Cosa spera per sua figlia?Come genitore, ti auguri che i tuoi figli a un certo punto abbiano la loro vita, siano indipendenti. E hai la speranza che muoiano dopo di te. Negli ultimi 15 anni l’aspettativa di vita di una persona Down è raddoppiata, passando dai 25 ai 49 anni. Ma la maggior parte ha ancora bisogno di supporto esterno per tutta la vita. Mia figlia per molti aspetti è una ragazza normale. Ha una forte personalità. Dobbiamo bussare prima di entrare in camera sua. Legge libri di vampiri e ama la musica pop. Ma non avrebbe questa qualità della vita senza le cure costanti mie, di mia moglie e di alcuni specialisti. Quando sono in laboratorio, è lei che ho davanti agli occhi. Le famiglie che mi affidano i loro figli per i test clinici lo sanno. Per me non è un esercizio accademico.Lei non sapeva che sua figlia avrebbe avuto la sindrome di Down, prima che nascesse?No. Mia moglie aveva perso un bambino in una gravidanza precedente per colpa di una villocentesi. Un bambino che sarebbe stato assolutamente sano. Con Tyche avevamo consapevolmente deciso di non fare alcun test.Ora che sono disponibili esami non invasivi per la diagnosi della sindrome di Down, come pensa che cambierà la sua ricerca?È già cambiata. È diventata una gara contro il tempo. Ma scientificamente non ha senso. Se esiste un disordine che modifica le funzioni di un organo, in questo caso il cervello, e puoi usare una medicina per riportare la funzione di quell’organo il più vicino possibile a come è stata per milioni di anni, è la stessa cosa che trovare una cura per una malattia. Le società farmaceutiche non la vedono così. Non pensano che valga la pena permettere che questi bambini nascano e abbiano la possibilità di sviluppare una vita significativa e indipendente. Mi aspetto nei prossimi mesi un crollo precipitoso nel tasso di bambini nati con sindrome di Down. Se non ci muoviamo alla svelta, le nostre scoperte non avranno alcun significato.
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