mercoledì 3 novembre 2021
La poetessa non ritira il Premio della Pace di Anzio, che nel 2020 ha negato la cittadinanza onoraria a una sopravvissuta dell’Olocausto ma la mantiene per il duce
La scrittrice ebrea ungherese, ma naturalizzata italiana, Edith Bruck, durante la cerimonia dedicata al giorno della memoria, “Le donne della Shoah” al Quirinale, il 24 gennaio 2019

La scrittrice ebrea ungherese, ma naturalizzata italiana, Edith Bruck, durante la cerimonia dedicata al giorno della memoria, “Le donne della Shoah” al Quirinale, il 24 gennaio 2019 - Ansa

COMMENTA E CONDIVIDI

Ci voleva la voce cortese e ferma di una novantenne, per ricordare agli amministratori di Anzio che, dopo quasi un secolo, è giunto il momento di riconsiderare l’attribuzione della cittadinanza onoraria a Mussolini. La voce è quella della poetessa ebrea ungherese, naturalizzata italiana, Edith Bruck, sopravvissuta alla Shoah e da tempo dedita a portare nelle scuole la testimonianza delle sofferenze patite dal popolo ebraico, anche in Italia. L’occasione è il Premio per la Pace che l’amministrazione comunale della cittadina sul litorale romano aveva intenzione di attribuire alla scrittrice e che, invece, la donna ha rifiutato, motivando le proprie ragioni in una lettera al sindaco Candido De Angelis. «Sarei tornata volentieri per il Premio per la Pace nella Sua città se nel frattempo non avessi saputo che è stata negata la benemerenza ad una mia correligionaria, Adele di Consiglio. Una donna sola, sopravvissuta alla barbarie nazifascista che ha annientato la sua famiglia come la mia», si legge nella missiva.

Nell’estate del 2020, ad Adele di Consiglio, 89 anni, da sempre residente ad Anzio, il Consiglio comunale aveva rifiutato la cittadinanza onoraria, una decisione che aveva lasciato «sconvolti e amareggiati» i rappresentanti dell’Unione delle comunità ebraiche italiane. «Un “no” – si legge su Moked, il portale dell’ebraismo italiano – che grida vendetta e nasconde evidentemente il mancato superamento di certe fratture mai sanate e dell’acquisizione dell’antifascismo come valore fondante di ogni società civile». Se a questo si aggiunge che, dal 1924, tra i cittadini onorari di Anzio figura Mussolini, si comprende la ferma presa di posizione di una donna la cui vita è stata profondamente segnata dall’orrore nazifascista. Un periodo storico, si legge nella lettera al sindaco De Angelis, «che ha ancora molti seguaci nel suo territorio e non solo ma nell’Europa stessa che ha poca memoria».

«Io, sopravvissuta alla Shoah, che da una vita scrivo e testimonio nelle scuole italiane, compito arduo e faticoso, senza l’odio verso alcuno, anzi nel nome della pace e fratellanza umana – prosegue Bruck – avendo avuto la visita di papa Francesco che mi ha chiesto perdono esteso al popolo martire, devo la fedeltà a me stessa e per la solidarietà con la signora Di Consiglio (che non conosco), La ringrazio – ribadisce la scrittrice – ma non posso accettare il Premio per la Pace dove è in fermento la nostalgia attiva dell’epoca più vergognosa, incancellabile per chi l’ha vissuta».

A stretto giro la risposta del sindaco De Angelis, secondo cui il rifiuto di Bruck «mortifica la nostra città, medaglia d’oro al merito civile», ricorda il primo cittadino. Che alla donna ha risposto per iscritto, dicendosi «profondamente amareggiato». «Mussolini ha la cittadinanza onoraria dal 1924 – aggiunge il primo cittadino –. Prima di me ci sono stati tre sindaci comunisti, due socialisti, uno repubblicano, uno Ds e nessuno l’ha mai revocata. Anzi questo argomento non è stato mai discusso in Consiglio comunale dal 1946 al 2021».

Il monito di una testimone diretta dell’Olocausto dice che è giunta l’ora di metterlo all’ordine del giorno.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: