 2017
Nel 2016 dodicimila bimbi in meno rispetto all'anno precedente. In media ogni donna ha 1,34 figli. In sei anni triplicati gli italiani che hanno scelto di andare all'estero
Nascite al minimo storico. Il Forum delle famiglie: l'Italia muore
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Non è un paese per bambini l'Italia. La denatalità sembra essere una tendenza incontrovertibile. I dati Istat segnalano per il 2016 un alto drastico calo di nascite rispetto al 2015 che era assurto agli onori della cronaca per essere l'anno meno fecondo dall'unità d'Italia. Un nuovo record negativo insomma e tutto lascia immaginare che non sarà l'ultimo. Nel 2016 le nascite sono stimate in 474mila unità, circa 12mila in meno rispetto all'anno precedente. I decessi sono stati 608 mila, dopo il picco del 2015 con 648 mila casi, un livello elevato, in linea con la tendenza all'aumento dovuta all'invecchiamento della popolazione. Il saldo naturale (nascite meno decessi) registra nel 2016 un valore negativo (-134 mila) che rappresenta il secondo maggior calo di sempre, superiore soltanto a quello del 2015 (-162 mila).

Ogni donna ha in media 1,34 figli

La fecondità totale in Italia è scesa nel 2016 a 1,34 figli per donna, dagli 1,35 del 2015. Lo rileva l'Istat, segnalando che ciò non è dovuto a una reale riduzione della propensione alla fecondità, ma al calo delle donne in età feconda per le italiane e al processo d'invecchiamento per le straniere. Le straniere residenti in Italia hanno avuto in media 1,95 figli nel 2016 (contro 1,94 nel 2015), mentre le italiane sono rimaste sul valore di 1,27 figli, come nel 2015. Si conferma inoltre la propensione delle donne ad avere figli in età matura: l'età media al parto è di 31,7 anni.

Stabile la popolazione residente

Al 1 gennaio 2017 si stima che la popolazione residente in Italia sia di 60 milioni e 579mila; 86mila unità in meno rispetto all'anno precedente (-1,4 per mille). Nel 2016 il saldo naturale (nascite-decessi), negativo per 134 mila unità, e quello migratorio con l'estero, positivo per 135 mila unità, si equivalgono. Le ordinarie operazioni di assestamento e revisione delle anagrafi (saldo migratorio interno e per altri motivi) comportano un saldo negativo di 87mila unità. Secondo le stime relative al 2016, il calo della popolazione non si presenta in tutte le regioni. Le due regioni più popolose del Paese, Lazio e Lombardia, registrano - spiega l'Istat - un incremento del +1,3 e del +1,1 per mille rispettivamente. L'incremento relativo più consistente è quello ottenuto nella Provincia autonoma di Bolzano(+6,6 per mille) mentre nella vicina Trento si arriva appena al +0,3 per mille. Sopra la media nazionale (-1,4 per mille) si collocano anche l'Emilia-Romagna (+0,2 per mille) e la Toscana, quest'ultima tuttavia con un segno negativo del -0,5 per mille. Nelle restanti regioni, dove la riduzione di popolazione è più intensa, si è in presenza di un quadro progressivamente caratterizzato dalla decrescita che va dal Veneto (-1,9) alla Basilicata (-5,7).


L'età media è di 44,9 anni, gli italiani continuano ad invecchiare

Gli italiani continuano ad invecchiare, frutto del calo delle nascite, dell'allungamento della vita e dei flussi di immigrazione. I residenti hanno in media un'età di 44,9 anni, due decimi in più rispetto al 2016 (corrispondenti a circa due mesi e mezzo) e due anni esatti in più rispetto al 2007. Sotto il profilo dell'incremento, assoluto e relativo,che ha subito nel medesimo periodo la popolazione in età anziana, gli individui di 65 anni e più superano i 13,5 milioni e rappresentano il 22,3% della popolazione totale (11,7 milioni nel 2007, pari al 20,1%). Nella piramide dell'età, i valori più bassi - continua l'Istat - che si rilevano nella classe 0-4 anni riflettono il calo delle nascite registrato negli ultimi cinque anni. Per rilevare una classe di nascita di consistenza numerica inferiore ai nati nel 2016 occorre risalire alla generazione dei nati nel 1936, ossia agli ottantenni di oggi. Ma sono soprattutto gli ultranovantenni a registrare un aumento sensibile: al 1 gennaio 2017 sono 727 mila.

Continua la fuga degli italiani all'estero: triplicati in sei anni

Continua la grande fuga all'estero degli italiani. Nel 2016, infatti, sono 115 mila i connazionali che si sono trasferiti fuori dai confini. Il numero di italiani che decidono di trasferirsi in un Paese estero cresce del 12,6% rispetto al 2015 ed è quasi triplicato in sei anni (40mila cancellati italiani nel 2010). Lo rende noto l'Istat nelle stime per il 2016 degli indicatori demografici.


Il Forum delle famiglie: «Il Paese sta morendo»

"Il Paese sta morendo. La politica, tutta, si dia una svegliata e faccia qualcosa. Come Forum più che ripeterlo ogni anno che passa, facendo anche proposte concrete che, puntualmente, restano inascoltate, non sappiamo più cosa fare": queste le parole di Gianluigi De Palo, presidente del Forum delle Associazioni Familiari.

"Siamo qui, come ogni anno - dice De palo - a commentare i preoccupanti e prevedibili dati Istat che confermano che lentamente l'Italia sta scomparendo. Se tutti gli schieramenti politici e le migliori forze del Paese non si mettono attorno a un tavolo e decidono di fare squadra per combattere questo preoccupante inverno demografico, non andiamo da nessuna parte".

"Da anni diciamo che senza un fisco a misura familiare è sempre più difficile per le famiglie mettere al mondo un figlio. Dove dobbiamo arrivare per prendere provvedimenti seri? Cosa deve ancora succedere? Non bastano questi dati? Facciamo una scommessa: il prossimo anno saremo di nuovo qui a commentare dei dati ancora peggiori di quelli di quest'anno. Senza famiglie e
senza figli non ci sarà mai anche una ripresa economica" conclude De Palo.

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