venerdì 22 marzo 2013
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​«Il gioco legale non tiene fuori la criminalità organizzata. Questa sentenza della Cassazione ne è la conferma definitiva. É chiarissimo che è la camorra a controllare gran parte del gioco d’azzardo. Ma noi abbiamo mezzi insufficienti per contrastarla. Ci vorrebbero maggiori controlli sul campo da parte dei Monopoli». Non ha dubbi il procuratore aggiunto di Napoli, Federico Cafiero de Raho, a lungo capo della Dda napoletana e da poco nominato alla guida della Procura di Reggio Calabria. Proprio lui, coi sostituti Ardituro, Del Gaudio e Maresca, ha coordinato l’ operazione Hermes. «Quello dei giochi e, in particolare, della distribuzione e gestione delle slot machine e dei videopoker – spiega ancora il magistrato, tra i più esperti di camorra– è da tempo uno dei principali canali di arricchimento dei clan camorristi, come i casalesi di Schiavone, Bidognetti e Zagaria».E il gioco legale?In tutti i bar lei trova che stranamente il vero gestore delle macchinette non è il proprietario dell’esercizio ma l’organizzazione criminale.Dunque il boom del gioco d’azzardo legale ha favorito gli affari dei clan?Non c’è alcun dubbio. E si tratta di molti soldi. E non parliamo poi della dipendenza da gioco, sulla quale evidentemente le mafie contano molto…Quelli condannati non sono imprenditori sotto estorsione ma che cercano i camorristi per fare affari insieme. È una novità?Purtroppo no. Nei nostri territori c’è una fetta consistente dell’economia, e quindi anche quella del gioco d’azzardo, che va a cercare la camorra, non l’aspetta. Per superare la concorrenza o, come nel caso delle slot machine e dei videopoker, per convincere gli esercenti recalcitranti a prendere queste macchinette. E si sa bene come la camorra sia molto convincente.Le armi che avete sono sufficienti per contrastare questo fenomeno?Per quanto riguarda le norme con l’aggravante dell’attività a fini mafiosi le pene si incrementano di due terzi, ma non è qui il problema.E allora quale è?Il problema è la diffusione di questi giochi sui quali il controllo della camorra è talmente alto che richiederebbe ben altri mezzi e uomini per un efficace contrasto.E invece voi non li avete?Esatto. È questo il problema. La criminalità organizzata opera su innumerevoli fronti, li sfrutta tutti per il proprio arricchimento e per il controllo del territorio. Nei territori dove la camorra controlla e governa ogni settore fornisce lucro. E, ovviamente, questo vale anche per il ricchissimo mercato dei giochi. Nei territori di tradizionale presenza mafiosa così come nelle regioni del Nord come abbiamo dimostrato proprio con l’operazione Hermes. Contro questo fenomeno lo Stato risponde purtroppo con uomini e mezzi insufficienti. Ma allora chi dovrebbe intervenire?Sicuramente i Monopoli dovrebbero svolgere attività di maggiore controllo sulle concessioni, con verifiche campo. In particolare sui flussi di denaro, tra giocate e vincite, delle macchinette. Non è possibile permettere che con qualche trucco siano manomesse. Lo ripeto ci vogliono più controlli preventivi. Anche perché poi quando interveniamo noi spesso il danno è fatto.
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